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Congestione e surcharges

Giampaolo Botta

GENOVA – Il problema è emerso in particolare per il porto di Genova, ma vale ormai per buona parte degli scali, e non solo europei. È quello delle banchine intasate, delle aree di sosta dei Tir altrettanto, dei ritardi nelle operazioni di carico e scarico che mettono a dura prova (e costano) l’autotrasporto pesante.

La soluzione d’emergenza: il contestato surcharge.

“Dialogo sì, ma senza la spada di Damocle del congestion surcharge”.

È questa la posizione espressa a Palazzo San Giorgio da Spediporto e Fedespedi nell’incontro convocato dall’ Autorità di Sistema Portuale per analizzare la situazione che si è venuta a creare dopo che le sigle dell’autotrasporto hanno annunciato l’intenzione di applicare una congestion fee per i ritardi nei cicli operativi portuali.

All’incontro erano presenti Giampaolo Botta, direttore generale Spediporto e il consigliere Massimiliano Revello mentre Fedespedi era rappresentata dal presidente Alessandro Pitto.

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Spediporto e Fedespedi hanno ribadito con forza la propria posizione: “Siamo disponibili – spiega Botta – ad entrare nelle problematiche evidenziate dal mondo dell’autotrasporto, a trovare soluzioni anche da un punto di vista operativo.

Però una condizione è necessaria: lo stop alla richiesta del sovrapprezzo per il tempo necessario ad un’approfondita analisi della situazione, circa un mese”.

Alessandro Pitto

I risultati emersi – spiega ancora il direttore generale di Spediporto – dovranno essere condivisi tra tutti gli operatori mentre ad Autorità di Sistema Portuale toccherà, poi, tradurli in nuove “regole del gioco”.

Spediporto e Fedespedi sottolineano come questo passo avanti potrà avvenire se tutte le parti in causa si presenteranno con serietà e voglia di trovare soluzioni concrete, senza che si debba agitare lo spauracchio del “congestion”.

Botta ricorda come gli spedizionieri siano già fortemente penalizzati dagli innumerevoli ritardi in ambito portuale: “Basti pensare – è il pensiero del dg Spediporto – a quelli, da noi più volte denunciati, legati a controlli sanitari.

Un ulteriore aggravio di costi andrebbe a colpire indiscriminatamente gli operatori e sarebbe economicamente insostenibile”.

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Pubblicato il
15 Giugno 2024
Ultima modifica
18 Giugno 2024 - ora: 12:21

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