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Istria e Dalmazia amare

Nella foto: L’esodo delle famiglie italiane dall’Istria.

LIVORNO – 🗣️ “Pola, Fiume, Zara, Abbazia: sono nomi di località – ci scrive 👤 Claudio Tonci, presidente di Federmanager labronica – che oggi, seppur in lingua diversa,  rimangono scolpiti  nella memoria degli esuli istriani e dalmati, costretti a lasciare le loro terre per sfuggire alla pulizia etnica perpetrata dalle truppe titine che si erano insediate nei territori. Il 90% della popolazione di Pola, fra cui la mia famiglia, lasciò la città con un documento fornito dal CLN; si imbarcarono sul piroscafo Pola per raggiungere Trieste e poi proseguire  per altre città”.

Oggi, 10 febbraio, si celebra il giorno del ricordo: un ricordo ancora bruciante dopo quasi un secolo.

🗣️ “Noi fummo destinati a Pisa – continua Tonci – dove mio padre fu collocato in un ente parastatale, essendo fuggiti da un regime comunista. Venimmo bollati come fascisti e discriminati, specie mio padre, sul posto di lavoro, anche se con onestà intellettuale va riconosciuto che non mancarono innumerevoli attestati di effettiva partecipazione e solidarietà. I miei genitori furono convocati in questura dove furono costretti a lasciare le loro impronte digitali. 

🗣️ “Era allora opinione diffusa che l’uccisione di cittadini italiani riguardasse solo quei fascisti che si erano macchiati di atrocità nei confronti della popolazione slava. Uno stretto parente di mio padre, che si era riunito ai partigiani titini, seppur comunista e antifascista combattente nelle file slave, non fu risparmiato in quanto italiano; forse gli fu risparmiata la foiba, ma non il plotone di esecuzione.

🗣️ “Se anche da parte italiana in passato furono commessi crimini – scrive con amarezza Tonci – la ritorsione sui civili inermi non può trovare una seppur minima giustificazione. Sono passati quasi ottanta anni da quei tristi eventi ed i rapporti fra l’Italia e gli stati confinati Croazia e Slovenia si sono normalizzati. Rimane e rimarrà il ricordo per le sofferenze e le umiliazioni che una parte degli esuli fu costretta a subire nelle località istriane. 

🗣️ “Agli esuli subentrarono popolazioni serbe e croate, ma non per questo furono cancellate le memorie dei nostri connazionali di allora e di oggi. La parola pace è un concetto universale, ancora più sentito da chi ha vissuto gli orrori della guerra.    

🗣️ “Per fortuna, i proclami “Zivio Tito” (viva Tito) e “Trst je nas” (Trieste è nostra) sono stati definitivamente rimossi dalla memoria storica di quegli avvenimenti. (Claudio Tonci).

Pubblicato il
10 Febbraio 2024
Ultima modifica
13 Febbraio 2024 - ora: 13:20

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