L’Italia è una superpotenza dei ro-ro e ora guarda al Mediterraneo Est
Grimaldi: negli ultimi 10 anni raddoppiata la quota di mercato nazionale

Da sinistra Guido Grimaldi, Alis e Luigi Di Maio, rappresentante Ue nel Golfo
MANDURIA (Taranto). Nel settore delle “autostrade del mare” (con camion e semirimorchi spediti via mare) l’Italia è una superpotenza marittima: «Otto dei primi dieci porti del Mediterraneo sono italiani. La quota di mercato nazionale è raddoppiata negli ultimi dieci anni, passando dal 13% al 26%». Parola di uno che se ne intende: è Guido Grimaldi, che non solo è presidente dell’associazione Alis ma è anche esponente di una famiglia che con la sua flotta ha fatto la storia della logistica ro-ro. In certo qual modo, lo dice lui stesso: questo primato italiano «non è un caso, ma è il risultato di investimenti mirati e di una visione strategica».
Grimaldi lo ha detto in occasione dell’ evento organizzato proprio da Alis a Manduria nella Masseria Li Reni. Titolo: “L’Italia e il Mediterraneo protagonisti delle nuove sfide globali”. A far gli onori di casa Bruno Vespa, di scena imprese e istituzioni, a cominciare da Edoardo Rixi (viceministro delle infrastrutture), Luigi Di Maio (rappresentante speciale dell’Ue per il Golfo) e Tommaso Cerno (direttore del giornale Il Tempo). Occhi puntati sulla Puglia non solo perché sede dell’incontro ma anche in quanto – sottolineatura di Guido Grimaldi – «porta dell’Italia verso l’Oriente»: i traffici ro-ro dai porti pugliesi verso Grecia e Turchia «stanno crescendo molto», senza contare che all’evento di Manduria erano presenti «le più importanti realtà portuali e logistiche della Grecia e della Turchia». Per Grimaldi è già un fatto tangibile: bisogna essere «protagonisti di questa crescita, sapendo che chi si posiziona oggi su questi mercati avrà vantaggi competitivi enormi domani».

Evento Alis a Manduria
L’attenzione è dunque xa una nuova centralità del Mediterraneo nello scenario globale, con «particolare attenzione alla creazione e al potenziamento dei collegamenti tra Italia, Grecia e Turchia che vanno considerati – si afferma – non come semplici rotte marittime, ma come veri e propri corridoi strategici dove il nostro Paese gioca un ruolo chiave».
Luigi Di Maio, alto rappresentante Ue nel Golfo, batte il tasto delle tensioni geopolitiche e degli scenari di guerra: «Negli ultimi anni abbiamo visto il proliferare di corridoi che connettono Asia ed Europa attraverso il Mediterraneo. Ma sono corridoi che toccano anche i principali focolai di conflitto in questo momento». Sottolineando poi: «La costruzione dei corridoi commerciali non è una subordinata della pace, ma vanno strutturati in parallelo. Possono distribuire i dividendi della pace quando ad esempio saremo in grado di arrivare a un cessate il fuoco a Gaza o a un accordo di non proliferazione nucleare con l’Iran».
In un “panel” al quale hanno partecipato insieme al viceministro Edoardo Rixi, anche Serhan Cilengir (amministratore delegato del porto di Gemport), Kadir Çirkin (vicepresidente di Und), Luigi D’Auria (amministratore delegato di Trans Italia), Francesco Mastro (commissario dell’Authority di Bari.-Brindisi), Athanasios Porfyris (amministratore delegato dell’Igoumenitsa Port Authority), il presidente di Alis Guido Grimaldi è tornato a insistere sullo spinoso caso del sistema di tassazione Eu-Ets e il “Fuel Eu Maritime”: «Siamo preoccupati anche per la prossima introduzione di una tassazione a doppio livello prevista dalla nuova normativa Imo Ghg Fuel Standard, rispetto alla quale appare superflua la coesistenza del sistema Ets europeo: un quadro normativo globale rende ormai ridondante una tassazione regionale sulle emissioni». L’associazione Alis – questo il filo rosso del suo ragionamento – ribadisce che ciò che proviene dal mare deve tornare al mare: i proventi dell’Ets a livello europeo sono stimati in oltre 15 miliardi di euro nel triennio dal 2024 al 2026, dunque «abbiamo chiesto al governo che siano reinvestiti nel settore e nell’aumento della dotazione finanziaria dell’incentivo “Sea Modal Shift” per il quale auspichiamo almeno 100 milioni di euro all’anno».
Sul caso Ets ha alzato il tiro anche il viceministro Edoardo Rixi, ribadendo le critiche all’estensione del sistema Ets al settore marittimo: «È un controsenso, soprattutto rispetto agli obiettivi che l’Europa si è data. Proprio per questo, voglio essere chiaro: tutti i proventi che il ministero incasserà attraverso l’Ets saranno interamente redistribuiti al settore marittimo. Non un euro andrà disperso». Per destinarlo a cosa? «Utilizzeremo queste risorse per sostenere la transizione ecologica della flotta, migliorare la competitività delle imprese e difendere il lavoro e il know-how italiano: è una scelta politica precisa – dice Rixi – perché crediamo nella centralità del mare per lo sviluppo del Paese».