I misteri dell’ultra-yacht affondato in un mare di segreti
Al via il recupero del veliero dagli abissi a meno di un km dalla costa siciliana
Fra pochissimi giorni partirà nelle acque siciliane a occidente di Palermo una colossale opera di recupero del “Bayesian”, l’ultrayacht dell’imprenditore high tech britannico Mike Lynch, affondato nel mare di Palermo a poche centinaia di metri dalla costa: morto lui e altri sei (la figlia, un amico grande banchiere e l’avvocato personale più le rispettive mogli e il cuoco di bordo). Risulta che, al momento, sulla sciagura indaghi in Italia la procura di Termini Imerese e in Inghilterra, solo per quanto riguarda le vittime inglesi, Il Marine Accident Investigation Branch (Maib) che pubblicherà un primo report, pare entro fine maggio, secondo quanto detto a metà aprile presso il Coroner’s Court di Ipswich.
Tanto ricca di misteri quella terribile fine quanto costoso (30 milioni di euro) l’intervento di una gigantesca gru galleggiante in arrivo dall’Olanda. La stampa britannico segnala che lo yacht affondato sarà portato a terra alla fine del mese prossimo. Tutto questo dovrà aiutare gli inquirenti a fare luce su una tragedia del mare che ha acquisito subito le tinte del giallo con tanto di intrigo internazionale. Vedrete: tutti ne parleranno. E se non ne parlassero, chiedetevi come mai.

Un servizio del canale britannico di Sky sulla tragedia del Bayesian
di Mauro Zucchelli
Problema: prendiamo una delle barche più straordinarie che esistano, un prodigio di high-tech e un equipaggio di dieci lupi di mare: eppure affonda in pochissimi istanti. La “ammazza” una tempesta che pare accanirsi solo e soltanto su quella imbarcazione, e la fa colare a picco anche se la barca ha cento accorgimenti che l’avevano fatta dichiarare “praticamente inaffondabile”: eppure i gusci di barchette a neanche 100 metri di distanza si salvano e quella ipertecnologica è supersofisticata finisce in fondo al mare senza neanche spezzare l’albero, quasi unico al mondo.
A dirla tutta, come segnala la giornalista investigativa Floriana Bulfon (New Lines Magazine), «i video girati dai sub della Marina Militare Italiana, entrati nello scafo ad una profondità di quasi 165 piedi, lo mostrano pieno d’acqua ma le sue strutture e le sue attrezzature risultano perfettamente intatte: il “Bayesian” sembra un vascello fantasma: dà l’impressione che possa riemergere e riprendere a navigare».
Come la nebbia del Moby Prince
Non è che vi ricorda qualcosa? Le teorie del meteo relative al Moby Prince, il traghetto che si scontra con una petroliera poco fuori dal porto di Livorno e si incendia (140 morti): in quel caso era la nebbia concentrata solo attorno al luogo della collisione, eppure c’era la testimonianza di due guardiamarina dell’Accademia navale che parlano di orizzonte terso, semmai di una vaporizzazione tipo impianto anti-incendio intorno alla petroliera…
Nello svolgimento del caso riguardante il nostro ultra-yacht si tenga conto di quali probabilità esistano che una tale storia: 1) riguardi l’ultra-yacht di un mago della tecnologia più delicata, un po’ alla James Bond; 2) a bordo si stia festeggiando la sentenza che, ribaltando ogni aspettativa, fa vincere al padrone del veliero una complicatissima causa legale da miliardi di dollari contro un gigante dell’industria tech; 3) con lui sono morti il suo avvocato e un banchiere di Morgan Stanley che ha testimoniato a suo favore mentre si sono salvati quasi tutti i membri dell’equipaggio; 4) lo yacht affonda non in mezzo al Mediterraneo o all’oceano bensì a meno di un miglio dalla costa siciliana (qui il link al video, pubblicato da The Independent, relativo alla telecamera a circuito chiuso che mostra quel che accade al veliero durante la tempesta)
