A Bari Authority “squilibrata”
BARI – Dopo aver registrato il fallimento della Bari Porto Mediterraneo, per il quale rischia di pagarne i danni, è ora la stessa Autorità Portuale di Bari a trovarsi in una situazione economica molto pesante, “squilibrata” secondo lo stesso presidente Mariani.
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La perdita degli 86 mln di euro di finanziamenti per la realizzazione delle infrastrutture portuali – avvenuta con D.M. n. 357 del 13 ottobre 2011 ad opera dei ministeri delle Infrastrutture e Trasporti e dell’Economia ed evidenziata nel Bilancio di chiusura dell’esercizio 2011 approvato martedì scorso in Comitato Portuale (che sarà appostata nel Bilancio 2012 in quanto le somme sono state restituite allo Stato con mandato del 5 marzo scorso) fa sballare i conti e potrebbe creare seri problemi di liquidità alla stessa Autorità.
Dal Bilancio 2011 si evince una complessiva situazione amministrativa che passa da un risultato di 26 mln di Euro ad uno previsto per il 2012, e già realizzatosi con l’avvenuta restituzione delle somme allo Stato, di appena 2,5 mln di Euro, oltre alla previsione di una perdita di competenza per l’anno 2012 di oltre 4 mln di Euro.
Ma questi dati, già di per sé allarmanti, sono sostanzialmente incompleti, giacché comprendono i 3,5 mln di Euro che l’Autorità Portuale pretende dalla Bari Porto Mediterraneo, peraltro – si dice a Bari – senza avere alcun titolo esecutivo per circa 2 mln di Euro (attualmente oggetto di contenzioso) e senza aver operato per il 2011 alcuna svalutazione del credito vantato, nonostante che la BPM si trovi oramai in stato di fallimento. Pertanto, la situazione economica reale dell’Autorità Portuale si presenta oggi ancor più negativa, tanto da aver determinato enorme difficoltà nella gestione ordinaria della stessa Autorità, oltre che compromesso la realizzazione delle infrastrutture portuali.
Era stato lo stesso Mariani, presidente dell’Autorità portuale, a prevedere l’effetto devastante della revoca dei finanziamenti sulla gestione dell’Authority barese, comunicando al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in una nota del 31 marzo 2011, che “È di tutta evidenza che, qualora la ricognizione mettesse in discussione i fondi necessari alla realizzazione dei Piani triennali delle Opere, che formano parte integrante dell’avanzo di amministrazione, ci troveremmo, di fatto, dinanzi ad una profonda alterazione degli equilibri finanziari stabiliti con Bilanci già approvati dal ministero competente compromettendo così la funzionalità dell’Ente”.
Si è aggiunta a questi fatti la recente (del 2 marzo scorso) presentazione, al Tribunale di Bari, dell’istanza di fallimento della BPM da parte del liquidatore professor Francesco Macario, nominato dallo stesso Tribunale, nella quale sono state evidenziate e attribuite esclusivamente all’Autorità portuale, ed ai suoi comportamenti, le responsabilità dello stato di insolvenza della Società e dell’inevitabile fallimento della BPM, paventando seri rischi per l’Autorità portuale di doverne pagare i danni.
P.R.
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