L’ottimismo nei tempi duri
Ci sono momenti, in questo nostro quotidiano impegno per andare avanti, in cui ci verrebbe voglia di non guardare i notiziari Tv, non leggere i giornali e rifugiarci ciascuno di noi nel mondo onirico dove poter vivere in serenità.
Lunga premessa: ma necessaria per introdurre la lunga, lunghissima nota che ci è arrivata via mail da una lettrice, che si dice impiegata in un ufficio di agenzia marittima a La Spezia. Motivi di spazio e …qualche licenza poetica ci obbligano a sintetizzare, sperando che non si perda il senso di amarezza e di preoccupazione espresso da Francesca B.
Lavoro da quasi cinque anni in una importante agenzia marittima e dovrei essere contenta di avere uno stipendio. Ma guardandomi intorno, mi preoccupa il mondo che sta arrivando: sempre più guerre, sempre più tensioni tra Paesi, sempre meno sicurezza uscendo da casa…. Mio padre mi racconta spesso che ai suoi tempi, gli anni settanta e ottanta del secolo scorso, c’era chi ancora si leccava le ferite della grande guerra, ma in Italia vivevamo almeno in piena sicurezza, si viaggiava in tutto il mondo per lavoro e per turismo senza barriere e senza complicazioni, non c’erano scontri “gender” o altro…. Mi chiedo: ma che mondo stiamo lasciando ai nostri figli?
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Bella domanda: ma per quel poco che sappiamo, è una domanda che ogni generazione si è posta almeno una volta, perché l’immagine idillica trasmessale da suo padre è depurata da tutti i guai che c’erano anche allora: dai postumi del terrorismo ai grandi disastri, dai governi spesso balneari all’emigrazione dal sud Italia verso il nord: eccetera. I nostri avi dell’antica e potente Roma dicevano a loro volta: malatempora currunt. Per farla breve: il rimpianto di epoche ricordate come facili è una caratteristica del genere umano, Senza voler minimizzare le tante preoccupazioni reali e realistiche di questi nostri giorni, forse è anche bene ricordare che ciascuno di noi ha avuto i suoi momenti belli, si è dato da fare per migliorarsi e migliorare la propria posizione, non si è pianto addosso ma ha combattuto e vinto anche grazie a una sana dose di ottimismo. Non vogliamo santificare il famoso, caustico detto francese del “Tout va tre bien, madame la marquise” ma aiutare e aiutarci a valorizzare anche quanto di bello ci offre la vita. Giorno per giorno, ora per ora. Come il naufrago della nostra vignetta, che incita l’altro al pur pericoloso Carpe Diem.