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Porto Torres pensa in grande con il nuovo piano regolatore

Lo scalo si propone di diventare un grande “hub” del Nord Sardegna – La crescita per i prossimi trent’anni nei vari comparti della logistica

OLBIA – Un porto moderno, sicuro, ben integrato con il tessuto urbano, aperto a nuovi mercati della logistica, delle crociere e della nautica da diporto. È quanto disegnato nelle linee guida del nuovo Piano Regolatore Portuale di Porto Torres, documento che, dopo l’approvazione da parte del Consiglio Comunale lo scorso 30 maggio, è stato adottato all’unanimità anche dal Comitato Portuale.

[hidepost]Diversi i pregi e i difetti passati sotto la lente di ingrandimento dell’analisi di Swot (studio dei punti di forza, di debolezza, opportunità di sviluppo e pericoli di recessione) condotta separatamente sul porto industriale e su quello civico.

Per lo scalo industriale, in particolare, viene evidenziata una posizione geografica favorevole per i collegamenti con la sponda occidentale del Mediterraneo e con i porti francesi e del nord Italia, alla quale si unisce la disponibilità di un vastissimo bacino protetto, con fondali che, in alcuni casi, superano i 20 metri. Fondamentale la conformazione dell’area portuale, che presenta un retro porto spazioso, utile per la creazione di zone di deposito merci, dei collegamenti ferroviari e stradali agevoli e una base ideale per il rifornimento di combustibile per il polo energetico. In parte impediscono uno sfruttamento adeguato degli spazi, spesso dando luogo a situazioni di potenziale pericolo per la vicina città.

Per il Porto Civico, gli studi propedeutici alla redazione del Piano Regolatore hanno individuato, tra i punti di forza, una posizione geografica favorevole, inserita in un contesto ricco di attrattive turistiche, culturali e storiche che può soddisfare una forte domanda turistica. La presenza di un porto che, con poche opere aggiuntive, può garantire elevata efficienza.

Consistenti gli interventi previsti dal nuovo Piano Regolatore, che proietteranno, per i prossimi 25 – 30 anni, lo scalo di Porto Torres tra le realtà più competitive del Mediterraneo.

Per il Porto Industriale è previsto l’allontanamento, dal centro abitato, delle navi che trasportano merci pericolose (gasiere, petroliere e chimichiere …), l’individuazione di possibili aree di deposito di rinfuse solide o liquide, di stoccaggio di contenitori. Aspetti, questi ultimi che verrebbero affrontati con la realizzazione di un terminal Ro – Ro e container che si estenderebbe su un’area di oltre 575.000 Mq, con 1.215 metri lineari di banchine tra il Molo rinfuse secche ed il Molo Polimeri Europa. Terminal che potrebbe ospitare banchine destinate alle navi portacontainer (3 – 4 accosti per navi di medie dimensioni o accosti per due navi medie e una di grandi dimensioni) e alle navi Ro – Ro (3 – 4 accosti, di cui uno da destinare anche alle grandi navi Car Truck Carriers ed uno da destinare ai traghetti per il trasporto di carri ferroviari). La dimensione del progetto dovrebbe consentire una capacità di movimentazione di circa 1.5 milioni di TEU, compatibile con le esigenze di un grande polo di transhipment SSS e con l’esigenza di ospitare grandi navi Car – Truck Carrier transoceaniche, per le quali sarebbero disponibili aree di stoccaggio con capacità di 10.000 auto. Un progetto che trasformerebbe lo scalo portotorrese in porto di transhipment e stoccaggio a medio e lungo termine per rinfuse solide e contenitori; in hub per traffici ro – ro tutto carico, di auto, camion e carichi fuori sagoma come gli yacht. Le linee guida del Prp, confermerebbero, inoltre, l’affiancamento di un terminale per traghetto ferroviario di collegamento con la Liguria, la cui progettazione definitiva è stata approvata nel corso del 2011. Altri obiettivi del documento di programmazione riguardano il miglioramento dell’attuale capacità ricettiva della parte riservata ai traghetti ro – ro e ro – pax e l’individuazione di un’area dotata di sufficienti spazi a terra nella quale ubicare le attività relative alla cantieristica a servizio della nautica da diporto.

Per quanto riguarda il Porto Civico, le previsioni delle linee guida riguardano la protezione dalle correnti dello specchio acqueo portuale destinato all’ormeggio dei traghetti e delle crociere e la realizzazione di rotte d’accesso rettilinee con adeguati spazi di arresto; la separazione del traffico navi da quello delle imbarcazioni turistiche e dei traghetti dalle crociere, riservando una darsena alle imbarcazioni per il collegamento con l’Asinara e una specifica per i pescherecci. Interventi che non potranno prescindere dalla realizzazione di un’adeguata e moderna stazione marittima e di edifici necessari all’accoglienza di un numero elevato di passeggeri e di una viabilità che consenta un rapido collegamento porto-città. Una volta concluso l’iter procedurale con l’approvazione della Regione Sardegna, il Piano Regolatore garantirà un più razionale accoglimento dei passeggeri dei traghetti che, in termini di vantaggi, influenzerebbe sicuramente le prospettive di incremento dei traffici da e per la penisola e non solo. Attraverso una migliore offerta infrastrutturale e di servizi, la previsione è quella di un’espansione di nuove rotte crocieristiche e commerciali, che avrebbero importanti ricadute economiche su tutto il territorio del Nord Ovest Sardo. Benefici che lieviterebbero con la creazione di un porto turistico con buone capacità di accoglienza di clientela locale, nazionale e straniera, affiancato da un’area dedicata alla cantieristica navale che potrebbe sorgere negli spazi compresi tra la foce del Rio Mannu e l’opera di difesa del porto dai moti ondosi.

“E’ un passo fondamentale nel rilancio della portualità del Nord Sardegna – spiega Paolo Piro, presidente dell’Autorità Portuale – . Con questo Piano Regolatore, che proietta Porto Torres nel futuro, andiamo a correggere non poche criticità che, per anni, hanno tenuto a freno lo scalo. Una realtà che ha enormi potenzialità di crescita che noi vogliamo tirar fuori per aggredire il mercato e creare nuove e importanti economie nell’Isola. Già nel corso della fiera internazionale Transport Logistic di Shangai, alla quale l’Ente ha partecipato dal 5 al 7 giugno scorsi, abbiamo registrato notevole interessamento da parte di grosse società cinesi di logistica, che hanno strizzato l’occhio all’idea di un terminal di transhipment in quella posizione del Mediterraneo”.

Ancora prematuro, invece, parlare di investimenti. “Con il via libera del Comitato Portuale – continua Piro – possiamo intraprendere la procedura di Valutazione Ambientale Strategica che conferirà l’assetto infrastrutturale definitivo del porto. Solo dopo potremo conoscere la reale consistenza economica del Piano”.

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Pubblicato il
7 Luglio 2012

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