Una tonnellata di merce ogni otto passa dai porti
In forte aumento (più 15%) anche il trasporto aereo
ROMA. Nel trasporto marittimo l’Italia si conferma al terzo posto in Europa per volumi di traffico: il 12,9% delle tonnellate di merci totali trasportate passa per un porto italiano. Con una sottolineatura: è in crescita il traffico intermodale a discapito di quello tradizionale, con una significativa crescita dei traffici di container (più 9,7% nel 2024 rispetto al 2019) e dei traghetti ro-ro (più 7,8%). Di contro, si registra «un forte calo soprattutto per le rinfuse solide (meno 25,2% sul 2018)» mentre per le rinfuse liquide ci si attesta su un calo di 7,7 puti percentuali. Da aggiungere che, nel complesso, l’andamento del trasporto marittimo mostra in Italia comunque una flessione del 3% sul 2018.
Sono questi alcuni dei dati emersi in occasione della presentazione al Senato – a cura del prof. Vittorio Marzano e dell’ingegner Damiano Frosi per iniziativa del senatore Etelwardo Sigismondi (Fdi) – del primo bollettino dell’Osservatorio Freight Insights realizzato dal Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (Most) con la Fondazione Centro Studi Economia della Logistica e delle Infrastrutture.
Sul versante del trasporto aereo si rileva «una forte vivacità»: nel 2024 il traffico cargo (1,25 milioni di tonnellate) è aumentato del 14,9% sull’anno precedente. Dalla ricerca – viene ribadito – emergono le potenzialità sommerse del comparto: si nota «una rilevante incidenza dell’ “aviocamionato”, ovvero il trasporto via strada fino agli aeroporti esteri, che si attesta tra le 600mila e il milione di tonnellate di merci annue».
L’indagine dell’Osservatorio su un campione di imprese di autotrasporto – viene fatto rilevare – mostra «una crescita del fatturato delle imprese medio-grandi». Ma con «ampi margini di miglioramento in termini di riempimento dei veicoli e ottimizzazione dei viaggi di ritorno: l’indice di riempimento dei camion si attesta infatti all’80% per l’andata, e solo al 60% per il ritorno». Nell’indagine si sottolinea che la sostenibilità dei trasporti dipende «non solo dall’introduzione di veicoli elettrici ma anche dall’aumento dell’efficienza».
L’Osservatorio segnala che il trasporto stradale delle merci tenda ad essere «sottostimato dalle statistiche ufficiali dell’Unione Europea»: a dar retta alle elaborazioni di Freight Insights, il trasporto via strada è stimabile «fra 30,4 e 37,4 miliardi di veicoli/km, circa il doppio rispetto ai dati Ue». Quanto alle autostrade italiane, sono «la spina dorsale dei traffici»: grazie alla capillarità della rete le imprese possono «raggiungere rapidamente porti e terminal ferroviari». Con qualche eccezione soprattutto al Sud rispetto alla congestione e l’accessibilità multimodale: in Sicilia e Calabria «il tempo medio per raggiungere i terminali ferroviari supera i 120 minuti».
«Il rapporto porta alla luce dati fondamentali sulla condizione delle infrastrutture e sui trend attuali della logistica in Italia: occorre partire da qui per convertire le evidenze emerse in decisioni», afferma il senatore Sigismondi. «Attraverso l’Osservatorio Freight Insights – dice Gianmarco Montanari, direttore generale di Most – stiamo scoprendo un settore della logistica e dei trasporti in Italia che si distingue per la sua resilienza e autoregolazione». Per Fabrizio Palenzona, presidente della Fondazione Cseli, il rapporto evidenzia come ci siano da «superare le criticità della rete ferroviaria, aumentare l’accessibilità dei nodi logistici, superare la congestione stradale ammodernando la rete- considerando anche i volumi trasportati su gomma, aumentare il trasporto aereo e sviluppare una strategia portuale in ottica sistemica. Questi pezzi della filiera devono essere interconnessi tra loro con la massima efficienza, per dare al Paese una leva di competitività nell’interesse collettivo».