Torna l’era delle vacche grasse per le flotte degli armatori
Il dossier di Fedespedi: i noli cresciuti in media del 20%
MILANO. Non è terminato il tempo delle vacche grasse per i giganti delle flotte portacontainer: nello scorso anno il nolo medio ha continuato a crescere: è aumentato del 20,4% rispetto al 2023. Non è tutto: ad eccezione di Yang Ming, tutte le società analizzate hanno conseguito risultati «altamente positivi nel 2024», con «significativi aumenti sia in termini di fatturato sia di gestione operativa e utile finale». Di più: anche un elemento-chiave della qualità del servizio segna una tendenza positiva, visto che la puntualità nella prima parte di quest’anno si è registrato un netto miglioramento («con il 58,7% delle navi in orario e un ritardo medio sceso a 4,6 giorni, nonostante le complessità delle rotte»).
Il Centro Studi Fedespedi mette nero su bianco l’edizione numero 10 del report che analizza sotto il profilo economico-finanziario i bilanci delle principali compagnie di navigazione merci che operano a livello globale: sotto la lente i conti. 2024 (e con un focus sul primo trimestre successivo) relativamente a dieci società: Cma Cgm, Cosco, Evergreen, Hapag-Lloyd, Hyundai Mm, Maersk, Oocl, Wan Hai, Yang-Ming, Zim. (Per quanto riguarda Msc, che è leader di mercato insieme al gruppo Maersk, non è inserita nell’analisi perché, dice Fedespedi, non rende pubblici i propri bilanci (e il gruppo francese Cma Cgm non è presente per il bilancio consolidato 2024, in quanto «non ancora pubblico alla data di pubblicazione del rapporto, sebbene per entrambe vengano evidenziati alcuni dati di capacità e flotta»).
Il dossier del centro studi dell’organizzazione degli spedizionieri sottolinea che anzi il 2024 è stato un anno ben migliore di quello precedente: il 2023 era risultato un «anno sostanzialmente stabile (più 0,6% sul 2022)», lo scorso anno ha nesso a segno un incremento del traffico di container a livello planetario «stimato intorno al 6%, raggiungendo il livello di 183,1 milioni di teu movimentati». Non è cambiata la musica neanche nei primi tre mesi del 2025: «estremamente positivi» per le compagnie di navigazione, si pensi che la crescita del traffico mondiale di container è nell’ordine del 4,2%. Dietro questa accelerazione c’è un curioso effetto innescato dagli annunciatissimi dazi di Trump: hanno messo in moto una crescita dell’import statunitense per via della «necessità dei compratori di anticipare i dazi previsti dall’amministrazione Usa».
Vedremo poi nel prossimo il contraccolpo successivo: una volta scattati i dazi, non ci sarà soltanto la contrazione fisiologica per l’aspettativa di una diminuzione della domanda. Ad essa si sommerà l’esigenza di smaltire scorte portate al massimo livello.
«L’anticipazione delle nuove politiche sui dazi ha agito come un catalizzatore per il settore dello shipping, spingendo il traffico e i profitti nel primo trimestre del 2025», dice Alessandro Pitto, presidente di Fedespedi. Guardando il bicchiere mezzo pieno e soprattutto guardandolo riguardo ai primi tre mesi dell’annata, lo interpreta come la dimostrazione della «capacità di adattamento delle compagnie di fronte alle mutevoli dinamiche del commercio globale».
Quali sono gli aspetti fondamentali che emergono dall’analisi del centro studi di Fedespedi? Soprattutto tre tasselli del mosaico.
- Lo scorso 31 dicembre le compagnie di navigazione passate al setaccio avevano complessivamente a disposizione una flotta di 3.075 navi – cioè il 56% delle portacontainer totali – con «una capacità complessiva di 21,3 milioni di teu (85,8% del totale) e una capacità media per nave di 6.716 teu».
- L’attuale scenario di forte ripresa del trasporto marittimo è in «netto contrasto con l’anno precedente»: come detto, il 2023 era stata una fase di crescita poco più che zero, tala da consentire di raggiungere i 176,2 milioni di teu. Ma soprattutto si era assistito a «un drastico ridimensionamento dei fatturati delle compagnie» (da meno 36,9% a meno 65,2%) e a «un crollo medio dei noli di circa il -50% rispetto al 2022». È una tendenza che si è del tutto ribaltata già nel primo trimestre del 2024 con «una marcata ripresa del 9,2%» trainata in particolare dalla crescita dell’export dai Paesi dell’Estremo Oriente. Analogo rimbalzo hanno fatto registrare i noli: «di fatto raddoppiati in poche settimane rispetto ai valori medi di dicembre 2023, anche a causa delle deviazioni delle rotte per gli attacchi nel Mar Rosso».
- Ci si è ritrovati di fronte alla ridefinizione delle alleanze e questo ha inciso sulle rotte assicurate dalle compagnie marittime (e «con buona copertura degli scali italiani»). La Premiere Alliance (One, Yang, Ming, Hmm) garantirà tre servizi su Genova e uno rispettivamente su La Spezia e Gioia Tauro. La neocostituita Gemini Cooperation (Maersk e Hapag Lloyd) toccherà direttamente Genova e Vado Ligure (La Spezia e Livorno solo via feeder). Msc offrirà 6 servizi sul Mediterraneo, di cui 4 toccheranno i porti italiani di Gioia Tauro (due servizi), Genova (due servizi), La Spezia (un servizio) e Trieste (un servizio).