Tdt, Grimaldi cede il 5% alla Compagnia portuale di Livorno
La ricerca di un radicamento locale in vista del duello con Msc su Darsena Europa

Enzo Raugei (numero uno della Compagnia Portuale Livorno) e, a destra, Diego Pacella (amministratore delegato di Grimaldi Group e di Grimaldi Euromed) in occasione della firma del passaggio di quote
LIVORNO. Affare fatto fra Grimaldi e la Compagnia Portuale a Livorno: la cooperativa dei portuali labronici entra con una piccola quota nel capitale di Tdt, la società che il gruppo Grimaldi aveva rilevato dai fondi internazionali Infravia e Infracapital nei primi giorni dello scorso anno con un 80% rilevato per il tramite di Grimaldi Euromed e il rimanente 20% attraverso un’altra controllata del gruppo, Grimaldi Deep Sea.
È stata Grimaldi Euromed spa a cedere la quota del 5% con un contratto che, secondo quanto riferiscono le parti, è stato firmato nella giornata di oggi mercoledì 9 luglio: è prevista anche l’opzione a favore del nuovo azionista per l’acquisto di un ulteriore 5% del capitale sociale.
A questo punto, – come precisato nella dichiarazione ufficiale della compagnia armatoriale napoletana e del socio livornese, la società del Terminal Darsena Toscana «resta controllata da Grimaldi Euromed spa, che ne detiene ora il 75%; il resto del suo capitale è per il 20% di Grimaldi Deep Sea spa, altra società del gruppo Grimaldi, e per il 5% di Cpl (Compagnia Portuale di Livorno)».
Anche se nella nota non se ne fa menzione esplicita, per capire questa mossa bisogna guardare al domani alla Darsena Europa più che all’oggi alla Darsena Toscana: stiamo parlando della nuova espansione a mare in fase di realizzazione che è nei piani tanto di Grimaldi quanto di Msc in una sorta di duello.
Il colosso ginevrino della famiglia Aponte si è già da tempo fatto avanti con l’Autorità di Sistema Portuale per candidarsi come investitore industriale privato per completare l’infrastruttura e averla poi in concessione: l’ha fatto presentandosi già con due realtà imprenditoriali di primo piano del porto di Livorno, che fanno capo alle famiglie labroniche Neri, da un lato, e Lorenzini e Grifoni, dall’altro. È da ritenere che Grimaldi con questo 5% affidato ai portuali abbia cercato di inserire nella propria compagine un radicamento locale: del resto, è proprio il comunicato ufficiale che mette nero su bianco il fatto che si tratta di «un soggetto radicato nel territorio, da sempre tra i principali player del porto labronico, caratterizzato per l’affidabilità e la qualità del lavoro, in passato è già stato presente nella compagine sociale di Tdt».

Il terminal Tdt sulla sponda ovest della Darsena Toscana: Grimaldi l’ha acquisito agli inizi del 2024 dai fondi internazionali Infravia e Infracapital
La Compagnia portuale è «attiva a Livorno da oltre 70 anni, quest’ultima è oggi una cooperativa di oltre 220 soci e 57 dipendenti», ha alle spalle la storia nel segno di Italo Piccini e ha «partecipazioni strategiche in diverse società connesse ad attività portuali e terminalistiche».
L’identikit dei due firmatari della cessione del 5% di Tdt è presto detta. Il gruppo Grimaldi si presenta con il biglietto da visita di una multinazionale operante nella logistica con quartier generale a Napoli: è guidato da Gian Luca Grimaldi, Emanuele Grimaldi e Diego Pacella, impiega circa 20mila persone, conta su una flotta di 140 navi e ha in proprietà pè in gestione oltre 20 porti e terminal portuali in 13 Paesi sul mappamondo.
Il gruppo della Compagnia Portuale labronica a Livorno ha sede e a Livorno opera: ha ottenuto le certificazioni Iso 9001, Iso 45001 e Uni/PdR 125:2022 per la parità di genere; impiega circa 300 persone ed è guidato da Enzo Raugei, Marco Dalli, Luca Ghezzani e Luca Cavallini. Svolge servizi ex art.16 ai terminalisti Tdt, Cilp e Livorno Reefer. Quest’ultima, controllata al 100%, è un primario soggetto nella catena del freddo del porto di Livorno: con frutta tropicale e in “controstagione” per circa 6mila contenitori/anno.
Quanto alla fisionomia della società al centro del passaggio di quote, la Tdt, viene sottolineato che gestisce il principale terminal contenitori del porto di Livorno (e uno dei primi 25 del Mediterraneo), che ha un’area totale in concessione pari a 370mila metri quadrati e dispone di quattro accosti operativi. La società impiega 250 dipendenti diretti e opera circa 450 navi all’anno: quest’anno, secondo le previsioni delle due società, Tdt conta di superare i 400mila teu movimentati, «con un aumento di oltre il 10% del traffico rispetto al 2024».

Porto di Livorno: il canale d’accesso, la Torre quattrocentesca del Marzocco e, a sinistra in alto, il Terminal Darsena Toscana
Il terminal è in una posizione strategica, – viene messo in evidenza – con «accessi stradali agevoli e un collegamento diretto alla rete ferroviaria nazionale». In ballo «un importante piano di investimenti infrastrutturali destinati proprio allo sviluppo dei traffici ferroviari»: già adesso comunque vengono operati circa 1.300 treni ogni anno. I benefici di una crescita della “ferroviarizzazione” saranno in termini di «sostenibilità ambientale e decongestionamento del traffico stradale a livello locale e regionale.
Tdt va visto anche come «uno dei principali attori della “catena del freddo” del porto di Livorno, grazie alla sua specializzazione nella gestione dei contenitori frigoriferi in importazione, che rappresentano oltre il 10% del traffico complessivo». Non solo: è «uno snodo strategico per l’esportazione di merci verso il Centro ed il Nord America (Stati Uniti e Canada)». A ciò si aggiunga l’ulteriore impulso alle attività di Tdt in arrivo dalla recente inaugurazione del nuovo “posto di controllo frontaliero” nello scalo livornese («permetterà un ulteriore ampliamento delle categorie merceologiche importabili ed una riduzione dei tempi di inoltro delle merci provenienti dai mercati extra-Ue»). Da questa alleanza, la cooperativa dei portuali si attende «un impulso ed una crescita per le sue attività, legata alla prospettiva di sviluppo strategico che il terminal Tdt ha nei suoi piani».