«Vi spiego come la “Zls” può diventare la carta vincente»
Gariglio: nell’era dei dazi choc il segreto è la “zona franca interclusa”

Il terminal Tdt sulla Sponda Ovest della Darsena Toscana
LIVORNO. Le “zone logistiche semplificate” (Zls) possono essere uno «strumento assai utile» per semplificare la babele di autorizzazioni e per concentrare un pacchetto di sostegni agli investimenti. Ma se poi i fondi si limitano a 80 milioni di euro e l’ingranaggio di funzionamento è tale da essere più agevole per grandi realtà, ecco che la concretizzazione operativa rischia di afflosciarne la potenzialità a pochi casi circoscritti. E non è questione di appioppare la colpa a questo o quel governo, è da tempo che ci muoviamo dentro quest’orizzonte .
È quanto emerge nella presentazione del report della Camera di Commercio al tradizionale appuntamento con la “Giornata dell’economia”: al tavolo dei relatori si sono susseguiti gli interventi dell’assessore regionale Leonardo Marras e del commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Nord Tirreno, Davide Gariglio, oltre al sindaco labronico Luca Salvetti e al direttore di Infocamere Paolo Ghezzi, con il presidentre dell’ente camerale Riccardo Breda a far gli onori di casa.
Ma a testimonianza del fatto che la “Zls” può «rappresentare una leva potente per fare della costa toscana una piattaforma logistica di rilievo nazionale», il commissario Gariglio disegna la strada che potrebbe «trasformare la nostra area portuale in un laboratorio di sperimentazione per l’attrazione degli investimenti». Beninteso, – aggiunge – per «raggiungere l’obiettivo non basta la norma, che pure rappresenta un fondamentale punto di partenza: non è sufficiente soltanto una cornice normativa ma un dispositivo operativo che acceleri i processi, favorendo organizzazioni industriali, produttive, che connettano porto, industria, ricerca e lavoro».

La presentazione del dossier in Camera di Commercio. Da sinistra: Davide Gariglio (commissario straordinario della Autorità di sistema portuae del mar Tirreno Settentrionale), Riccardo Breda (presidente della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno), Leonardo Marras (assessore della Regione Toscana)
Anziché insistere su potenzialità e metodi, vediamo cosa: soprattutto – afferma il numero uno dell’Authority labronica – perché i dazi introdotti dall’amministrazione americana stanno evidenziando «l’importanza degli aspetti doganali e delle agevolazioni connesse alle “zone logistiche semplificate”. Gariglio indica uno strumento tecnico-giuridico preciso: l’introduzione di una “zona franca doganale interclusa” (Zfdi) all’interno della “Zls” come «leva per stimolare il commercio internazionale e lo sviluppo industriale di un territorio».
Per Gariglio le “Zfdi”, «soprattutto se integrate nelle “zone logistiche semplificate”», potrebbero garantire alle aziende «vantaggi quali l’esenzione da Iva e dazi su merci non unionali e lo stoccaggio a tempo indeterminato senza costi aggiuntivi». Da tradurre così: questo strumento doganale potrebbe consentire di creare «poli di attrazione per traffici commerciali internazionali e strumenti di sviluppo della competitività del sistema logistico-portuale italiano: credo che questo sia uno degli obiettivi su cui dobbiamo lavorare».
A ciò si aggiunga – tiene a ribadire – la “Zls” è ancora più strategica perché «rappresenta l’interfaccia unitaria per le istanze di autorizzazione unica»: anziché peregrinare da un ente all’altro in cerca del via libera fino alla fase successiva in un interminabile gioco dell’oca, ecco tutto concentrato in una fase unificata. Di più: «Considero una grande opportunità il fatto che tali autorizzazioni uniche ricomprendano anche la concessione demaniale ex art.18».
Batte il tasto dell’autorizzazione unificata anche l’assessore regionale Leonardo Marras, che ora volerà a Osaka per rappresentare all’Expo la Regione Toscana su mandato del “governatore” Eugenio Giani: «Sarebbe una rivoluzione copernicana». E sull’inadeguatezza di quegli 80 milioni come dotazione per gli incentivi tramite credito d’imposta, rincara: «Pochi, ma sarebbe già qualcosa se sapessimo che va avanti diciamo per sette anni: magari anche noi Regione, a misura del nostro bilancio, potremmo comunque contribuire anche noi o magari sviluppare una strategia a sostegno. Solo che se ci sono voluti quattro anni e mezzo per raggiungere un risultato neanche poi troppo adeguato, c’è da chiedersi come possiamo reggere il confronto con la macchina decisionale di realtà come la Turchia o l’Est Europa».
È una fase di incertezza e Marras non ne nasconde le difficoltà per la Toscana («e per il fatto che la nostra economia, così internazionalizzata, è più esposta alle turbolenze di questa fase»). Dentro questa stagnazione incasinata, però, una certezza c’è: la Toscana «ha una straordinaria immagine nel mondo», e queste non sono chiacchiere bensì «un fattore di competitività».

L’ironia labronica ha tramutato l’inadeguatezza delle infrastrutture in uno sfottò: anzi, in una “attrazione turistica”, come indicato su Google Maps con un bel po’ di recensioni. Ci sono pure magliette e profili social per celebrarne la fama
Ma c’è anche qualcosa che funziona poco e male: sono le infrastrutture: questo spazio diffuso che è la nostra “Zls” multipolare – afferma – ha qualche difficoltà perché dall’una all’altra l’attraversamento dei territori è faticoso e «risente di troppe vischiosità». Colpa delle infrastrutture: dito puntato contro la Fi-Pi-Li, contro la Tirrenica mai completata davvero, contro «l’ “alta velocità delle merci” che manca solo qui».
È guardando a questo aspetto che Riccardo Breda, presidente della Camera di Commercio, annuncia il ritorno alla mobilitazione «con una protesta che è una proposta, come quando abbiamo lanciato gli “stati generali delle infrastrutture”». Proprio qui a Livorno, che è «il baricentro geografico fra un’area di crisi riconosciuta come Massa e una in cui la crisi c’è ma non è riconosciuta come la Maremma».
Mauro Zucchelli