L’Italia e la difesa sul Mar Rosso
ROMA – L’appello per la difesa del crociale nodo dei traffici marittimi nel Mar Rosso, in particolare nel punto cruciale dello stretto Bab el-Mandeb (solo 40 km da una costa all’altra) sta impegnando progressivamente una componente importante delle marine occidentali. E le richieste da parte dell’armamento internazionale aumentano, perché i costanti attacchi missilistici dalle sponde dello Yemen (ma anche dall’interno, in particolare con droni ed armi fornite dall’Iran) non sembrano rallentare.
Lo stretto (il cui nome ha un significato sinistro: in arabo vuol dire “la porta del dolore” perché dà accesso alla città sacra della Mecca) è potenzialmente il passaggio obbligato per il maggior numero di navi mercantili – portacontainer ma anche petroliere e gasiere – provenienti dal Far East e dirette verso l’Europa. In teoria gli attacchi dallo Yemen colpiscono solo le navi di proprietà israeliana o destinate a Israele, ma di fatto ci sono stati danni anche a unità navali del tutto indipendenti dai paesi in guerra in Medio Oriente. Nello stretto esistono anche alcune piccole isole, il cosiddetto arcipelago delle Kamaran, nell quali sono alcune istallazioni militari dello Yemen ma che non fanno parte dell’offensiva dei ribelli Houthi. I quali, dalle coste dello Yemen, hanno attaccato giorni fa anche una nave USA e hanno proclamato che non colpiranno solo le navi russe e cinesi.
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In questo quadro, tutte le marine del Mediterraneo europeo, insieme alla US Navy, stanno potenziando la propria presenza in areal. La Marina Italiana è tra quelle coinvolte. La sua potenzialità oggi è la seguente: 53 unità armate e precisamente 2 portaerei, 8 sottomarini, 4 cacciatorpediniere missilistici, 11 fregate, 11 pattugliatori d’altura, 4 pattugliatori costieri, 10 cacciamine e 3 navi d’assalto anfibio. La nave ammiraglia dal 2022, è la portaerei Cavour, che imbarca anche arei da caccia F35B e cacciabombardieri missilistici.
Al largo dello stretto sono già posizionate due fregate missilistiche italiani, la Fasan e la più recente Martinengo: ma si sta studiando anche la possibilità di rinforzare il contingente. In allerta anche i corpi speciali del col Moschin e del San Marco, che potrebbero essere coinvolti in attacchi anfibi alle basi Houthi nello Yemen.
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