La logistica di Volkswagen punta sul porto di Venezia
Il progetto sarà gestito dall’azienda piemontese Vezzani

Da sinistra: Timo Susser, Tobias Unger, Silvio Bortoluzzi, Fulvio Lino Di Blasio, Peter Horndlein, Salvo Pappalardo, Alessandro Marino
MONACO. La casa automobilistica tedesca Volkswagen, per quanto ultimamente acciaccato è ancora un gigante nell’industria dell’auto, ha scelto Venezia per «avviare una nuova e importante attività di movimentazione veicoli che prenderà il via nell’ottobre 2025 con l’arrivo della prima nave al Terminal Vezzani». A darne notizia è l’Authority veneta guidata da Fulvio Lino Di Blasio, sottolineando che lo scalo di Venezia rafforza in tal modo «il suo ruolo all’interno delle reti logistiche internazionali» e si afferma come «nodo intermodale strategico per l’industria automobilistica europea».
Venezia ci crede e vede in questa decisione del colosso di Wolfsburg lo squadernarsi di «nuovi mercati per Venezia» riuscendo altresì a consolidare «ulteriormente un settore già in forte crescita negli ultimi anni».
Da un lato, c’è la notizia che il traffico automobilistico nel porto di Venezia – viene fatto rilevare – ha registrato «una crescita a doppia cifra nell’ultimo anno»: un risultato che l’istituzione portuale veneta interpreta come una riprova della «competitività dello scalo in questo settore». Dall’altro, a ciò si aggiunge ora l’arrivo di un leader globale del settore. Al tirar delle somme, a giudizio dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale questo trend «non solo viene rafforzato ma anche strutturato, gettando le basi per uno sviluppo stabile e di lungo periodo».
A quanto è stato reso noto, il progetto sarà gestito dall’azienda piemontese Vezzani, che ha ottenuto una concessione venticinquennale dall’Authority di Venezia per l’ex banchina Sirma e l’area adiacente di Porto Marghera. Il sito, precedentemente inutilizzato, sarà completamente riqualificato – questa la sottolineatura da parte dell’ente portuale – con «un investimento di oltre 5 milioni di euro» e diventerà un vero e proprio centro intermodale dedicato al traffico ro-ro (roll-on/roll-off) di veicoli.
Se dal quartier generale dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale si parla di un “hub” che «collega Venezia all’Europa e al mondo», è perché – viene messo in rilievo – «i numeri e le caratteristiche del progetto parlano chiaro»:
- treni settimanali verso i mercati dell’Europa centrale e orientale;
- nuove rotte marittime dall’Estremo Oriente, grazie all’integrazione di Venezia nei flussi logistici internazionali del Gruppo Volkswagen;
- riqualificazione di 27 ettari di aree industriali dismesse, collegate a uno snodo ferroviario e riconvertite a funzioni logistiche, con impatti positivi su occupazione ed economia del territorio.
L’ente veneziano ricorda che è stato possibile approvare rapidamente il progetto «grazie all’inserimento nella “Zona Logistica Semplificata” e all’utilizzo dello Sportello Unico Amministrativo, confermando l’attrattività di Porto Marghera per investimenti industriali innovativi, sostenibili e ad alto valore aggiunto».
Quanto agli Investimenti per l’intermodalità, va detto che l’Autorità di Sistema Portuale ha puntati sulla crescita del settore auto con «investimenti infrastrutturali strategici per oltre 60 milioni di euro». Finalizzati a:
- aumentare la capacità ferroviaria interna e i collegamenti con la rete ferroviaria nazionale;
- ridurre le interferenze tra traffico stradale e ferroviario;
- migliorare l’accessibilità logistica alle aree industriali e terminalistiche del porto.
Secondo quanto viene riferito, i progetti in corso includono:
- un nuovo ponte ferroviario sul Canale Industriale Ovest;
- l’ampliamento di Via dell’Elettricità;
- l’adeguamento dello svincolo di Via della Chimica e l’espansione della stazione di Venezia Marghera Scalo, che sarà in grado di gestire fino a 40 treni al giorno, rendendo lo scalo un punto di riferimento per l’intermodalità nell’Alto Adriatico.
Viene ance sottolineato che, in parallelo, è in fase avanzata «lo sviluppo della nuova piattaforma logistica di Porto Marghera»: si tratta – viene spiegato – di una «infrastruttura chiave per la gestione dei flussi agroalimentari e containerizzati, collegata a oltre 65 km di rete ferroviaria interna».
Per Peter Hörndlein, responsabile della logistica veicoli di Volkswagen Group Logistics, la scelta del porto di Venezia soddisfa le proprie ambizioni: «Non è solo un passo in avanti importante per rendere più flessibile e resiliente la logistica dei veicoli del Gruppo Volkswagen, ma anche una leva decisiva per ridurre contemporaneamente costi ed emissioni di CO2».
Fulvio Lino Di Blasio, numero uno dell’istituzione portuale veneziana, vede nella decisione di Volkswagen «l’ennesima dimostrazione della nostra capacità di attrarre investimenti strategici: il porto di Venezia sta diventando una destinazione privilegiata per operatori globali della logistica e dell’industria dell’auto». Di Blasio tiene a ribadire che non si tratta solo di nuovi flussi di traffico: «È una piattaforma di sviluppo che ci collega stabilmente ai mercati dell’Estremo Oriente e dell’Europa centrale e orientale, rafforzando il nostro posizionamento internazionale».
A questo punto però si pone una questione e Di Blasio lo dice senza girarci intorno: «Questo progetto evidenzia l’urgenza di rispondere alla crescente domanda di spazi all’interno del porto per attività logistiche. È fondamentale individuare nuove aree per sostenere la crescita di un settore che è diventato un pilastro strutturale per il nostro porto e per tutto il territorio. L’Autorità di Sistema continua a investire in intermodalità, sostenibilità e attrattività regionale (anche grazie alla Zls) per offrire risposte concrete alle esigenze degli operatori e generare valore per l’intero sistema Veneto».