Visita il sito web
Tempo per la lettura: 5 minuti
ALLEANZE

Grendi entra in Dario Perioli: occhi puntati sul Nord Africa

Acquisisce il 70% ma resta marchio, autonomia e amministratore delegato

Un momento dell’accordo tra Grendi e Dario Perioli

GENOVA. Il gruppo Grendi – storica impresa familiare nata a Genova nel 1828 – ha dalla sua un fatturato che tramite crescita organica nel 2024 ha fatto un balzo del 20% e ha raggiunto come consolidato quota 118 milioni (con 254 dipendenti diretti attorno ai quali orbita un indotto di altri 400 addetti). Stavolta con l’intreccio con la Dario Perioli spa punta a mettere sulla rampa di lancio «un gruppo logistico da 150 milioni di fatturato e 350 persone». Un polo logistico made in Italy «competitivo a livello europeo», che faccia del rafforzamento  nei traffici del Mediterraneo il proprio centro e sostenga dunque «il ruolo strategico dell’Italia nei corridoi logistici internazionali».

L’integrazione tra Grendi e Dario Perioli viene presentata come «una piattaforma operativa italiana capace di presidiare in modo efficiente e sostenibile i flussi commerciali tra Europa e Nord Africa»: lo si deve a «una rete di servizi intermodali, terminali portuali, collegamenti marittimi e competenze doganali integrate». Tutto questo – viene fatto rilevare – è in consonanza con «un contesto politico ed economico sempre più favorevole»: si pensi al recente Summit Italia-Algeria del 23 luglio scorso e agli aspetti-chiave del Piano Mattei (con l’intenzione di «intensificare le connessioni logistiche tra le due sponde del Mediterraneo»).

In realtà, è una integrazione che prende le vesti di una acquisizione del controllo ma è anche un’alleanza strategica: Grandi prende in mano il 70% di Dario Perioli spa mentre il 30% rimarrà a Michele Giromini, ma sarà proprio Giromini a conservare l’incarico di amministratore delegato. La nota ufficiale parla di «operazione industriale strategica che rafforza il posizionamento e la crescita del volume di affari consolidato»: in testa alle «importanti sinergie» c’è soprattutto lo spazio che si apre sul versante dei «collegamenti con il Nord Africa», com’è esplicitamente indicato.

Grendi Futura Marina di Carrara

È proprio sull’attenzione alle rotte merci con l’area nordafricana (e in particolare l’Algeria) che si insiste parlandi dell’integrazione con Dario Perioli spa, non a caso indicato come operatore con servizi specializzati e complementari con particolare attenzione a quella fascia di costa mediterranea.

Grendi tiene a mettere in evidenza che il gruppo Dario Perioli continuerà a «operare con la propria identità ed autonomia operativa: come detto, l’amministratore delegato Michele Giromini resterà alla guida dell’azienda e «manterrà tramite la società interamente controllata Fingiro srl una quota del 30% del capitale», tale da garantire così «continuità nella gestione e nei rapporti con clienti e partner».

Dario Perioli spa è una azienda nata a La Spezia nel 1908, sviluppa un fatturato di 30 milioni di euro con un centinaio di addetti e un portafoglio di 600 clienti per un ventaglio di servizi a lato del trasporto marittimo con collegamenti lungo l’arco costiero del Mediterraneo Ovest (Francia, Spagna e poi Marocco, Algeria e Tunisia). Mdc Terminal (Gruppo Dario Perioli) insieme al terminal Grendi – viene sottolineato – completano «un modello di offerta integrato per la movimentazione delle merci tra Italia e Nord-Africa e fanno di Marina di Carrara un hub per tutto il mediterraneo per l’imbarco e sbarco di qualsiasi tipologia di merce in import ed export».

Il closing è avvenuto oggi dopo alcuni mesi di negoziazione tra Grendi Trasporti Marittimi da una parte e i soci usciti dalla compagine sociale, Sar.Fin s.r.l. e Finanziaria GB s.r.l., e Fingiro s.r.l. dall’altra.