Quali probabilità che si allineino mille curiose coincidenze
Lo studente dica anche quale possibilità statistica c’è che si verifichi un tale fenomeno, stante anche la sussistenza anche di questi ulteriori elementi: 1) il proprietario si occupa di forniture tech di altissima qualità ad agenzie di sicurezza e servizi segreti, la cui attività – ancora parole di Bulfon – si sono «intrecciate con l’evoluzione degli apparati di intelligence su entrambe le sponde dell’Atlantico, prima a caccia di militanti jihadisti e poi nella guerra cibernetica contro Russia e Cina»; 2) è a tal punto integrato nella nomenklatura british da figurare nell’équipe di superconsulenti tech del premier conservatore britannico, esser nominato nel consiglio d’amministrazione della Bbc e aver ricevuto un titolo dalle mani della regina Elisabetta; 3) è un pioniere sul fronte dell’intelligenza artificiale in quell’unico “unicorno” britannico dentro un mondo tutto yankee della Silicon Valley. Ma soprattutto si consideri che: 4) nelle stessissime ore di mezz’agosto, a 1.182 miglia di distanza dal porticciolo siciliano, evidentemente per una pura coincidenza, in un microscopico paesino da 1.500 abitanti del Cambridgeshire dove non accade mai nulla il suo socio muore dopo esser stato travolto da un’auto mentre fa jogging.

La notizia sulle pagine del Corriere della Sera
Già così il combinato disposto dal punto di vista probabilistico è a un livello tale che risulta più facile che io diventi il prossimo presidente degli Stati Uniti o vinca a 65 anni il mondiale di Formula Uno. Nel valutare la percentuale di probabilità si metta nel conto anche l’identikit del proprietario dell’ultra-yacht: da cinquantenne è diventato il “Bill Gates inglese” con un patrimonio netto stimato di 852 milioni di sterline, cioè un miliardo di euro, che nel 2023 gli consentivano di infilarsi fra i 200 più ricchi del regno. Nel calcolo ricordarsi che lui non è per nulla un predestinato: figlio di un pompiere e d’una donna delle pulizie. Può contare solo sul suo cervello: da 11 anni in poi si guadagna l’accesso all’istruzione di più alto livello a suon di borse di studio un anno dopo l’altro fino a entrare nell’università di Cambridge, una delle tre migliori al mondo, e conseguire laurea, dottorato e post-doc. Nell’affrontare il quesito sul grado di probabilità non trascurare il fatto che da bimbetto ha imparato bene che, negli anni in cui l’Ira faceva attentati contro i soldati inglesi, essere un ragazzino di origini irlandesi in una periferia popolarissima di Londra vuol dire soprattutto che, quando il gioco si fa davvero duro, devi saper “correre più veloce di tutti gli altri”.
La probabilità nell’impresa tech e nell’ultra-yacht
Non è mica finita: nella stima probabilistica delle coincidenze, si metta in conto che l’uomo dell’ultrayacht ha fatto dell’innovazione nella metodologia statistica la sua scala reale a cuori: tant’è che il proprio gioiello nautico l’ha chiamato “Bayesian” sfidando le usanze marinare che sconsigliano ogni modifica del nome se si vuole evitare la sfiga. Perché l’ha fatto? L’ha fortissimamente voluto: è un omaggio al geniale teorema del reverendo settecentesco Thomas Bayes, metà filosofo e metà matematico, che ha aperto la strada a un differente approccio alla statistica, l’ha resa in certo qual modo predittiva. E questa è stata l’idea guida dell’ex ragazzino di strada per costruirsi una fortuna. Nata con lui che negozia in un pub, davanti a una pinta di birra, un prestito da 2.500 sterline per far partire la sua microimpresa dall’immenso potenziale.
