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TAGLIO DEL NASTRO

L’(ultimo?) atto di Agostinelli a Gioia Tauro: gli alloggi della Capitaneria

Dalla crisi alla rinascita del porto, l’occasione di un bilancio

Andrea Agostinelli

GIOIA TAURO. «Finisco (o dovrei finire) dove ho cominciato nel lontano 2015, quando arrivai a Gioia ancora in servizio nella Marina Militare Italiana, indossando i gradi di capitano di vascello». Sta per scadere il suo mandato al timone del porto di Gioia Tauro e del sistema connesso, e l’ammiraglio livornese Andrea Agostinelli da presidente uscente inaugura i nuovi alloggi della Guardia Costiera: è «l’ennesima infrastruttura progettata e realizzata a favore del porto e della comunità portuale».

I nuovi alloggi della Capitaneria

In questo caso, si tratta di una «componente fondamentale com’è la Guardia Costiera», ma un discorso analogo vale per la “casa del portuale” («sta prendendo forma nell’area del Terminal Mct») o per la riqualificazione urbana e stradale dell’asse attrezzato che collega Gioia con San Ferdinando e Rosarno («siamo l’ente attuatore») o a Crotone con la inaugurazione del lungomare del Portovecchio o fra qualche tempo con la nuova sede dei Piloti dello Stretto («abbiamo approvato lo stanziamento delle risorse»).

Non è un semplice taglio del nastro bensì l’illustrazione di un modo d’essere che ha messo l’agire di Agostinelli al centro della crescita dello scalo gioiese al di sopra di ogni aspettativa (con la concreta ipotesi di superare a fine anno i 4 milioni di teu): se Agostinelli insiste su queste realizzazioni è anche perché, come sottolinea, un porto non è solo  banchine e navi, ma «anche di un corollario di infrastrutture materiali ed immateriali e comunque accessorie che lo rendono moderno, efficiente e sostenibile».

Lodato il lavoro dell’area tecnica guidata dall’ing. De Maria e della Impresa Samoa, Agostinelli reindossa i panni da ammiraglio ispettore di «quella Guardia Costiera che ha appena festeggiato i 160 anni dalla sua costituzione»: e qui arriva il ricordo dell’ammiraglio Raimondo Pollastrini e del suo concetto di “sicurezza produttiva” (fra «tutela del lavoro portuale, sicurezza degli accosti e delle operazioni portuali, pur in terminal sterminati e performance sbalorditive»). Ha citato i comandanti che si sono susseguiti per ribadire che «con tutti il dialogo è stato costante e proficuo». Fino a riuscire a portare Gioia Tauro «dallo sprofondo di crisi gravissime ai vertici nazionali e a prospettive di sviluppo ancora più esaltanti».

L’ultimo traguardo tagliato insieme? «La destinazione cantieristica e riparazioni navali per la banchina di ponente: ho deciso – dice Agostinelli – di denominarla “banchina Eranova”: un’altra importantissima funzione portuale che abbiamo aggiunto a questo porto straordinario». Cosa ci aspetta ora? «La risagomatura della banchina di ponente ma soprattutto l’allargamento irrinunciabile della imboccatura portuale».

Per quanto riguarda la realizzazione degli alloggi di servizio della Capitaneria di Porto di Gioia Tauro, efficienza energetica, minori consumi elettrici e più sprint alle energie rinnovabili sono gli elementi chiave dell’edificio. A fare gli onori di casa, il comandante della Capitaneria di porto di Gioia Tauro, Martino Rendina, accompagnato dal Direttore marittimo della Calabria e della Basilicata Tirrenica, Giuseppe Sciarrone e, appunto, dal presidente della Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli.

Pubblicato il
28 Luglio 2025

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