Marina di Carrara, sarà ampliata la banchina Taliercio
Il ministero: non c’è bisogno della valutazione di impatto ambientale
MARINA DI CARRARA. Semaforo verde dal governo all’ampliamento della banchina Taliercio nel porto di Marina di Carrara: è stato stabilito che non è necessaria la valutazione di impatto ambientale in quanto non risultano sussistere “potenziali impatti negativi e significativi”. Questo vale come una sorta di nulla osta realizzazione di quegli 80 metri in più per un fronte di banchina di 515 metri con la realizzazione di nuovi piazzali: nelle intenzioni, tutto questo è da utilizzare in funzione di una razionalizzazione degli spazi e di una ottimizzazione dei servizi, vista la fame di aree che affligge lo scalo.
Il nulla osta del ministero è il risultato di «un percorso lungo e complesso, condotto con impegno dai nostri uffici», dichiara a “Port news” il commissario dell’Autorità di sistema del mar Ligure orientale, Bruno Pisano: «L’ampliamento è un intervento interno che non altera le dinamiche esterne al porto, ma potrà dare nuovo slancio ai servizi e all’efficienza complessiva dello scalo».
Canta vittoria la sindaca carrarese Serena Arrighi: è una «buona notizia» perché sblocca l’iter per realizzare – afferma – un’opera strategica e consentire al porto di Marina di Carrara di «compiere un passo verso il futuro». Ma Arrighi insiste anche su un altro aspetto: è indispensabile che da Roma arrivi finalmente anche l’ok al piano regolatore portuale atteso da tempo. La sindaca ricorda che lo strumento urbanistico in vigore è «vecchio addirittura di 44 anni» e lo scalo di Marina di Carrara, «infrastruttura vitale per la nostra provincia», ha avuto in questi anni «una crescita senza precedenti con importanti ricadute in settori diversi»: a suo giudizio, il nuovo Prg portuale è «uno strumento fondamentale per continuare in questo percorso virtuoso di crescita».
Non la pensano così i Paladini Apuoversiliesi, che hanno intrapreso una lotta contro l’ampliamento del porto di Marina di Carrara e contro il rischio che, secondo quanto affermano, questo comporti ulteriore erosione del litorale: il ministero – precisano – dice che non occorre la valutazione d’impatto ambientale ma indica anche una serie di «condizioni, veti e prescrizioni» ai quali è indispensabile attenersi, senza contare le integrazioni richieste in precedenza all’istituzione portuale, oltre alla previsione di verifiche e controlli in coso d’opera. Come dire: non è affatto un “fate pure come vi pare”.
A ciò si aggiunga il problema dei tempi. Per scongiurare sovrapposizioni con altri lavori in programma, si prevede che questo intervento inizi nel prossimo mese di aprile. Ma questo – viene fatto rilevare nelle dichiarazioni alla stampa locale – sarebbe un controsenso, in quanto finirebbe per creare problemi proprio nella stagione estiva quando ai disagi per i residenti si sommerebbero quelli dei turisti. È in agenda la proposta da indirizzare all’Authority perché si pensi a uno slittamento a dopo l’estate 2026 per il via ai lavori così da completarli i lavori nel periodo meno impattante.