Livorno, scelte “condivise”
Il presidente dell’Authority rinvia al piano regolatore le contrapposizioni in corso – Per gli insediamenti industriali, acquisto di aree in zona ex-Seal

Giuliano Gallanti
LIVORNO – Le imprese che sino ad oggi non hanno provveduto a far identificare i propri mezzi operativi, applicando ad essi un bollino o una targa di riconoscimento, come da tempo richiesto, dovranno mettersi presto in regola se non vorranno vedersi sospendere l’autorizzazione per lo svolgimento delle operazioni portuali di cui all’articolo 16 della legge 84/94. Lo ha deciso l’ultimo comitato portuale martedì scorso, con qualche mugugno ma nessuna opposizione formale.
La nuova stretta promossa dall’Autorità Portuale – dice una nota dell’Authority – serve ad impedire che le stesse ralle o gli stessi forklift vengano utilizzati da più imprese per lo svolgimento delle attività lavorative; in tal caso si prefigurerebbe il reato di interposizione di manodopera.
[hidepost]«Il sottobosco dei mezzi è un fenomeno molto comune nel porto di Livorno – ha spiegato il segretario generale dell’Autorità Portuale, Massimo Provinciali – da tempo abbiamo chiesto alle aziende di debellare questo malcostume, è arrivato il momento che ognuno si prenda le proprie responsabilità». Nei prossimi giorni l’Authority fisserà un termine perentorio entro il quale verrà chiesto a chi finora non lo ha fatto di “etichettare” i mezzi che ha disposizione: altrimenti addio autorizzazione. Ma il nuovo corso inaugurato dall’Authority non si esaurisce soltanto con il diktat alle imprese sulla identificazione dei mezzi. L’Ufficio del lavoro portuale ha infatti fatto sapere di aver disposto una riduzione del numero massimo di imprese autorizzate allo svolgimento dei servizi portuali. La delibera è stata approvata all’unanimità e prevede che si passi dalle nove alle otto imprese per l’anno venturo.
Nelle comunicazioni di apertura, il presidente Gallanti ha poi toccato alcune questioni delicate, a cominciare dal Piano Regolatore Portuale, che è stato preadottato il 20 giugno scorso “e che dovrà essere analizzato dai soggetti competenti per la stesura del Rapporto Ambientale definitivo”. È chiaro – ha spiegato Gallanti -che il Prp non è ancora vigente e non lo sarà prima dell’approvazione definitiva da parte della Regione. Prima di allora possiamo soltanto provare ad anticipare alcune previsioni, come quelle che afferiscono al tema del rapporto tra le crociere e il traffico commerciale. Per fare questo, però, ”è necessario che ci sia il consenso più ampio possibile di tutte le parti in gioco”. Per ora quello che è certo è ”che occorreranno come minimo altri tre mesi di lavoro per la stesura del rapporto ambientale: alcuni soggetti competenti in materia hanno infatti inviato all’Authority contributi piuttosto articolati e complessi”.
Non manca molto, invece, alla presentazione del nuovo piano operativo triennale, i cui punti cardinali saranno illustrati in comitato entro metà novembre. La discussione sollecitata da Gallanti permetterà ai rappresentanti della comunità portuale di avviare una riflessione – l’ennesima, secondo molti – sugli elementi strategici definiti dal redigendo strumento di programmazione.
Gallanti ha parlato anche della questione della Masol S.R.L., l’azienda che chiede di concentrare l’intero traffico di Olio di Palma a Livorno. L’Autorità Portuale ha precisato che le nuove installazioni industriali “non potranno essere collocate a ciglio banchina ma dovranno semmai essere arretrate in aree retro portuali con destinazione d’uso industriale, così come previsto dal Piano Regolatore”. Per questo motivo l’Authority – ha detto Gallanti – è in trattativa con alcune società per verificare la loro disponibilità alla vendita di terreni e magazzini confinanti con il terminal ex Seal.
«Con questi nuovi terreni – ha detto Gallanti – ci sarebbe spazio per tutti: non soltanto per la Masol e per delocalizzare come previsto dalla pianificazione il Terminal Calata Orlando, ma anche per la nuova Olmec, che ha fatto pervenire una richiesta di concessione per realizzare un insediamento dedicato alla carpenteria pesante». Le procedure di verifica delle due proposte di insediamento sono comunque solo iniziate. E si prevedono, al solito, tempi lunghi.
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