L’Alta Velocità non è poi così veloce: in ritardo quasi un Frecciarossa su tre
L’indagine di Altroconsumo: al via la campagna per facilitare i rimborsi
ROMA. I vertici delle Fs ce la mettono tutta per accreditare l’immagine dell’Alta Velocità made in Italy come la punta di diamante fra le eccellenze del nostro Paese, poi ci si ritrova a prendere davvero il treno superstar ed ecco che si scopre l’amara realtà: l’Alta Velocità è un po’ meno Alta e talvolta non è nemmeno Velocità. Lo dice anche l’inchiesta sulla puntualità del servizio ferroviario firmata da Altroconsumo, organizzazione consumerista: «i Frecciarossa di Trenitalia fanno ritardo nel 31% dei casi» e se «Italo va meglio», dall’analisi dei dati emerge che «nel complesso l’Alta Velocità arranca: i tempi di percorrenza sono più lunghi rispetto al passato». Non è tutto: «gli Intercity fanno ritardo nel 41% delle tratte analizzate».
L’inchiesta serve a Altroconsumo per lanciare una campagna con tanto di petizione da firmare per dire che «i viaggiatori hanno diritto a rimborsi molto più corposi a fronte di un servizio inadeguato»: l’attenzione che l’organizzazione pone alla riduzione dei tempi del ritardo che dà diritto al rimborso significa anche che i ritardi sono in genere al di sotto di 15-30 minuti: giustamente però viene sottolineato che l’Alta Velocità si paga cara proprio per avere garanzie di puntualità, e dunque…
L’organizzazione di consumatori segnala di aver indagato 54 tratte ferroviarie sul “monitor live” di Rfi: si parte cioè da «dati pubblicati dalle Ferrovie»: in pratica, – viene sottolineato – «siamo andati a fare le pulci alle statistiche fantasiose che elogiano il trasporto ferroviario». Al contrario, secondo Altroconsumo la realtà è che «i treni di ogni tipologia subiscono ritardi cronici». Sono stati analizzati per 43 giorni consecutivi i dati che emergono dal monitor virtuale messo a disposizione da Rete ferroviaria italiana: riporta i ritardi in tempo reale di tutti i treni in viaggio lungo il Paese. «Possiamo dire con certezza – si afferma – che i treni arrancano, anche quelli ad Alta Velocità: nessun tipo di treno nell’indagine è esente da ritardi, ma la pagella peggiore spetta al servizio Intercity».
Occhi puntati sui principali treni, cioè escludendo i servizi regionali. Perciò: Alta velocità (Frecciarossa o Italo) e Intercity. Sotto la lente «solo i collegamenti diretti lungo le tratte diurne (tra le 6 e le 23.45) che collegano le principali città italiane, tra il 25 luglio e il 5 settembre scorsi abbiamo tracciato 54 tratte da nord a sud del Paese, per un totale di 28 mila rilevazioni». Per ogni treno monitorato è stata rilevata la puntualità all’arrivo: i dati medi «sono calcolati sulla percentuale di ritardo lungo le varie tratte, escludendo i casi estremi e poco rappresentativi».
Cominciamo dall’Alta Velocità. Da anni «il servizio di punta del sistema ferroviario: il più rapido e anche il più costoso proprio perché dovrebbe garantire il percorso in tempi molto più ridotti». Esempio: da Milano a Bologna, «oggi coperta in un’ora di viaggio contro le circa due ore offerte da altri tipi di treno». L’analisi dei treni veloci di Trenitalia ha riguardato «45 tratte da nord a sud del Paese: sulle rotte principali, le più gettonate e quindi le più frequenti, come Milano-Roma, Napoli-Roma e Milano-Bologna, abbiamo potuto monitorare circa mille treni per tratta».
Altroconsumo va giù duro parlando di «servizio Frecciarossa in forte crisi»: in poco meno di un caso su tre arriva «oltre l’orario previsto». Nella fattispecie, per il servizio Frecciarossa i guai sono soprattutto sulla direttrice adriatica: «Abbiamo registrato ritardi in ben oltre il 50% dei treni rilevati». Figurarsi che nel collegamento da Bari Centrale a Milano Centrale «oltre il 70% dei treni» giunge a destinazione in ritardo. È poco rassicurante anche la situazione sulla linea da Salerno a Torino Porta Nuova: «il 53% dei convogli sfora l’orario di arrivo». E quanto al collegamento principe, quello fra Milano Centrale e Roma Termini e viceversa? Un po’ meglio: i treni rilevati in ritardo sono «rispettivamente il 18% e il 25%».
Relativamente all’Alta Velocità della concorrenza. cioè Italo, sono state passate al vaglio da Altroconsumo 25 tratte ferroviarie: «in media nel 20% dei casi i convogli di Italo sforano l’orario». Tradotto: complessivamente è «più puntuale dei Frecciarossa quanto meno sulle 25 tratte rilevate in cui viaggiano entrambi gli operatori». Ma anche in questo caso i puti dolenti non mancano: ad esempio, il collegamento tra Napoli Centrale e Venezia Mestre presenta «ritardi rilevati nel 40% dei casi». Qualcoa del genere anche sulla tratta fra Reggio Calabria Centrale e Roma Termini: «Qui i treni con ritardo sono il 38%», dice Altroconsumo. Pure sul collegamento fondamentale, cioè da Milano Centrale a Roma Termini, ci sono ritardi: «Nel 15% dei casi». E in senso inverso, da Roma a Milano, va peggio: ritardo per «circa per il 19% dei treni».
