Nel nuovo sciopero dell’autotrasporto ancora frattura tra le organizzazioni
Un settore alla disperazione che sconta la crisi generale, l’ambiguità delle tariffe imposte e i forti aumenti dei carburanti – I nuovi appelli al governo
ROMA – Il panorama cambia ogni giorno, ma la sintesi è sempre la stessa: l’autotrasporto merci è in drammatica crisi e non bastano certo i leggerissimi ritocchi a scendere al prezzo del gasolio di questi giorni per dare fiato a una categoria stremata.
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Da qui la conferma – ad oggi – del nuovo pesante sciopero di cinque giorni indetto da Trasportounito da lunedi prossimo per tutto il comparto. Secondo Trasportounito i tentativi di trovare soluzioni condivise con il governo sono del tutto falliti e il ricorso allo sciopero – che pure è economicamente devastante per la categoria – rimane l’unica arma per farsi ascoltare.
Ma il settore è drammaticamente diviso, perchè Fita-Cna, l’altra importante associazione di categoria, è uscita allo scoperto e chiede di non scioperare. In una sua nota la CNA-Fita con forza richiama la categoria dell’autotrasporto e tutti gli autotrasportatori italiani a non aderire al fermo proclamato per il 28 maggio prossimo. Da tempo la nostra Associazione ha denunciato pericolose fughe in avanti che unite alla disperazione del difficile momento economico rischiano di far assumere posizioni e responsabilità sbagliate oltre che pericolose a chi, come i nostri imprenditori, vorrebbe semplicemente portare avanti legittime rivendicazioni.
Da Genova a Brindisi, l’Italia in queste ultime settimane è sconvolta da atti efferati quanto vili, accomunati da un preoccupante senso eversivo. In questo drammatico momento l’unica cosa sensata da fare è unirsi alle proprie istituzioni territoriali e nazionali per la difesa della cosa pubblica e del bene pubblico. In questo momento l’autotrasporto italiano non deve fermarsi, semmai deve dimostrare quanto tiene al suo Paese garantendogli ancora una volta la continuità dei servizi che tutti i giorni i nostri imprenditori piccoli, medi e grandi con sommo sacrificio e tra mille difficoltà portano avanti. Oggi non dobbiamo fermarci ma insistere nell’azione di dialogo dimostrandoci oltremodo propositivi e confidando in un Governo che sappia in tempi stretti disinnescare l’oppressione dei costi massimi e soprattutto del caro gasolio. Tutto ciò premesso, la Cna-Fita è ben cosciente che vi sarebbero tutte le ragioni per un fermo ma è altrettanto consapevole che oggi sapervi rinunciare ancora una volta in questo momento di eccezionale emergenza, non potrà che dare maggiore forza a ciò che, senza precise risposte da parte dell’esecutivo, non potrà che essere domani una grande manifestazione di dissenso. Le proposte ci sono – accisa mobile, sterilizzazione dell’iva sulle accise e controlli – e sono molto chiare oltre che attuabili. Le nostre non sono richieste esclusive di una categoria bensì di una rappresentanza allargata che va dai benzinai agli autotrasportatori passando per i consumatori tutti.
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