Walder può salvare la testa

VIAREGGIO – Belle la navigazione a vela, sia su piccoli che su grandi scafi: godersi il fruscio del mare in carena, il vibrar delle balumine sia del Genova chef della randa. Ed è anche bello manovrare, virando di bordo per guadagnare velocità, assecondare il vento, ma bordeggiare per risalirlo.

Tutto bello, ma c’è sempre un pericolo incombente, come sanno bene gli esperti: il boma della randa. Sia nelle virate, che nelle andature sul fil di ruota, conviene a volte strambare e il boma passa da una banda all’altra della barca con la velocità di una fucilata: con il rischio di cogliere la testa di chi, in pozzetto, non è stato pronto ad abbassarsi. I piccoli boma si fermano in genere con una mano: ma quando si fa su barche da 10 metri in su, un colpo di boma in testa può tramortire o peggio. Morì così, colpito dal boma e volato in mare, anche Erik Tabarly, il più grande navigatore francese di sempre.

Questo pungo preambolo serve a chiarire meglio la funzione e i vantaggi dei “freni di boma” proposti da vari costruttori. Quello illustrato nella foto è  il freno Walder, nel catalogo del sito on line F&B Yachting, è tra i più funzionali, e serve ad accompagnare con la giusta progressività il boma in ogni strombata, impedendo anche le improvvise e non volute sventole. E’ vomente consigliato specie su barche medio-grandi e grandi, con equipaggi famigliari ed ospiti non esperti.

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