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UNIVERSITÀ DI FIRENZE

Si studia in Toscana il più grande “pezzo” esistente di Marte

Un meteorite ha colpito il “pianeta rosso” e l’ha scagliato sulla Terra

FIRENZE. L’umanità sogna di andare su Marte e le agenzie spaziali stanno mettendo a punto tutti i tasselli del puzzle che consentirà (fra vent’anni?) di tentare la più grande avventura della storia umana. Ma pochi sanno che se noi abbiamo ancora da mettere piede umano sul “pianeta rosso”, un pezzetto di Marte ce l’abbiamo già qui sul nostro pianeta. Non solo: un team di studiosi toscani lo sta studiando.

Si chiama Nwa 16788 ed è un meteorite di poco meno di 25 chilogrammi: l’hanno scovato in Niger, nel Sahara, nel 2023: così lo descrive il magazine dell’Università di Firenze. Già, perché il reperto è stato messo a disposizione di un team dell’ateneo fiorentino.

Riannodiamo dall’inizio i fili di questa storia spiegando che questo è «il più grande campione di Marte esistente sulla Terra»: l’ha espulso il “pianeta rosso” «dopo l’impatto con un enorme asteroide» avvenuto cinque milioni di anni fa. Ha viaggiato per 140 milioni di chilometri nello spazio e ha attraversato l’atmosfera terrestre prima di precipitare nel deserto africano, nella regione di Agadez»: lì l’ha rintracciato un “cacciatore di meteoriti”.

Cosa ci fa a Firenze? Tutto nasce dal fatto che il prezioso reperto è stato «acquistato da un importante gallerista italiano» che l’ha consegnato al gruppo di ricerca di Giovanni Pratesi, docente di mineralogia del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze così che «venga esaminato e studiato al fine di comprenderne meglio la natura e il processo genetico».

La storia del più grande meteorite marziano – viene segnalato sulla rivista universitaria – emerge ora perché il prezioso campione viene messo all’asta in questi giorni a New York da Sotheby’s: valore stimato da due a quattro milioni di dollari, l’hanno aggiudicato a 5,3 milioni. Non è una sorpresa: la casa d’aste ha fatto di tutto per lanciare l’evento che comprendeva anche la vendita di un grande reperto archeologico di ceratosauro, su Youtube ha schierato Cassandra Hatton, che è la vicepresidente di Sotheby’s ed è la responsabile globale del settore scienza e storia naturale della casa d’aste (il video, in lingua inglese, è reperibile su Youtube all’indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=UXXHHabg6Ms).

La Cnn ricorda che nel febbraio di quattro anni fa un meteorite proveniente da Marte e con l’atmosfera del “pianeta rosso” intrappolata al proprio interno è stato battuto dalla casa d’aste Christie’s: anche in quel caso, ben oltre la stima iniziale di 30-50mila dollari, visto che è stato aggiudicato per 200mila dollari.

Lo straordinario pezzo è stato oggetto di due ricerche pubblicate dal team dell’Ateneo fiorentino – su “Heritage” (https://doi.org/10.3390/heritage7120323) e su “Lunar and Planetary Science Conference” (https://www.hou.usra.edu/meetings/lpsc2025/pdf/1500.pdf) – che hanno visto protagonisti, accanto a Pratesi, Annarita Franza e Xhonatan Shehaj, come riportato dal magazine.

I lavori sono stati condotti nell’ambito del Progetto Space It Up, partenariato esteso che si avvale del finanziamento dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) in tandem con il ministero dell’università e della ricerca («a cui l’ateneo fiorentino partecipa, insieme ad altre università, enti di ricerca e industrie, per affrontare le maggiori sfide scientifiche e tecnologiche nel campo dell’esplorazione spaziale»).

Pratesi tiene a sottolineare che “Nwa 16788” si è «originato dalla fusione parziale di una sorgente di mantello marziano arricchito ed è caratterizzato da una struttura a grana grossa composta principalmente da pirosseno, maskelynite (vetro formatosi dall’impatto con l’asteroide) e olivina».

Lo studioso spiega che «l’origine del meteorite è stata convalidata nel 2025 dal Meteoritical Bulletin»: questo reperto eccezionale «rappresenta il 6,5% di tutto il materiale marziano attualmente conosciuto» e gli studi potrebbero portare a «una revisione del sistema di classificazione dei meteoriti marziani». Al di là di chi si aggiudicherà all’asta questo straordinario esemplare, Pratesi puntualizza che «due fette rimarranno comunque nel nostro Paese, e precisamente all’Università di Firenze, come campioni tipo a disposizione della comunità scientifica italiana e internazionale».

Pubblicato il
18 Luglio 2025

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