Livorno, maxi-Darsena e decreto di nomina sulla via di Tipperary
“It’s a long way to Tipperary”, cantavano con tristezza i soldati inglesi in marcia sulle montagne dell’Afghanistan nell’Ottocento, secondo una conosciuta ricostruzione della loro sanguinosa epopea di Kipling. Oggi si può assimilare al lungo, faticoso pellegrinaggio dei credenti verso Santiago di Compostela.
L’ho presa alla larga: però il riferimento calza con le lungaggini, i rinvii, le baruffe sia politiche che di correnti più o meno personali, che stanno caratterizzando la nomina dei vertici dell’Autorità di Sistema Portuale del nord Tirreno.
Giovedì scorso è stata rinviata ancora una volta la seduta del Senato per l’ok alla nomina di Matteo Paroli il vertice dell’Autorità di Sistema Portuale di Genova: solo altre urgenze, dicono, perché la nomina è scontata. Ma c’è anche chi giura che ci siano ancora tanti passaggi politico-burocratici da aver riprogrammato l’insediamento ufficiale del bravo avvocato livornese di almeno una settimana: e quella di Gariglio a Livorno addirittura di 40 giorni. A che serve quest’ultima tirata del freno? Pare che il nodo sia quello del segretario generale al posto di Paroli; la candidatura locale (o come alcuni maligni sostengono: l’autocandidatura locale) è della dottoressa Roberta Macii. Ma c’è di mezzo, come sempre, anche il manuale Cencelli, con la Lega che sembra decisa a mettere il cappello sulla poltronissima, visto che la presidenza va all’area Pd. Giocherà anche il parere di Giani, cui Gariglio pare sia stato imposto da Roma (là dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare). Insomma, giochi ancora aperti, anche all’interno di Palazzo Rosciano dove non si perdonerebbe al duo Guerrieri-Macii di aver gonfiato a dismisura gli organici a Piombino (70 unità, si dice), con trattamenti economici di favore. Come si sostiene, ci sarebbero anche episodi di guerriglia interna.
A latere della vicenda vertici dell’Autorità di Sistema Portuale se ne sta delineando anche un’altra: quella della carica di commissario (con annessa vice) per la Darsena Europa. La nomina è ministeriale, l’incarico è a Luciano Guerrieri e formalmente indipendente dalla presidenza del sistema: per cui c’è chi auspica (presumibilmente con in testa lo stesso Luciano) che l’incarico gli rimanga. Ma c’è già una raffica di distinguo sulle reali competenze del team Guerrieri-Macii: solo il controllo dei lavori assegnati, o anche le scelte sulla gara per gestione e integrazione finanziaria? E Gariglio accetterebbe di vedersi sottrarre uno dei progetti più grandiosi per il futuro del porto di Livorno? Ammesso e non concesso, che dalla Piattaforma, declassata a Darsena, non si finisca amaramente per accontentarci (come Rixi aveva sussurrato) di qualche piazzale in più e poco altro.
(A.F.)