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I tempi, le indicazioni e anche le incognite del nuovo pre-piano regolatore del porto

Finalmente è partito un processo atteso da anni: che adesso deve però mettere davvero le gambe per non rimanere al palo – Le incognite ancora da risolvere e la collaborazione istituzionale

LIVORNO – La calda estate del porto labronico è davvero scoppiata. E non solo per il meteo: con l’approvazione da parte del comitato portuale del pre-piano regolatore di Gallanti-Provinciali, si è finalmente aperto un processo tecnico-burocratico che se davvero sfociasse entro un anno nel completamento dell’iter, vedrebbe un fatto nuovo da cinquant’anni almeno a questa parte. Cioè una pianificazione moderna di un porto diviso in aree funzionali. Gallanti ha dato anche i tempi: 60 giorni al massimo per gli ok ambientali, che in genere sono quelli più difficili. E per concentrare gli sforzi, la presentazione del POT slitta a dopo l’estate; con qualche mugugno interno, ma anche con una certa logica.

Intendiamoci: le incognite rimaste sono più d’una e alcune sono determinanti per il piano stesso.

La prima: la nuova Piattaforma Europa, pur ridimensionata rispetto alla proposta Modimar (professor Noli) costerà ben oltre le possibilità del porto, e non si sa chi pagherà. Potrà interessare ai grandi network privati? E’ lecito chiederselo: ed è lecito cercare di capire chi potrebbe farsi avanti, visto che il gruppo GIP, oggi padrone quasi assoluto della Darsena Toscana (e quindi ipotetico titolare di interesse anche all’Europa) è impegnatissimo a potenziarsi su Genova. Altri concorrenti? Molte pedine sono state già mosse sullo scacchiere dei principali porti, e a Livorno per ora sono in pochi ad essersi fatti avanti.

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La seconda incognita è relativa alla destinazione dell’area dei bacini. Correttamente sia Gallanti che Provinciali hanno risposto sul tema che la decisione spetta a Roma: dove il famoso accordo di programma per salvare le maestranze dell’ex fratelli Orlando parlava delle “tre gambe”, che si sono però presto dimostrate non compatibili con lo sviluppo della grande nautica del cantiere Benetti, della pianificazione della “porta a Mare” e adesso anche del Mediceo destinato al Refitting. Ritardare una destinazione dell’area alla risposta di Roma può essere stato giusto sul piano istituzionale (e le responsabilità di una scelta sono certamente pesanti) ma si rischia grosso sui tempi, perché dalla scelta (yachting o riparazioni navali) dipende tutta una catena di altre realizzazioni, compresi i forti investimenti prossimi di Benetti.

La terza incognita è quella del comparto crociere. Formalmente parlando, l’Authority è stata finalmente chiara: alto fondale e calata Orlando più le relative pertinenze vanno alle crociere, rinfuse e forestali devono migrare (vedi il disegno in prima pagina) con destinazioni già indicate. Il problema è che il piano comunale del waterfront è in ritardo rispetto a queste scelte, e per quanto i tecnici dell’Authority stiano cercando di dare una mano a quelli del Comune, al momento si va avanti adagio (quasi indietro, secondo la vecchia battuta marinaresca). Abbiamo già scritto che sul business crociere la città ha fatto e sta facendo poco: e intanto serrano sotto i concorrenti, in particolare La Spezia che sta per terminare una mega-stazione crociere, con banchine attrezzate per almeno due grandi navi (e le città d’arte della Toscana sono praticamente a pari distanza da Livorno e da La Spezia).

Non vorremmo continuare con le altre incognite, che ci sono: e che è naturale ci siano, visto che si cerca di mettere ordine per un porto del futuro in un porto del presente che è tutt’altro che ordinato e dove ciascuno ha cercato di difendere i propri investimenti ( o i propri privilegi) con le unghie e i denti. A Gallanti e Provinciali va dato atto del coraggio di aver finalmente fatto approvare una proposta tecnica. La loro nobilitate – come diceva il poeta – si vedrà nei tempi di effettiva concretizzazione dei piani, compresa la capacità di mettere alla frusta oltre ai propri uffici anche quelli delle altre burocrazie istituzionali, in questi difficili tempi già troppo distratte dalle ipotesi governative di tagli, cancellazioni, accorpamenti e “terminalizzazioni” varie.
Noi, speriamo davvero che se la cavino.

A.F.

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Pubblicato il
30 Giugno 2012

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