Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Gioia Tauro, la resecazione non deve passare dal “Via”

Inquadramento area di intervento

GIOIA TAURO. È in dirittura d’arrivo il progetto di resecazione della banchina di Ponente nei tratti G-H-I del porto di Gioia Tauro. A darne notizia è l’Autorità di Sistema Portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio, al cui timone come presidente è l’ammiraglio livornese Andrea Agostinelli: lo fa segnalando che la commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale (Via e Vas) e la sottocommissione Via del ministero dell’ambiente hanno stabilito che, «a seguito delle risultanze dell’istruttoria effettuata», il progetto «non deve essere sottoposto al procedimento di valutazione d’impatto ambientale “Via” in quanto non determina potenziali impatti ambientali significativi e negativi».

L’intervento – viene spiegato – si colloca nell’ambito di «un processo di approfondimento e consolidamento dei fondali del canale portuale e del bacino di espansione, nonché di adeguamento tecnico funzionale».

Correlato alla proposta di “adeguamento tecnico funzionale” al piano regolatore portuale, il progetto in questione consiste nella modifica della sagoma attraverso la rettificazione degli allineamenti delle banchine esistenti e va ad interessare l’intera estensione dei tratti G-H-I delle banchine di Ponente. Secondo quanto viene spiegato, questo intervento si è reso necessario per «permettere il sorpasso nel canale portuale delle navi di grandi dimensioni in presenza, lungo la banchina di Levante lato Nord, di altre navi ultra-large, al fine di rendere funzionale anche il tratto D ad una profondità di 17,4 metri». Obiettivo: contribuire allo sviluppo infrastrutturale del porto gioiese modificando la configurazione del bacino, così da aumentare la manovrabilità delle navi nelle fasi di accesso e uscita in porto.

L’ipotesi di intervento è risultata adeguata alla programmazione delle attività di ammodernamento dello scalo portuale (che sono «in buona parte già attuate») e in linea con l’ “adeguamento tecnico funzionale” (che ha già ricevuto parere favorevole dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici). L’intenzione – viene fatto rilevare –  è quella di conferire «piena funzionalità allo scalo marittimo aumentandone la competitività, i livelli di sicurezza e la navigabilità interna».

Pubblicato il
19 Maggio 2025

Potrebbe interessarti

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora