Darsena Europa, ora anche Grimaldi ne vuole un pezzo
L'istanza per ridisegnare Tdt: prende una parte delle nuove aree e lascia un po' di Darsena Toscana
LIVORNO. A Palazzo Rosciano, sede dell’istituzione che governa il porto di Livorno (e di Piombino), dall’uovo di cioccolata nel dopo-Pasquetta è uscita una mossa a sorpresa: l’ha fatta Grimaldi mettendo nero su bianco una istanza per costruire e ottenere in gestione metà della futura Darsena Europa. Anche la compagnia napoletana della famiglia Grimaldi mette gli occhi sull’espansione a mare del porto di Livorno, per adesso costituita dalle vasche di colmata in fase di consolidamento. È l’infrastruttura per la quale si è già fatta avanti una controllata del gigante Msc, la prima flotta al mondo nel settore portacontainer, in alleanza con il gruppo Neri e con il Lorenzini Terminal (famiglie Lorenzini e Grifoni).

L’infinita serie di “buchi” in cui vengono collocati i “dreni” per permettere di drenare l’acqua e consolidare i piazzali
L’ Autorità di Sistema portuale del mar Tirreno Settentrionale ne dà notizia per iniziativa del commissario straordinario Luciano Guerrieri, «a margine del comitato di gestione, riunitosi stamani per approvare il bilancio consuntivo e la relazione annuale dell’ente portuale». In realtà, a quanto è dato sapere, più di qualcosa era già emerso il giorno prima, martedì 22, nel corso della riunione dell’ “Organismo di partenariato della risorsa mare”.
La richiesta di Grimaldi parte da Tdt, la storica società del terminal contenitori di Darsena Toscana ex Contship ed ex Gip che la compagnia guidata dall’armatore Emanuele Grimaldi ha acquisito di recente dalle mani dei fondi internazionali Infravia e Infracapital.
Di cosa si tratta? Grimaldi-Tdt ha un obiettivo: arrivare a un ridisegno del terminal che ha in concessione sulla Sponda Ovest della Darsena Toscana. Sostanzialmente in due mosse. L’una, riguardante la Darsena Europa che verrà: con l’acquisizione di 194mila metri quadri di piazzali e di 600 metri di banchina, che sembra siano da individuarsi nella parte attualmente sottoposta ai dreni e alle prove di carico (per semplificare: nella parte più vicina alla Darsena Petroli, alla Torre del Marzocco e al canale d’accesso). L’altra, relativa alla Darsena Toscana dov’è già operativa attualmente: in questo caso, secondo quanto reso noto da Guerrieri, si parla di una modifica della concessione demaniale esistente ridando indietro «150mila metri quadri di aree e 492 metri di banchina» (più precisamente: nella zona adiacente al terminal Sdt, ex Sintermar-Tdt, in cui Grimaldi è doppiamente socio).

Il terminal Tdt sulla Sponda Ovest della Darsena Toscana
Questo passaggio è una novità tutt’altro che marginale nel risiko che coinvolge Grimaldi e Msc riguardo al “cuore” del porto di Livorno. Non è un segreto l’attenzione che Grimaldi già da tempo ha sullo scalo labronico: è qui, all’ombra dei Quattro Mori e della Fortezza Vecchia, che negli anni scorsi si è combattuta la battaglia campale fra Grimaldi e Onorato. Figurarsi che il primissimo progetto di maxi-Darsena comprendeva non solo il terminal contenitori ma anche un secondo (enorme) spazio per le “autostrade del mare” e l’allora presidente Giuliano Gallanti confermò al taccuino del cronista che Grimaldi era già a quel tempo «molto interessato» alla fase 2 della Darsena Europa, quella per i ro-ro (camion e semirimorchi spediti via nave).
Adesso questa istanza sembra far evaporare anche un altro aspetto che ha per mesi catturato l’attenzione: il destino dei primi piazzali resi disponibili man mano che la realizzazione della Darsena Europa procede. A più riprese il viceministro Edoardo Rixi l’ha messa in campo: sarebbe intollerabile – questo il suo argomentare – che si aspettasse il completamento dell’intera infrastruttura per mettere a reddito i primi piazzali, a cominciare dai lotti 1 e 2. E dunque la questione era diventata paradossalmente: anziché accelerare l’iter della procedura di evidenza pubblica per selezionare l’investitore privato che avrebbe realizzato il terminal contenitori (e averlo in concessione per tot anni), si sono dirottate le energie per capire come gestire giuridicamente l’affidamento di un’area in via momentanea, senza sapere quanto “momentanea” potesse essere (qui il link all’articolo della Gazzetta Marittima che pone la questione).
La nota di Palazzo Rosciano indica che nell’oggetto della richiesta si legge che «la domanda del terminal operator del Gruppo Grimaldi è volta a garantire la prosecuzione operativa dell’attività terminalistica, in correlazione ad una proposta di progetto di riorganizzazione delle aree e banchine in concessione». Aggiungendo poi: «Contemporaneamente, la società ha chiesto l’estensione temporale della durata dell’attuale concessione, in misura adeguata agli investimenti e al progetto industriale proposti».

Emanuele Grimaldi, numero uno del gruppo armatoriale di famiglia, in Darsena Toscana per il debutto della Eco Livorno
A questo punto non si tratta più di un “prima” (temporaneo) e un “dopo” (l’assetto definitivo). Grimaldi si fa avanti per un grosso spicchio della nuova maxi-Darsena in costruzione: lui guarda grossomodo a una metà di quell’espansione a mare, Msc con Neri e Lorenzini hanno indicato l’interesse per l’intera area. Tradotto: sono due progetti in competizione che, almeno per una parte, hanno interesse allo stesso spazio fisico.
È una mossa tattica in vista di una trattativa o, come apparirebbe a uno sguardo immediato, di due progetti in aperto conflitto? Toccherà all’Authority livornese sbrogliare la matassa: proprio l’Authority che attende il nuovo presidente, la cui nomina dev’essere concordata dal ministero con il presidente della Regione Toscana, anch’esso quasi a un passo dal rinnovo con il voto prossimo venturo.
Intanto, poche ore fa il fronte di tutti i leader della coalizione di centrosinistra avevano dato una risposta politica esplicita (qui il link all’articolo della Gazzetta Marittima) nel segno del pragmatismo al viceministro Rixi che, nella sua visita a Livorno, aveva spiegato di esser disposto ad aprire una trattativa sulla infornata di nomine ai vertici dei porti (qui il link all’articolo della Gazzetta Marittima). Certo, di qui a dire che il barometro politico segna “pace stabile”, ce ne corre. Ma è un segnale che le opposizioni, parlando del ministero guidato da Matteo Salvini, abbiano attribuito a Rixi una volontà dialogante («abbiamo apprezzato la volontà di non fare forzature»). Resisterà tutto questo e, in mezzo a mille spinte e controspinte, si comporrà un puzzle oppure, al contrario, finirà come in un duello all’Ok Corral?
Mauro Zucchelli