Altroconsumo mette a confronto i due concorrenti ferroviari sulle tratte principali su cui ha a disposizione le rilevazioni riguardanti entrambi gli operatori: «Italo risulta quasi sempre in vantaggio su Trenitalia», con i convogli di Italo che risultano in ritardo nel «20% delle tratte monitorate contro il 26% dei Frecciarossa».
Ma se l’Alta Velocità non è esattamente puntuale come un orologio svizzero, i viaggiatorri sanno bene che «il sistema ferroviario non è fatto solo di treni ad alta velocità». L’inchiesta dell’organizzazione consumerista dice di aver verificato anche la puntualità di altri servizi, come quello degli Intercity (ma non dei Frecciabianca e dei Frecciargento). «In media gli intercity sono i treni più ritardatari dell’indagine», viene sottolineato: «Nelle 24 tratte di Intercity che abbiamo analizzato, i treni hanno avuto ritardo nel 41% dei casi». In particolare: nel collegamento tra Reggio Calabria Centrale e Salerno i ritardi rilevati riguardano «oltre l’80% dei casi». E sulla linea adriatica fra Lecce e Bologna Centrale o nel collegamento fra Roma Termini e Taranto i ritardi «si registrano in circa il 60% dei treni rilevati».
Tutto questo serve a Altroconsumo per far partire la propria campagna sui rimborsi ai viaggiatori. Lo ripete segnalando che «attualmente per i treni Alta Velocità Trenitalia e Italo rimborsano parte del biglietto solo per ritardi superiori a 30 minuti: si tratta di soglie molto alte, considerando che parliamo di bolidi veloci e che l’Alta Velocità è per definizione un servizio rapido e puntuale». Come dire: con le regole attuali – si rammarica l’organizzazione di consumatori – «solo una piccola parte dei treni in ritardo può godere di un ristoro. Per la maggioranza dei treni fuori orario, che stanno sotto la soglia dei 30 minuti, non è previsto nulla».
Altroconsumo chiede che «i rimborsi scattino già dopo solo 15 minuti di sforamento dell’orario». Considerando tutte le tratte rilevate – si afferma – i treni Frecciarossa «con ritardo di almeno 15 minuti sono in media il 13%», mentre quelli che «superano di oltre 30 minuti l’orario sono il 5,7% ed è solo questa minoranza ad essere rimborsata». Quelli di Italo con ritardo maggiore o uguale a 15 minuti« sono in media il 7,8% del totale», mentre quelli con un ritardo di almeno 30 minuti «sono il 3,6%».
Anche in questo caso – viene sottolineato – la platea dei rimborsi si allargherebbe in modo significativo: «Abbassando la soglia oltre la quale si ha diritto al rimborso, in base alla nostra rilevazione si darebbe un ristoro a una platea molto più vasta di passeggeri: in media i passeggeri da rimborsare sarebbero oltre il doppio. E i cittadini riceverebbero indennizzi con una frequenza molto più alta».
Altroconsumo sottolinea che «negli anni i treni Alta Velocità hanno perso lo smalto»: super veloci allora, ma «oggi non sono più quelli di una volta». Il collegamento da Milano Centrale a Roma Termini un tempo era coperto dai treni dell’Alta Velocità con «tempi di percorrenza di 3 ore, anzi il suggestivo 2 ore e 59 minuti». Oggi non è più così: il percorso attuale – si afferma nell’indagine – è pari in media «a 3 ore e 20 minuti, ma quando ci sono situazioni particolari, come i cantieri e i lavori (piuttosto frequenti), il viaggio supera le 4 ore o addirittura le 5 ore». Aggiungendo poi: «Treni così lenti non si possono chiamare ad alta velocità, però i passeggeri continuano a pagarli a prezzo pieno».
Altroconsumo chiede alle autorità italiane ed europee di innalzare le percentuali di indennizzo e di abbassare la soglia di ritardo per la quale può scattare il diritto al rimborso del viaggio. In particolare: si chiede che l’indennizzo sia fissato «per tutti i tipi di treno» e scatti:
- dopo 30 minuti di ritardo (che scendono a 15 minuti per quelli ad Alta velocità)» sia «pari al 30% del costo del biglietto». Oggi «non è previsto alcun tipo di indennizzo<;
- dopo un’ora di ritardo (ma 30 minuti per l’Alta Velocità) l’indennizzo sia il 50% del costo del biglietto;
- se il ritardo è di due ore o più, vi sia il rimborso integrale del biglietto mentre «oggi il rimborso del biglietto è previsto per un massimo del 50% e solo per ritardi superiori alle due ore»;
È da aggiungere alle richieste che i rimborsi «siano accreditati in modo automatico (come di recente è stato stabilito per i ritardi dei treni regionali)» e che il passeggero possa «scegliere di avere il risarcimento in denaro o in forma di voucher».