(di Antonio Fulvi)
AdSP MTS
Pacini editore
Nella collana “Porti e dintorni”, creata dall’Autorità di Sistema Portuale del Tirreno Settentrionale – spiega la controcopertina del bel volume della Pacini – questo titolo rappresenta la terza uscita: in un’operazione che “mira a proporre in maniera divulgativa le prospettive dell’attualità dei porti, o uno sguardo al passato e una proiezione al futuro”.
Non si tratta di un comune pamphlet, ma di un corposo volume di circa 180 pagine in ricca carta patinata, con illustrazioni spesso a tutta pagina che si rifanno alla storia non solo strettamente del porto, porto, ma anche – specie nella parte iniziale – del cantiere navale Fratelli Orlando delle sue maestranze. Presentazione e spiegazione, sulla base delle normative che spingono le AdSP a occuparsi anche della storia e della culturale loro porto, sono affidate sia al presidente Luciano Guerrieri sia al segretario generale Matteo. Seguono, in appendice dopo la parte centrale alla ricostruzione storica del porto, appendici affidate rispettivamente a Enio Raugei, presidente della Compagnia Portuale Livorno, a Yari De Filicaia, presidente di Uniport Servizi ed a Francesco Gazzarri, presidente della Compagnia Portuali di Piombino.
Sono relazioni brevi, queste ultime, che si soffermano alla nascita e sulle funzioni della manodopera portuale, con le evoluzioni legge alle normative, ai tempi e alle tecnologie. Relazioni dalle quali traspare però la riaffermazione di un ruolo ancora vitale, insieme a qualche accenno – sfumato ma avvertibile – di un passato più pregnante.
La parte centrale del volume (“Tra Medioevo ed Età Moderna) è affidato a Olimpia Vaccaro, coordinatore esecutivo del Centro Studi Mediterranei Tangheroni, che ha sviluppato in termini chiari e appassionanti la storia della nascita, della crescita, delle crisi e dei rilanci del porto, il tutto visto dalla prospettiva del lavoro: lavoro che nell’era della crescita fu di uomini liberi e di schiavi, di livornesi (pochi) e di bergamaschi, di valtellinesi e di svizzeri, ma tutti sonno il ferreo coordinamento dei Medici di Firenze.
Altri interessanti saggi riguardano specificamente grandezza e decadenza del “potere” dei portuali (Andrea Addobbati), la vita sulle banchine nell’Ottocentto (Giorgio Mandalis), le trasformazioni del lavoro e delle strutture nel Novecento (Maurizio Bettini), la riforma dei porti del 1994 con i successivi interventi fino al giorno d’oggi (Claudio Capuano), e infine un capitolo affidato a Barbara Bonciani, assessore al porto del Comune, dove si tracciano le storie delle donne portuali, con i primi approcci e le realtà d’oggi.
Nella sostanza dunque, una summa storico-giuridica da non perdere, anche e specialmente per i suoi riflessi sugli aspetti umani del lavoro portuale.