Alt ai massacri di Gaza, la Toscana alza la voce: più di 30mila in piazza in varie città
Porto di Livorno, in tilt l’accesso dal varco Valessini e presidio sulla banchina

Il corteo all’interno del porto di Livorno
LIVORNO. A distanza di appena tre giorni dal corteo Cgil, uno dei più rilevanti che negli ultimi anni abbiano attraversato Livorno, la solidarietà del basso con le popolazioni civili palestinesi di Gaza torna ad agitare la piazza: stavolta per iniziativa del sindacato di base Usb che ha organizzato a Livorno al varco portuale Valessini una manifestazione anch’essa ad alto grado di partecipazione (ben più di 2mila persone). Segno che si tratta di una questione fortemente sentita nella coscienza collettiva.
Si è trattato di uno fra gli ottanta cortei che in tutta Italia hanno contrassegnato lo sciopero generale indetto da questa sigla insieme ad altri soggetti della galassia extra-confederale. Di quest’ottantina di iniziative, numerose hanno visto protagonista la Toscana: difficile fare stime cumulative, ma probabilmente più di 30mila persone hanno manifestato in tutta la regione nelle varie città secondo differenti modalità di azione.
Ad esempio, in migliaia hanno protestato a Lucca per una manifestazione come non se ne vedevano da tempo: ha raggiunto la cattedrale e, secondo quanto riferito dal “Tirreno”, nel popolo dello “stop al genocidio” «si sono mescolati gli attivisti dei movimenti di sinistra, i rappresentanti dei Cobas, gli studenti delle scuole superiori e il mondo cattolico, appena uscito da una messa di preghiera per Gaza organizzata per l’occasione poco prima della partenza del corteo su iniziativa della Caritas Diocesana».
C’è dell’altro. Solo per farne qualche ulteriore esempio, circa 2mila persone hanno partecipato a un corteo a Piombino e una affollata protesta ha interessato anche la Passeggiata di Viareggio. Cinquemila persone in piazza a Pisa per una protesta che ha avuto per protagonisti gli universitari, ma non solo loro. Iniziativa di piazza a Grosseto per le vie del centro. Ma la manifestazione dai toni più caldi è stata quella nell’area fiorentina: ko l’autostrada così come la superstrada Fi-Pi-Li, proteste pure nei pressi dello stabilimento Leonardo.
A Livorno il presidio per mandare in tilt uno dei più importanti accessi al porto è iniziato prima dell’alba: il corteo è poi entrato all’interno dello scalo, una parte delle quali si è spostata fino a una banchina dove i manifestanti ritengono possa nei prossimi giorni attraccare una nave che porta mezzi militari. È arrivato sul posto anche il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, indipendente alla guida di una giunta di centrosinistra, sembra chiamato dai promotori dell’iniziativa di lotta. In una dichiarazione riportata dal “Tirreno”, Salvetti ha sottolineato l’impegno a fare da tramite e “voce” della città. «C’è la città di Livorno alle mie spalle, e la città ha detto chiaramente quel che pensa sulla guerra e sulla necessità di fermare chi governa Israele».
Più tardi, alla presenza del sindaco di Livorno come pure sia di esponenti di vertice della Capitaneria sia del commissario straordinario dell’Authorty, Davide Gariglio, si è tenuto un confronto al tavolo del prefetto Giancarlo Dionisi nella sede del Palazzo del Governo. Il prefetto ha chiesto senso di responsabilità. A quanto è dato sapere, dalla prefettura è stato negato che la nave finita sotto i riflettori porti armi o munizioni, è stato detto che trasporta solo materiale logistico che non ha a che vedere con Gaza. I manifestanti hanno organizzato per la serata una nuova (affollata) assemblea sulla banchina. È stata confermata l’intenzione di impedire la movimentazione di materiale militari preannunciando un prolungamento anche nei prossimi giorni dell’iniziativa di lotta.