Savona, Paroli punta sulle banchine 32 e 33 nella Zona Alti Fondali
Non solo il ripristino delle strutture danneggiate ma qualcosa di più»

Matteo Paroli
SAVONA. Far partire effettivamente i lavori prima che arrivi il nuovo anno e restituire la piena operatività a «una delle aree più rilevanti per i traffici ro-ro di autovetture e macchine operatrici»: è con questa ambizione che l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale guidata da Matteo Paroli, prima come commissario straordinario e ora come presidente, ha messo in pista la gara per l’affidamento degli interventi di ripristino e potenziamento delle banchine 32 e 33, che nella geografia del porto di Savona sono nella zona Alti Fondali.
L’istituzione portuale ha destinato a quest’infrastruttura un «investimento complessivo di oltre 6,7 milioni di euro con un importo a base di gara per l’aggiudicazione dei lavori di circa 5,5 milioni di euro»: in ballo è il progetto denominato “P.829 strutture della Scassa 33 e della banchina Zona 32 Sud”.
Paroli ne ha parlato in un incontro con la comunità marittimo-portuale savonese sottolineando di aver ritenuto quest’opera fin da subito «un intervento essenziale per garantire la continuità dei traffici e per l’accessibilità e l’efficienza dell’infrastruttura portuale». Aggiungendo: «Su queste opere abbiamo e avremo sempre la considerazione necessaria e posso dire che anche il governo ha dimostrato la massima attenzione». Gli operatori interessati alla gara d’appalto avranno tempo fino al 12 agosto per farsi avanti
Da Palazzo San Giorgio, quartier generale dell’ente portuale genovese che ha competenza anche sullo scalo savonese, si tiene a ribadire che è emersa la necessità di pendere di petto la questione, visti «i cedimenti strutturali registrati nel marzo dello scorso anno». A causarli è stato il maltempo con «una serie di eventi meteomarini di particolare intensità». Viene spiegato che all’azione di consolidamento si accompagneranno misure di prevenzione finalizzate a contrastare l’erosione (e «a tutelare l’integrità del piede della banchina, così da assicurare la durabilità dell’infrastruttura e la continuità delle operazioni portuali»).
Ecco perché i lavori – viene fatto rilevare – non si limiteranno al ripristino strutturale delle banchine danneggiate: si provvederà anche al «loro potenziamento, attraverso la realizzazione di nuove opere strutturali, l’approfondimento del tirante idraulico e l’installazione di arredi di banchina e protezioni dei fondali». Obiettivo: garantire «una maggiore stabilità e sicurezza nel lungo periodo, in linea con i più aggiornati standard tecnici e con l’atteso incremento dei volumi di traffico navale».