Genova, la prima mossa di Paroli per disinnescare la polveriera
Prorogata (ma di tre mesi) la concessione a Spinelli-Hapag

Matteo Paroli, da pochi giorni si è insediato al timone dell’Authority di Genova-Savona come commissario che il ministro ha dotato di pieni poteri
GENOVA. Matteo Paroli, commissario del principale sistema portuale del Bel Paese, senza comitato di gestione ma con i super-poteri per essere in grado di farne a meno, non fa quasi neanche in tempo a mettersi seduto sulla (incandescente) poltronissima più “poltronissima” della portualità made in Italy, ed ecco che deve affrontare una grana formato iceberg: a fine giugno scadeva la concessione per Spinelli e Hapag Lloyd, con il gigante tedesco – quinto operatore al mondo – che non solo aveva ricordato di essere il primo cliente del porto ligure ma anche, per toccarla piano, aveva di fatto chiamato in causa direttamente il governo ai massimi livelli.
Stiamo parlando di Gpt: concessione che i concorrenti (Sech) accusavano di aver debordato dai limiti del piano regolatore portuale; concessione poi annullata dal Consiglio di Stato; con ricorso pendente in Cassazione; finita al centro di una inchiesta della Procura di Genova. Insomma, tu chiamala se vuoi patata bollente.
Paroli ha scelto di differire la scadenza più che di rinnovare la concessione di Spinelli-Hapag: una proroga che vale tre mesi di tempo. L’ha fatto, contando sui poteri extra che il ministro Matteo Salvini gli ha affidato in via emergenziale pochissimi giorni prima: l’ha fatto, in assenza di comitato di gestione come detto, ma cercando comunque almeno un minimo di condivisione possibile. Come? Ha convocato le due commissioni consultive di Genova e Savona, entrambe hanno dato all’unanimità parere favorevole.

Il porto di Genova in una veduta d’insieme dall’alto
È Paroli a indicare esplicitamente il senso di tale convocazione: i pieni poteri a un uomo solo al comando, oltretutto che viene da fuori, rischiano di isolarlo. L’esatto contrario di quel che Paroli vuol fare: l’ha ribadito sottolineando il «clima di grande collaborazione istituzionale» e la sua «volontà di dialogare in maniera costruttiva con le istituzioni pubbliche e con gli operatori». Il virgolettato è questo: «È per me importante mantenere un dialogo positivo con tutti gli attori coinvolti, per garantire la stabilità e lo sviluppo sostenibile del sistema portuale ligure, riconosciuto come elemento strategico per l’economia nazionale».
Nella nota ufficiale dell’ente portuale, il commissario straordinario preferisce dirla così: «L’adozione di tali atti amministrativi rappresenta una necessità prioritaria e urgente, dettata da fattori sociali ed economici di grande rilievo, che non riflette valutazioni personali o di singoli organi, essendo assunti a valle di valutazioni poste in essere con i dirigenti competenti, i responsabili dei procedimenti e con il segretario generale nonché, ove competenti, delle Commissioni Consultive». Tradotto: c’era un’urgenza sociale esplosiva indifferibile e vi abbiamo fatto fronte, non predetermina però lo sviluppo futuro della vicenda.
L’altra metà della sottolineatura riguarda l’identikit da plenipotenziario: «L’assunzione di un atto amministrativo non è mai espressione delle valutazioni e della volontà di una singola persona, – è ancora Paroli a dirlo – neppure se questa è coincidente con un organo straordinario come un commissario straordinario governativo. La responsabilità finale dell’atto poi, come è ovvio che sia, ricade sull’organo deliberante». Di più: «Nessuno nella pubblica amministrazione può essere definito plenipotenziario, ma in situazioni particolari e delicate esistono necessità amministrative che devono essere considerate prioritarie e urgenti, perché da esse dipendono fattori sociali ed economici fondamentali». Come dire: mi prendo le responsabilità che il caso richiede, ma nessuna tentazione di fare l’ “imperatore”…
Lo spostamento della scadenza a fine settembre viene motivato con l’esigenza di «garantire la continuità operativa e amministrativa delle aree portuali»: al tempo stesso la durata è abbastanza limitata, e questo equivale a voler rimarcare – come recita una nota ufficiale di Palazzo San Giorgio, magnifica sede dell’istituzione portuale genovese – il fatto che siamo «in un momento di transizione e di attesa delle future determinazioni dell’Ente e dei ricorsi presentati dinanzi al Consiglio di Stato e alla Corte di cassazione, promossi dall’Autorità di Sistema Portuale e dal concessionario stesso».
Da parte dell’Authority si richiama che, «come già avvenuto in precedenza», questa nuova misura prevede «l’introduzione di vincoli specifici sull’uso delle aree, destinate principalmente ad attività di traffici non containerizzati». Del resto, è la direzione indicata dalla pronuncia del Consiglio di Stato ma con la proroga si cerca di evitare di far esplodere la situazione sociale mirando a «tutelare la continuità e lo sviluppo dei traffici portuali» e salvaguardando «l’operatività delle aree demaniali e il mantenimento dell’occupazione».

Palazzo San Giorgio a Genova: è il quartier generale dell’Autorità di Sistema Portuale del mar Ligure Occidentale
Sul giornale online genovese “Meditelegraph” Simone Gallotti indica una possibile ragione per dar conto di come si è mosso Paroli, al debutto con un “quadruplo axel” se non di più: «Vuole sterilizzare l’effetto domino legato alla sentenza Spinelli che potrebbe toccare anche altri operatori e quindi sposta di poco la scadenza, nell’attesa di un provvedimento del governo che sani la frattura tra ciò che era stabilito dal piano regolatore portuale di oltre 20 anni fa e quello che effettivamente viene movimentato nei terminal»
La questione Gpt era la “polveriera” della situazione genovese, ma non è l’unico provvedimento adottato da Paroli. È stata decisa anche «l’assegnazione di un titolo interinale demaniale» a Forest (gruppo Campostano) e il «rilascio di una concessione demaniale marittima» alla Gnl Med srl per realizzare e gestire un nuovo deposito di Gnl nel porto di Vado Ligure (a condizione che il progetto riceva l’ok dal ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, presso cui pende la procedura di conferenza di servizi).
Riguardo a quest’ultimo aspetto, il commissario straordinario lo ritiene un «un segnale di attenzione» verso un carburante più “verde” (e non solo per la parte marittima ma anche, lato terra, per il «minore impatto ambientale sui territori da parte delle attività portuali»). Il Gnl è un carburante con «emissioni bassissime se non azzerate di micropolveri Pm5 e Pm 10 con una impronta di ossidi di zolfo quasi assente: un passaggio assolutamente migliorativo dal punto di vista della sostenibilità ambientale».
Mauro Zucchelli