Ancona, chi fa la bonifica bellica in vista del dragaggio
L’escavo riguarderà tutte le banchine commerciali dalla 19 alla 26
ANCONA. Firmando il contratto di aggiudicazione per la bonifica bellica sistematica subacquea degli specchi acquei del bacino commerciale, il porto di Ancona compie un altro passo avanti per dragare i fondali dello scalo: questo genere di interventi è indispensabile per poter passare poi all’escavo effettivo che riguarderà «tutte le banchine commerciali dalla 19 alla 26», come spiega l’annuncio dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale guidata dal presidente Vincenzo Garofalo.
A eseguire l’intervento sarà il pool di imprese che ha come capofila la Ce.Sub. e comprende anche la società Mancarella Pietro. Il costo è 546mila euro, ci vorranno otto mesi. Dal 1° settembre prossimo il raggruppamento d’imprese presenterà al Genio Dife del Ministero della Difesa l’istanza per avere nulla osta all’inizio della bonifica bellica. L’attività interesserà – è quanto riferisce l’Authority dorica – una «superficie complessiva di 360mila metri quadrati fino alle profondità previste dall’intervento di dragaggio».
La bonifica – viene fatto rilevare – prevede «la ricognizione e la verifica dell’eventuale presenza di ordigni residuati bellici». Com’è noto, si tratta di un intervento «indispensabile per garantire la sicurezza nei lavori di dragaggio nello scalo, che è stato teatro di bombardamenti durante la Seconda guerra mondiale». È da aggiungere che la bonifica bellica include «anche l’individuazione, la rimozione e lo smaltimento di oggetti metallici dispersi in mare».
Le operazioni di bonifica sono state progettate avendo cura di «limitare i disagi legati alla fruibilità delle aree portuali durante l’esecuzione delle attività di ricerca degli ordigni bellici», secondo quanto viene annunciato. Le fasi lavorative sono previste «nelle ore diurne», comunque – si precisa – sarà «assicurata la navigabilità e la fruibilità dell’area portuale in ogni condizione meteo marina».
È questa la pre-condizione per far decollare il progetto di dragaggio del bacino commerciale dello scalo di Ancona: per questo lavoro è già in campo un bando di gara che risulta aperto fino al 26 settembre prossimo.
È un progetto «atteso da anni dagli operatori»: il dragaggio permetterà di raggiungere le quote massime di profondità previste dal piano regolatore portuale vigente: vanno dai meno 12,50 metri delle banchine 19-20-21 fino ai meno 14 metri della banchina 26. Dal quartier generale dell’istituzione portuale marchigiana si sottolinea che, «dopo un iter autorizzativo complesso», l’intervento «migliorerà la navigabilità e potenzierà la competitività del porto dorico che potrà così accogliere navi di maggiore capacità e stazza».
«Abbiamo lavorato con intensità in questi anni per definire e organizzare il programma di lavori per il miglioramento complessivo del porto di Ancona e adesso, come in un domino, i progetti si stanno svelando uno dopo l’altro», dice Vincenzo Garofalo, presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale. «Anche l’intervento di bonifica bellica, prima, e il dragaggio, poi, fanno parte di questo percorso – afferma – che ci porterà ad uno scalo sempre più competitivo e pronto, grazie al lavoro del cluster marittimo, a cogliere nuove opportunità di sviluppo sia per l’economia portuale sia per quella del territorio».