Dunque, tiriamo le somme e vediamo gli ingredienti della ricetta probabilistica:
- ex ragazzo dei bassifondi,
- studi di altissimo livello,
- straordinario intuito statistico,
- piccola impresa che annusa prima di altre le potenzialità dell’intelligenza artificiale (forse anche come controllo sociale o intelligence),
- collaborazione con servizi segreti e apparati di sorveglianza,
- ingresso ai piani alti della tecnostruttura dell’Occidente negli anni della “guerra al terrore”,
- brevetto a 26 anni per la capacità di riconoscimento delle impronte digitali,
- lunghissima battaglia legale nella controversia per la vendita di una società a una delle più grandi big tech,
- la controversia termina con una sua vittoria miliardaria quantomai inaspettata,
- vacanza in ultrayacht unico al mondo che si inabissa a un palmo dalla costa,
- la tempesta la sente solo quel veliero e non le altre barche intorno
- praticamente in contemporanea muore il socio, ucciso da un’auto mentre corre nella campagna…
Una trama del genere qualsiasi editore ve la cestinerebbe: troppe coincidenze forzate. Oltretutto con l’intrecciarsi di casuali causalità che, proprio come nelle teorie di Bayes (che si occupano di interpretare proprio una possibile concatenazione fra fatti apparentemente distanti fra loro), prova a valutare il mix dei fattori più differenti, e perfino con il veliero intitolato a quel “teorema delle coincidenze”.
In termini probabilistici: forse un caso su 8 miliardi. Cioè: una sola persona fra tutti gli abitanti del pianeta. Ecco che la jella ha cercato proprio lui: Mike Lynch, morto qualche centinaio di metri dalla costa palermitana.
Se la spy story diventa gioco di società
Le “teorie del gomblotto” sono l’ultimo giochino di società che fa dei gialli una forma narrativa diffusa: meglio scansarle come la peste. Ma qui il sospetto ti viene proprio incontro. Sotto il profilo matematico-statistico prima che logico: teorema di Bayes o no, la possibilità che tutte queste circostanze si allineino in un’unica storia, ditemi voi quante sono. Meno di zero, e sono ottimista. E non ho messo nel conto un dettaglio: i 22 a bordo non sono morti tutti: al contrario, in quindici ce l’hanno fatta a salire sulla scialuppa di salvataggio, compresa una bimba di un anno (e la moglie del nostro protagonista). Ma lui no, e nemmeno l’avvocato e nemmeno il superbanchiere (il presidente di Morgan Stanley, uno dei cinque giganti della finanza a stelle e strisce).
L’ultima creatura del genio informatico
A dire il vero, dall’analisi dei tasselli del puzzle delle coincidenze mi sono dimenticato anche un’altra segnalazione, stavolta di “Nova News”. L’ultima creatura di Lynch era una azienda di sicurezza informatica che è «ben nota ai servizi segreti internazionali, italiani compresi, ma ha stretti rapporti, in particolare, con quelli israeliani»: proprio gli 007 di Tel Aviv, secondo una fonte interpellata da “Agenzia Nova”, avrebbero usato i sistemi dell’azienda britannica per «individuare alcuni dei massimi dirigenti di Hamas». Anche in questa nuova azienda era stato dirigente ai massimi livelli il socio di Lynch ammazzato da un’auto nelle stesse ore del naufragio del Bayesian. Anche questa azienda è stata venduta agli americani.
La giornalista Floriana Bulfon (qui il link al podcast che ha realizzato per Chora Media) puntualizza che di questa impresa di cybersecurity hanno fatto parte «persone dell’intelligence anglo-americana giunte direttamente da ruoli di alto profilo nella Cia, nella Nsa e nel controspionaggio britannico: ha una altissima quotazione di borsa per l’approccio nuovissimo alla sicurezza delle reti informatiche mediante strategie capaci di contrastare anche attacchi che in precedenza riuscivano a risultare “invisibili”. Nella sua inchiesta sul Bayesian, ricorda che dopo l’invasione dell’Ucraina la capitalizzazione alla Borsa di Londra è arrivata a 9 miliardi di dollari.
(fine prima parte)