Il biometano, promessa di Ostra

Nella foto: Un impianto europeo.

ANCONA – È stato celebrato ad Ostra, in provincia di Ancona, il Biomethane Day. Inserito nel programma degli incontri del territorio, il primo di questi ha interessato l’impianto En Ergon realizzato ad Ostra per il trattamento dell’umido organico (FORSU). Nella settimana europea del biometano, le strade di Bruxelles hanno visto oltre 500 partecipanti e una quarantina di relatori,  conferma dell’interesse dell’Europa.

Presso il teatro La Vittoria di Ostra  si è tenuto un incontro pubblico sulla gestione dei rifiuti organici e la bioeconomia circolare moderato da Fabio Favia, professore ordinario di Biotecnologie industriali e ambientali all’Università di Bologna, nonché rappresentante italiano del Forum europeo di bioeconomia.

🗣️ “Siamo ancora in una fase di avviamento del sito perché l’alluvione del settembre 2022 – ha spiegato 👤 Massimiliano Riderelli Belli, amministratore delegato di En Ergon e direttore generale di Astea Spaha compromesso quella fase, ritardando di molto l’entrata a regime dell’impianto e creando non pochi danni ai quali si sta provvedendo, in attesa che gli enti preposti diano risposte certe in merito ai risarcimenti; tuttavia, resta la bontà del nostro progetto che stiamo avviando. Con la piattaforma di Ostra possiamo trattare la frazione umida da raccolta differenziata con processo biologico di fermentazione in serbatoi chiusi. Da un lato si recupera quindi materia per conversione del prodotto fermentato in fertilizzante di qualità, terriccio usato in agricoltura, ma al contempo si recupera anche energia per conversione della sostanza organica in biogas per la generazione di biometano. Inoltre – conclude l’ad di En Ergon – si riduce il traffico veicolare per i conferimenti fuori regione e si aumentano i posti di lavoro sul territorio”.

L’impianto di digestione anaerobica e compostaggio di Ostra ha capacità di trattamento fino a 32.500 tonnellate annue di frazione organica da raccolta differenziata. Il biometano prodotto è pari a circa 3milioni di metri cubi annui, il compost 6mila-8mila tonnellate all’anno e il fertilizzante azotato 2mila t/a. L’investimento complessivo è stato di circa 30 milioni di euro. Gli unici altri impianti di compostaggio di rifiuti urbani nelle Marche, dopo la chiusura dei siti di Urbino, Corinaldo e Maiolati, sono quelli di Tolentino (Cosmari, nel 2015 ha trattato 53mila t), Fermo (Asite, nel 2015 ha trattato 21mila t) e Relluce di Ascoli (Ecoimpianti, nel 2015 trattate 10mila t).

🗣️ “I biocombustibili – afferma il 👤 Prof. Fabio Fava sono fra i combustibili da usare ora e nei prossimi anni per concorrere alla riduzione delle emissioni atmosferiche e quindi carboni e affini. Tra questi vi è il biometano che peraltro assicura una combustione pulita, cioè senza la produzione di alcuni composti chimici tossici o particolato come accade con i combustibili di tipo tradizionale. La produzione di biometano è particolarmente interessante quando la si attua da rifiuti organici.”

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