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ENERGIA

Il maxi-gasdotto in arrivo dal cuore d’Africa

 Luca Bussotti

(africanista, docente in università di Recife in Brasile, di Lisbona e del Mozambico, ora visiting professor all’ateneo di Milano)

La più grande infrastruttura energetica di gas naturale che legherà l’Africa con l’Europa ha compiuto un passo importante nei giorni scorsi ad Algeri. Il ministro algerino dell’energia e delle miniere, Mohamed Arkab, insieme ai suoi colleghi di Niger (Mahame Sani Mahamadou) e Nigeria (Timpire Sylva) hanno infatti firmato un memorandum d’intesa (MoU) finalizzato ad accelerare il processo di costruzione di questa infrastruttura di circa 4.000 km di lunghezza, che taglierà da sud a nord il continente africano, partendo dalla Nigeria e raggiungendo l’Algeria, da dove la materia prima entrerà in Europa e in altri mercati appetibili.

Il progetto per il gasdotto trasahariano (Tsgp) vide la luce nel lontano 2009, con un investimento iniziale di 10 miliardi di dollari. Le continue crisi regionali, che hanno toccato anche i tre paesi firmatari dell’accordo, hanno rinviato continuamente la fattibilità del progetto; adesso, però, è stata data un’accelerazione, anche se non esiste una data certa per la sua realizzazione definitiva.

L’idea del “Tsgp” è duplice: da un lato, riuscire a portare energia in territori africani che, al momento, ne sono privi, aiutandone quindi lo sviluppo industriale; e, dall’altro, legare il gasdotto algerino (Transmed) – che parte dall’Algeria, dal campo di Hassi R’Mel – passa per la Tunisia e arriva in Sicilia (Mazara del Vallo) attraverso il Mediterraneo – col “Tsgp”.

L’Algeria è, oggi, il settimo paese esportatore di gas naturale al mondo, e il principale fra i paesi africani. Questo ruolo sarà destinato a crescere, una volta completato il progetto “Tsgp”, beneficiando anche tutti i paesi del Sahel. Il Sahel è, oggi, una regione particolarmente interessante dal punto di vista politico, visto che almeno tre paesi della regione (Niger, Burkina Faso e Mali) si sono staccati dalla Ecowas (Economic Community of West African States), formando una nuova mini-organizzazione regionale, l’Alleanza degli Stati del Sahel, il cui obiettivo è slacciarsi dalla dipendenza con l’Europa, cercando una via più autonoma allo sviluppo. E il gas della “Tsgp” potrebbe facilitare questo percorso.

Il progetto prevede un investimento complessivo di circa 13 miliardi di dollari, la creazione di centinaia di posti di lavoro, e ottime prospettive sia per il contesto africano che per quello europeo. In quest’ultimo caso, l’arrivo di quantitativi maggiori di gas dall’Africa rispetto a ciò che oggi avviene grazie al gasdotto algerino potrebbe tagliare ulteriormente la dipendenza del Vecchio Continente dal gas russo, avviando una nuova stagione di cooperazione economica fra i due continenti.

Fra chi si oppone alla costruzione di questa infrastruttura, il Movement for the Emancipation of the Niger Delta, un movimento nigeriano che da anni combatte per lo sfruttamento più giusto ed equilibrato delle risorse del Delta de Niger, con sabotaggi, attentati, azioni di guerriglia e rapimenti, facendo crollare la produzione di petrolio in questa regione di più del 30%. Un aspetto, questo, che dovrà esserer valutato attentamente dalle autorità della Nigeria, se vorranno che il progetto “Tsgp” possa effettivamente concretizzarsi

Pubblicato il
2 Marzo 2025
di LUCA BUSSOTTI

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