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ASSAGENTI

«Ecco cosa noi imprese di Genova chiediamo a Paroli»

Croce: i cinque tasselli del mosaico per il nuovo presidente

Gianluca Croce

GENOVA. Al primo posto c’è la presentazione del piano regolatore del porto. Subito tallonato da una seconda “priorità delle priorità”: definire le tempistiche previsionali («il più possibile certe») per i grandi lavori in corso, tanto in porto come anche per «le opere di collegamento fra porto e mercato». Parte da qui Gianluca Croce, il presidente al timone dell’Associazione genovese degli agenti e mediatori marittimi, per mettere sul tavolo davanti a Matteo Paroli, presidente incaricato dell’istituzione che governa il principale porto del nostro Paese (e anche quello savonese), una «proposta concreta di modus operandi»: anzi, a lui piace definirlo «un elenco della spesa e quindi degli interventi ma anche dei chiarimenti». A dire il vero, Croce dice che «queste per noi non sono solo priorità» ma qualcosa di più: «vere e proprie emergenze».

In realtà, i punti non sono due bensì cinque. Ecco gli altri:

  • costruzione di un quadro di regole che «consenta di massimizzare l’utilizzo produttivo delle aree portuali, all’insegna di efficienza e competitività»;
  • mantenimento di «un margine significativo di autonomia dell’Autorità di Sistema Portuale per quanto concerne le scelte strategiche dello scalo»;
  • verifica costante degli «obiettivi di traffico e di sviluppo del porto, nella chiave della polifunzionalità di esso».

Croce mette le mani avanti, giura che non vuol fare invasione di campo di fronte al brillante avvocato livornese che viene da fuori (anzi, forse è stato scelto proprio perché estraneo al fuoco incrociato di rancori, liti e beghe all’ombra della Lanterna).

«Non intendiamo né porre condizioni né travalicare il nostro ruolo che è quello di fornire anche alle istituzioni chiavi di lettura frutto della nostra esperienza. E proprio in questa ottica, –  avverte Croce – anche dopo le dichiarazioni del nuovo comandante del porto, contrammiraglio Antonio Ranieri, e nella prospettiva che a breve vengano formalizzati gli ultimi passaggi per la piena investitura del nuovo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale di Genova, Assagenti avverte la necessità di sottolineare quali sono e quali saranno le priorità per il porto di Genova».

È su questi cinque aspetti che il mondo imprenditoriale portuale («e quindi la nostra categoria nel ruolo conquistato sul campo» di “punto di incontro” della comunità marittimo-portuale) «attende risposte in tempi, ci spiace per il nuovo presidente, che dovranno essere serrati».

Di fronte all’elencazione delle cinque emergenze, Croce conclude: «Ovvietà? Forse ma crediamo che la priorità assoluta sia quella oggi di uscire dalla sala delle carte nautiche, con una rotta precisa e con traguardi di cui porsi tempi e motivazioni». Aggiungendo poi: malauguratamente il porto di Genova ha «attraversato acque tempestose e in molti casi anche chi si è dovuto fare carico della sua “governance” è stato costretto a navigare a vista. Ora è venuto il momento di tracciare una rotta per una navigazione sicura e di lungo corso».

Pubblicato il
14 Maggio 2025

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