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IN VETRINA

Fra Vespa, Ferragamo e design la Toscana strizza l’occhio ai giapponesi

Non siamo solo musei: all’Expo di Osaka per richiamare capitali e turisti

OSAKA. Il genio toscano si mette in mostra per dire che no, non siamo solo un museo e la nostra storia straordinaria non l’abbiamo messa in naftalina: dopo il Rinascimento qualcosa c’è. Ad esempio, l’Ultrafragola di Poltronova, lo specchio/lampada che Sottsass ha creato mezzo secolo fa con spirito dissacrante. C’è il modello che Salvatore Ferragamo realizza prima della guerra per Judy Garland e c’è la Vespa della Piaggio che ha cambiato radicalmente l’idea della mobilità come assaggio della motorizzazione di massa. C’è la porcellana bianca de la mano forata a firma Giò Ponti per Ginori 1735 e c’è il bracciale chicco di riso ideato da Unoaerre Industries. C’è la Firenze di Dante ma vissuta con i visori 3D delle tecnologie di realtà virtuale e ci sono i costumi del Maggio Fiorentino, incluso uno di Maria Callas. Non basterebbero cento righe per infilarci dentro tutto quel che la Toscana, con la regia della Regione, mette in vetrina in Giappone all’Expo Osaka per spiegare al colto e all’inclita che la Toscana non è la Disneyland rimasta inchiodata ai tempi di Leonardo Da Vinci.

“La creatività oltre lo spazio e il tempo”: è questo il sottotitolo che accompagna l’omaggio, appunto, al “genio toscano”. Ha preso corpo nello spazio del Padiglione Italia dedicato alla settimana toscana: la mostra è organizzata dalla Regione con il supporto di Fondazione Sistema Toscana. Obiettivo: offrire una immagine della Toscana che vada al di là di quel che tutto il mondo conosce per evitare il rischio di “musealizzarsi”: per questo è insistita la sottolineatura riguardante il patrimonio manifatturiero toscano letto magari attraverso le forme della creatività nel design fra talenti e capacità produttive. Se vogliamo, è anche un tentativo di esorcizzare i fantasmi della crisi dell’attuale modello di sviluppo che con il sistema piccolo-aziendale flessibile, creativo e ad alta capacità di export ora sembra un po’ battere in testa. A maggior ragione nell’era dei super-dazi di Trump che un giorno ci sono, l’altro no, il terzo forse e il quarto triplicano, secondo un sequenza random.

L’assessore regionale Leonardo Marras, nella squadra del presidente Eugenio Giani, ha in mano le deleghe all’economia e al turismo:  «Con questa mostra vogliamo raccontare il cuore della Toscana: una terra dove la creatività, l’ingegno e la capacità di innovare si fondono in un patrimonio che guarda al futuro. E’ l’occasione per mostrare quanto il saper fare toscano sia capace di dialogare con il mondo, restando fedele alle proprie radici ma aprendosi con intelligenza all’innovazione». Da Marras arriva il grazie alle aziende che hanno reso possibile questo progetto: «Portiamo a Osaka non solo oggetti iconici, ma storie di passione, ricerca e bellezza. È anche così che la Toscana costruisce nuove connessioni e crea opportunità, contribuendo con orgoglio alla visione del Padiglione Italia per Expo 2025».

II quintetto di fiati dellì’Orchestra della Toscana si esibisce di fronte al pubblico giapponese

Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale della Toscana, suona la stessa musica: «Abbiamo fortemente voluto portare questa mostra anche all’interno di Expo perché racconta al meglio, attraverso alcuni prodotti iconici della nostra manifattura, quanto la Toscana sia luogo in grado di tenere insieme passato e futuro, tradizione e innovazione. Ma la nostra presenza a Osaka è molto di più: è la possibilità di raccontare la nostra regione non solo attraverso la sua storia, la sua arte, la sua cultura, ma anche come luogo di grandi opportunità e di capacità di guardare al futuro».

