La borsa di studio è un lavoro: l’iniziativa della famiglia Neri
Al Nautico premiati dieci studenti nel nome del leggendario Tito

Foto di gruppo per gli studenti premiati con le borse di studio intitolate a Tito Neri (e alle loro spalle i rappresentanti delle istituzioni)
LIVORNO. «Magari avreste preferito che nella busta ci fossero soldi. Invece no: troverete l’invito per venire a lavorare per tre mesi nelle aziende della mia famiglia: ovviamente retribuiti, la paga è quella sindacale come hanno gli altri lavoratori. Credo che sia più importante: vi misurerete con voi stessi e con il mondo del lavoro». Le parole sono quelle con cui il cavalier Piero Neri – imprenditore alla testa di una dinastia familiare che insieme agli altri protagonisti ha fatto la storia della città – apre la cerimonia della consegna delle borse di studio intitolate al nonno Tito, leggendaria figura di uomo che si è fatto da solo, fin da quand’era soltanto un bambino e andava a raccattare i chiodi storti in Cantiere, prima di riuscire con coraggio e determinazione a far decollare la piccola attività avviata dal padre e adesso al 130° anniversario.
La cerimonia si tiene a Livorno all’istituto nautico Cappellini perché è qui che oltre una quindicina di anni fa ha preso avvio la tradizione di questo rapporto fra la scuola e un gruppo imprenditoriale familiare. Ma nel tempo l’àmbito si è allargato anche a realtà contigue: come l’Iis Vespucci Colombo e come il corso di logistica del polo universitario che l’ateneo pisano ha a Livorno a Villa Letizia.
Proprio quest’ultimo aspetto consente di mettere l’accento sulla relazione fra l’università pisana e il territorio livornese. Ben lo rappresenta il fatto che alla cerimonia i vertici dell’ateneo abbia deciso di inviare il prof. Marco Macchia, che nella “squadra” del rettore Riccardo Zucchi occupa un posto particolare come delegato ai rapporti col territorio. «Qui a Livorno c’è il nostro polo logistico, qui a Livorno abitano 3mila dei nostri studenti». Piero Neri coglie la palla al balzo per chiedere quel che tutti nelle istituzioni livornesi dovrebbero domandare: «Caro professore, potreste pensare ad aprire a Livorno qualche altro corso universitario?».

Tito Neri, l’imprenditore (morto negli anni ’70, al quale sono intitolate le borse di studio
C’è dell’altro: riguarda il fatto che in sede locale i giovani si formano e poi fanno la valigia per andare a lavorare altrove. Riguarda Livorno ma, come rilevato nell’ultimo dossier del quotidiano confindustriale “Sole 24 Ore”, è un paradosso che vale un po’ per tutto il Paese: dal quale i migliori laureati fuggono. E non due o tre e nemmeno dieci o cento, ma decine di migliaia. È un aspetto, questo, sul quale batte Cristiano Meoni, direttore del Tirreno: «La Toscana sta ridiventando terra di emigrazione, in 20mila hanno lasciato la nostra regione». Lo ripete segnalando che il quotidiano livornese ha puntato sul mondo dell’istruzione con l’iniziativa “Scuola 2030”.
Ecco i nomi degli studenti che hanno ottenuto l’edizione 2025 della borsa di studio “Cavalier Tito Neri”:
Istituto nautico Cappellini indirizzo “conduzione mezzo navale” (coperta):
- Svetlana Balestri
- Matteo Mancuso
Istituto nautico Cappellini indirizzo “conduzione apparati e impianti marittimi” (macchina):
- Alessio Canessa
- Thomas Ferrazza
- Tommaso Fusani
- Alessio Zedda
Istituto Vespucci-Colombo indirizzo logistica:
- Davide Garzelli
- Christian Quaglia
Università di Pisa, polo livornese dei sistemi logistici:
- Linda Papini
- Lorenzo Sabatini
Al momento di premiare Lorenzo Sabatini, Piero Neri ha visto il padre dello studente del corso universitario di sistemi logistici e ha riconosciuto in lui uno dei lavoratori del suo gruppo, ne è nato un colloquio all’insegna di un clima di famiglia. Non è tutto, perché in sala era presente anche la sorella del giovane: stiamo parlando di Ambra Sabatini, straordinaria campionessa paralimpica, protagonista dei 100 metri sia alle Olimpiadi (oro a Tokyo e finalista a Parigi) sia ai Mondiali (oro nel 2023). Con la sua voglia di farcela dopo il gravissimo incidente stradale è un magnifico esempio di determinazione per qualsiasi ragazzo o ragazza alle prese con le difficoltà della vita.

L’imprenditore Piero Neri, vicepresidente della Confindustria Toscana Centro e Costa (che raggruppa le province di Livorno, Massa Carrara e Firenze)
Questa particolarità delle borse di studio tramutate in opportunità di lavoro non si ferma allo stage (retribuito) di tre mesi: è un canale – lo dice esplicitamente Neri – al quale l’azienda guarda per contratti a tempo indeterminato in caso si apra la possibilità di assumere nuova forza lavoro. Riferendo i colloqui di lavoro in cui i giovani si presentano parlando solo di ferie e riposi, aggiunge che «ben venga il tempo per divertirsi ma bisogna anche avere spirito di sacrificio». Aggiungendo: «Nella vita incontrerete difficoltà, il problema non è come scansarle: è avere la dedizioni, il coraggio e la lungimiranza per riuscire a superarle».
«È raro trovare imprenditori che investano sui giovani», dice il comandante provinciale dei carabinieri Piercarmine Sica («incontrerete inciampi nella vita ma siate consapevoli del vostro talento, senza scoraggiarvi»). Su quest’aspetto insistono anche l’assessore Federico Mirabelli (sottolineando il ruolo della Biennale del Mare) e la dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Cristina Grieco (ribadendo che quanto viene destinato alla formazione è un investimento sul futuro).
Per la presidente della Provincia, Sandra Scarpellini, ora siamo «a un bivio: o la nostra attenzione al mare resta un momento spot o riusciamo a renderlo un elemento strutturale della crescita». L’ammiraglio Giovanni Canu, comandante della Capitaneria e direttore marittimo della Toscana, tiene a responsabilizzare i ragazzi: «Il mare non è un ambiente facile ma è anche qualcosa che unisce anziché dividere, e gli studi vi hanno preparato ad assumervi rischi e responsabilità: a cominciare da quella nei riguardi delle persone che vi sono affidate a bordo». Monsignor Paolo Razzauti invita a sperimentare anche la dimensione del dono attraverso il volontariato: «Il “noi” prevalga sull’ “io”».

I rappresentanti istituzionali: da sinistra Sandra Scarpellini (èpresidente della Provincia di Livorno), Federico Mirabelli (assessore del Comune di Livorno), il colonnello Piercamillo Sica (comandante provinciale dei carabinieri), monsignor Paolo Razzauti, l’ammiraglio Giovanni Canu (comandante della Capitaneria), Cristiano Meoni (direttore del Tirreno), Carmine Villani (dirigente scolastico dell’Iis Nautico-Buontaenti-Orlando), Piero Neri (imprenditore e vicepresidente di Confindustria Tiscana Centro e Costa)