Dietrofront nei consumi delle famiglie: a giugno in picchiata la voglia di spendere
Si concentra tutto su qualche giorno di vacanza, il resto è congelato
ROMA. Giù in picchiata l’intenzione di spendere nelle famiglie italiane: tutto sacrificato sull’altare delle vacanze, il resto rinviato a data da destinarsi. Parola dell’Osservatorio mensile Findomestic, che ha messo nero su bianco un report realizzato in collaborazione con Eumetra e Research Dogma. La diminuzione rispetto a maggio è del 17,4%. Il “barometro” delle previsioni del “tempo economico” volge al brutto o quantomeno all’incerto per tutti i settori monitorati: stiamo parlando del «peggior dato degli ultimi dodici mesi, che mostra un’inversione di tendenza rispetto al clima di fiducia registrato solo poche settimane fa». E stiamo parlando di una indagine compiuta interpellando un campione di persone tra il 3 e 4 giugno scorsi, cioè quando ancora Israele non aveva attaccato l’Iran e nemmeno Trump aveva scatenato i propri bombardieri contro il regime degli ayatollah…
Colpa dei venti di guerra dal Vicino Oriente? Colpa dei timori di contraccolpi di dazi Usa sul proprio lavoro? Colpa del fatto che non si intravede un ciclo positivo di lungo periodo ed è sempre bene stare cauti nell’aprire il portafoglio? Eppure basta andare all’indietro al report di maggio per notare tutt’altro clima: giugno no, giugno segna «un netto rallentamento delle intenzioni d’acquisto delle famiglie italiane».
Findomestic è una delle realtà più importanti nel credito al consumo: ha «oltre tre milioni di clienti» e fa parte di un gruppo (Bnp Paribas) che ha 25 milioni di clienti nel mondo ed è il numero uno in questo campo in Europa. Perciò: ben a conoscenza nella propensione degli italiani a fare le rate pur di permettersi qualsiasi cosa. Cos’è un contratto di finanziamento con le rate per beni di consumo? Una sorta di espansione della propria capacità di spesa, al di fuori dei limiti del proprio stipendio perché si incorpora nel presente una parte del reddito futuro.
Dunque, pur di potersi godere un po’ di ferie, tutto il resto delle possibili spese passa in secondo piano: ma anche le vacanze – dice l’Osservatorio – non saranno all’insegna dello “spendi e spandi”. È vero che «il 56% degli italiani ha già speso per le vacanze» e, per questa ragione, sta «rinviando altri acquisti importanti»: ma anche le vacanze saranno nel segno del tirare la cinghia («più brevi e con una spesa media inferiore di circa 200 euro rispetto all’anno scorso»).

Al volante di un’auto: secondo l’Osservatorio Findomestic in giugno l’intenzione di acquistare un’auto nuova è diminuita del 17%
A giudizio dell’Osservatorio mensile Findomestic, nessun comparto si salva: «le intenzioni d’acquisto vanno dal 2% in meno registrato per le pompe di calore, fino al 29,8% in meno per le spese in isolamento termico». Rilevanti i cali nella propensione alla spesa sul versante dei beni per la casa: meno 24,2% per i mobili, meno 20,2% per le ristrutturazioni, meno 10,8% per i grandi elettrodomestici. Pure il settore della mobilità non se la passa meglio: la spesa per comprarsi un’auto nuova va giù del 17,2%, per moto e motorini scende del 26,1% mentre per le biciclette elettriche (e-bike) siamo al 12,7% in meno. Con una eccezione: il monopattino elettrico (o qualcosa di simile), che è in aumento del 41,2% ed è evidente che questo sia traducibile come segno di forte interesse per una soluzione di mobilità apprezzata in città, per quanto criticata da tanti automobilisti.
Prudenza anche nella spesa per le vacanze: il 28% le ha già pianificate e prenotate, altrettanti le stanno organizzando mentre il 26% è incerto e ancora non ha preso una decisione. Da dire che il 18% si chiama fuori: pensa che non partirà affatto. Cosa c’è dietro questa scelta di restare a casa? Principalmente la rinuncia è causata dal calo del reddito familiare (39%) e/o da spese impreviste che ci si è trovati a dover affrontare (21%), senza contare che il 21% imputa il proprio “no” al recente rialzo dei prezzi (21%).
Fra quanti partono: il 43% si concederà circa una settimana, il 27% «solo qualche weekend o pochi giorni», non più del 22% conta di fare «una pausa di 10-15 giorni». Oltre i 15 giorni è una dimensione di vacanza che per durata e per costo riguarda «appena l’8%» degli interpellati. La spesa media prevista è in diminuzione: la media di quest’anno indica 1.594 euro a famiglia, erano 1.785 lo scorso anno; se la famiglia è di quattro o più persone, la cifra è di 1.741 euro (rispetto ai 1.923 del 2024). Quanto alle destinazioni: grossomodo otto famiglie su dieci rimarranno in Italia, 6 su 10 andranno al mare e punteranno sul relax mentre «poco più di uno su 5 opterà per vacanze all’insegna del culturale o dell’avventura».
Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic, tira le somme così: «In questo momento dell’anno, le famiglie italiane – segnala – evitano di prendere in considerazione spese consistenti, meglio rimandarle per potersi garantire almeno qualche giorno di vacanza. Vacanze che si prospettano all’insegna del “mordi e fuggi” e della prudenza nei consumi: anche perché oltre 6 italiani su 10 percepiscono ulteriori rincari, soprattutto nei bar e ristoranti ma anche per quanto riguarda hotel e stabilimenti balneari».