Quel che si diceva: ok il Rinascimento, ma senza restarne imprigionati. Mazzeo lo declina così: «La nostra ambizione è fare della Toscana un punto di riferimento a livello mondiale nel campo dell’innovazione e un luogo in grado di attrarre sempre più investimenti dalle altre parti del mondo. In questo senso siamo convinti che il Giappone, con le sue tante realtà all’avanguardia, possa essere uno dei mercati a cui guardare con maggiore interesse nell’ottica di rafforzare le relazioni industriali e commerciali».

Forse non soltanto un mercato di sbocco. Basti ricordare che è giapponese la proprietà di una delle più grandi fabbriche presenti in territorio toscano: stiamo parlando della Hitachi Rail a Pistoia. Ma non solo: il gigante finanziario nipponico Mitsubishi Ufj Financial Group controlla il fondo australiano che in tandem con Snam ha in mano l’impianto di rigassificazione offshore (Olt Lng) al largo di Livorno e dal 2011 ha aperto a Firenze il proprio centro europeo di ricerca e sviluppo la Yanmar, azienda proprio di Osaka che costruisce motori e macchinari ma qui in Toscana vuol provare a entrare nel nuovo business delle rinnovabili, solo per citarne alcune.

Foto di gruppo in occasione della settimana toscana all’Expo di Osaka

E non è tutto. Secondo quanto riporta il giornale online “InToscana”, oggi come oggi la Toscana è al quarto posto fra le mete italiane per i turisti giapponesi (dopo Lazio, Veneto e Lombardia): in ballo 105mila arrivi e poco meno di 200mila presenze nell’arco dei dodici mesi dello scorso anno. Il motivo della scelta della Toscana? Il 90% punta sulle città d’arte, il turismo balneare (o anche termale, montano o agrituristico) non cattura più di un turista giapponese su dieci. Nel volume complessivo delle presenze di stranieri in Toscana, peraltro, i giapponesi non rappresentano che lo 0,7%: i margini di possibile miglioramento sono amplissimi.

A ciò si aggiunga che, a dar retta ai dati della Banca d’Italia, la spesa complessiva dei viaggiatori giapponesi in Toscana nel 2024 è stata di 111 milioni di euro: equivale al 2,0% della spesa totale degli stranieri. Con una spesa media che a testa è risultata poco sopra i 251 euro, cioè «il 66% in più della spesa media pro-capite stimata per gli stranieri in Toscana».

Comunque, sia chiaro, mica finisce qui: la Toscana resta in cartellone fino al 19 luglio con una serie di appuntamenti. Però quell’intenzione di proiettare lo sguardo sul futuro è leggibile in un evento nella giornata inaugurale: il progetto “Toscana 2050” voluto dal presidente dell’assemblea consiliare Antonio Mazzeo e promosso dal consiglio regionale.

La delegazione tiscana insieme a una delle mascotte dell’Expo

«La Toscana è conosciuta in tutto il mondo – questo il ragionamento di Mazzeo – per il suo patrimonio artistico, culturale e paesaggistico. Ma con Toscana 2050 abbiamo voluto fare qualcosa di diverso: immaginare, con metodo e coraggio, cosa sarà, e soprattutto cosa vogliamo che sia, questa regione nel 2050. Abbiamo costruito un percorso partecipativo, aperto, inclusivo. Abbiamo coinvolto università, giovani, imprese, amministrazioni locali, esperti internazionali e cittadini. Non è un libro dei sogni, ma una bussola concreta. Una bussola pensata per orientare le scelte politiche e strategiche verso un futuro più giusto, sostenibile e innovativo».

Cinque le parole chiave che fanno da stelle polari per il progetto.

  • Conoscenza: perché «la Toscana del futuro investe sulla scuola, sulla ricerca, sulle competenze digitali e sull’intelligenza artificiale».
  • Benessere: perché «immaginiamo una sanità pubblica sempre più vicina alle persone, fondata sulla prevenzione e sull’equità».
  • Sostenibilità: basata su energia pulita, mobilità integrata, rigenerazione urbana».
  • Comunità: perché «vogliamo rafforzare i legami sociali, contrastare le disuguaglianze e valorizzare le aree interne».
  • Innovazione: perché «non è solo tecnologia, è un nuovo modo di pensare le politiche pubbliche».

 

Pubblicato il
16 Luglio 2025
di BOB CREMONESI

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