FIRENZE – Dalle praterie di posidonia alle caratterizzazioni, dal sabbiodotto alle emissioni, sono 28 i “caveat” rilevati anche dagli uffici della Regione Toscana e dagli enti territoriali, in primis Arpat, sul progetto di Darsena Europa. Nei mesi scorsi come noto anche la Regione ha inviato al Ministero le sue valutazioni al fine del rilascio da parte di quest’ultimo del definitivo parere di Valutazione di impatto ambientale.
“A più di un mese dall’irrituale annuncio a mezzo stampa da parte del presidente della Commissione regionale Via-Vas Massimiliano Atelli del rilascio di parere positivo con prescrizioni – ha scritto Andrea Moizo, giornalista genovese due giorni fa – il Ministero non ha ancora provveduto alla pubblicazione del suddetto. Nel frattempo, però sono state pubblicate le indicazioni raccolte sul finire di novembre dalla Regione Toscana presso le proprie direzioni e gli altri enti del territorio interessati, che di norma costituiscono il materiale di riferimento per il lavoro della Commissione di Via”.
“Non sono pochi – scrive ancora Maizo – i rilievi effettuati sulla documentazione integrativa prodotta nei mesi scorsi dal proponente (il commissario Luciano Guerrieri) e dall’appaltatore (la cordata costituita da Società Italiana Dragaggi/Fincantieri Infrastructure Opere Marittime/Sales/Fincosit); ma non sembrerebbero costituire condizioni ostative neppure laddove, ad esempio, Arpat conferma “le perplessità espresse circa un’erronea valutazione degli effetti negativi dell’ampliamento del porto di Livorno attraverso la realizzazione della Piattaforma Europa: non si può concordare con la conclusione che ‘le opere in progetto sia durante la fase di cantiere che di esercizio non determinano un incremento degli attuali fattori perturbativi’ per la prateria di posidonia”.
“Le osservazioni della Regione per lo più si risolvono quindi – è ancora Moizo – in una serie di indicazioni e richieste di approfondimenti analitici e limature progettuali, cui peraltro la struttura commissariale si sta già apprestando: pochi giorni fa, proprio in relazione alle “richieste intercorse in sede di integrazioni alla Via nazionale, il commissario ha affidato il servizio di valutazione della qualità delle acque del bacino portuale e zone circostanti “corpo idrico portuale”.
Va tuttavia rilevato come fra gli enti consultati dalla Regione ce ne sia stato uno che si è espresso esplicitamente in senso negativo sul progetto. Si tratta del Comune di Pisa, preoccupato del proprio litorale: “Le controdeduzioni livornesi non rispondono alle richieste espresse da questa Amministrazione (il proponente dichiara che gran parte degli interventi propositi dalla scrivente Amministrazione, quali opere di compensazione/mitigazione degli impatti negativi derivanti dalla attuazione/realizzazione delle opere, risultano non fattibili o di competenza di altri soggetti) si ritiene di esprimere un contributo sfavorevole”.
Nell’inviare al Mase il materiale, tuttavia, la Regione sapeva già sottolineato come il parere del Comune di Pisa “non risulti motivato e supportato da adeguate valutazioni”.