Porto di Ancona, undici incontri per eventuali osservazioni al piano regolatore
ANCONA. Al via il percorso di consultazioni informali sulla proposta preliminare del nuovo piano regolatore portuale di Ancona. A darne notizia è l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale che ha messo sulla rampa di lancio una proposta che, secondo quanto viene sottolineato, «recepisce gli obiettivi definiti dal Documento di programmazione strategica di sistema portuale per lo scalo dorico».
Si tratta di undici incontri previsti nel mese di luglio nella sede dell’istituzione potuale marchigiana per «accogliere eventuali osservazioni e contributi sul documento di pianificazione del porto di Ancona» mentre prosegue – si ribadisce – la fase di valutazione ambientale strategica al ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica.
L’Authority di Ancona ha organizzato questi confronti come «un’ulteriore opportunità – viene detto – di interazione con i portatori di interesse rispetto a quelle già previste dalla legge, per arrivare alla definizione di un piano regolatore portuale quanto più possibile condiviso». Ai confronti partecipano i vertici dell’Autorità di sistema portuale, la direzione tecnica e i professionisti incaricati della redazione del piano regolatore portuale, sono stati invitati i rappresentanti della comunità marittimo-portuale, le istituzioni, le forze dell’ordine e militari, i sindacati, gli ordini professionali e le associazioni ambientaliste e culturali.
«È nostro compito pianificare, attraverso il piano regolatore portuale, quello che sarà il porto del futuro», afferma Vincenzo Garofalo, presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, nel primo incontro che ha coinvolto le imprese, i concessionari, gli agenti marittimi e gli spedizionieri. «Un impegno non facile perché – viene ribadito – ci obbliga a fare previsioni di andamento dei traffici per i prossimi anni in relazione alle scelte strategiche della portualità nazionale, alla geopolitica, alle dinamiche economiche internazionali come d’altronde fanno continuamente gli stessi operatori portuali». È per questo motivo che Garofalo si dice interessato ad «ascoltare i contributi di coloro che vivono il porto da protagonisti, per costruire uno strumento di sviluppo il più possibile condiviso e adatto alle esigenze del cluster marittimo, delle istituzioni e degli stakeholder. Ovviamente, come Authority, faremo sintesi di quanto emerso da questi incontri».