Antonio Musso

Antonio Musso, amministratore delegato del gruppo Grendi, insiste su un aspetto: «La combinazione delle competenze e degli asset delle due realtà consentirà di ottimizzare rotte, ridurre tempi di transito e aumentare l’efficienza operativa, generando valore per clienti e partner lungo la catena logistica. Viene inoltre valorizzata la complementarità dei servizi delle due realtà, con sinergie industriali tangibili e immediate». A suo giudizio, le due realtà hanno una forte complementarietà: l’esperienza del gruppo Dario Perioli sul trasporto di merci tradizionali e alla rinfusa – avverte – «bene si affianca al trasporto containerizzato del nostro gruppo che oggi opera con una flotta di 4 navi». Musso lo vede come «un esempio di integrazione effettiva nel sistema portuale Marina di Carrara-La Spezia che mette insieme storia, prospettive e voglia di crescere e punta ad una realtà da 150 milioni di euro di fatturato e circa 350 persone».

Costanza Musso, amministratrice delegata del Gruppo Grendi, è una acquisizione che «rappresenta un passo strategico nel nostro percorso di crescita»: lo dice ricordando che «nel 2028 celebreremo insieme 320 anni di storia: 200 anni di esperienza di Grendi e 120 di Perioli, un patrimonio di conoscenze che rappresenta una solida base per affrontare con efficacia le evoluzioni del settore».  Ecco le sue parole: «L’unione con un’azienda che stimiamo e la sostenibilità al centro del nostro modello di sviluppo con lo statuto benefit – afferma – ci consentono di ampliare la capacità di risposta alle sfide attuali e future del mercato». Aggiungendo poi: «Intendiamo valorizzare l’esperienza e la competenza del Gruppo Dario Perioli, sostenendone lo sviluppo e mantenendo la qualità e la flessibilità che lo contraddistinguono. Quest’operazione, si inserisce nella nostra strategia che promuove modelli logistici più efficienti e a ridotto impatto ambientale, grazie anche all’ottimizzazione delle reti distributive».

Michele Giromini, amministratore delegato di Dario Perioli Group, dice che con Grendi «condividiamo visione industriale, cultura del lavoro e un impegno concreto verso crescita, solidità e qualità operativa». Vede in questa operazione «un importante riconoscimento del percorso compiuto dal nostro team, che con impegno e competenza ha consolidato la nostra identità e la fiducia del mercato». Lo ripete ringraziando «i soci che ci hanno accompagnato fino a qui, contribuendo con responsabilità e visione alla costruzione di un’azienda solida, capace oggi di affrontare nuove sfide». Nell’opinione di Giromini, la partnership con Grendi «rafforza il modello logistico integrato dove le nostre competenze si combinano in modo complementare con l’esperienza e le infrastrutture del gruppo, generando sinergie industriali immediate e una visione strategica comune».

Nell’operazione, Grendi Trasporti Marittimi è stata assistita dagli avvocati Riccardo Salvini e Valeria Pelà di Scpt Studio Legale, da Alessandro Elmetti, Alessandro Motta, Margherita Finotti, Attilio Torracca e Davide Bertoli per Forvis Mazars e Antonio D’Oca, Antonella D’Oca e Stefano Bonci per Studio D’Oca, affiancati da un team interno costituito dal direttore finanziario Sabrina Passione, Federico Berruti e Euan Lonmon, mentre Sar.Fin., Finanziaria GB e Fingiro, sono stati assistiti dagli avvocati Gabriele Ramponi e Francesca Ruggiero di Gianni & Origoni, da Claudio Scardovi e Mario Ciunfrini, rispettivamente senior partner e director Deloitte, e da Matteo Dotti per Elimat in collaborazione col team aziendale coordinato dal direttore generale Andrea Scarparo e dal responsabile finanziario Gianluca Fadda. Il notaio che ha seguito l’operazione è Riccardo Dogliotti di Genova.

Pubblicato il
6 Agosto 2025

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio