L’azienda aerospaziale livornese Kayser venduta a una società high tech bergamasca
Cento missioni e 150 esperimenti nello spazio, gli astronauti a Livorno per i test

La sede dell’azienda aerospaziale Kayser sulla provinciale per il Gabbro all’ex Barcas
LIVORNO. Passa di mano la Kayser Italia, l’azienda aerospaziale fondata a Livorno dall’ ingegner Valfredo Zolesi, il “diacono delle stelle” morto nel 2021, e diventata, al di fuori dei grandi colossi multinazionali, una delle pochissime piccolo-medie imprese a giocare da protagonista in Europa come primattori nel campo delle missioni spaziali, nella fattispecie con esperimenti a gravità quasi zero con materiali biologici. È stato reso noto che è stata acquisita da Fae Technology, società quotata su Euronext Growth Milan e attiva nel design e produzione di soluzioni di elettronica integrata, che in tal modo entra nel settore spazio e lo fa potendo contare su oltre 30 anni di esperienza in campo aerospaziale, partecipando a un centinaio di missioni nel cosmo con quasi 150 esperimenti da compiere in microgravità.
In particolare, a quanto si è appreso è stato messo nero su bianco «un accordo vincolante per l’acquisizione dell’intero capitale sociale di Kayser Italia, società italiana specializzata nella progettazione e produzione di soluzioni tecnologiche per il settore aerospaziale, e della controllata al 100% Kayser Space» con sede nel polo aerospaziale in Fermi Avenue a Didcot, a un tiro di sasso da Oxford.
L’azienda – viene fatto rilevare – ha una équipe di oltre un’ottantina di specialisti, gran parte dei quali laureati (spesso ingegneri ad alto grado di qualificazione) e ha lavorato come capofila in vari programmi sia della Nasa così come dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) o della consorella europea (Esa). È altresì una delle pochissime realtà la cui autorevolezza scientifica è riconosciuta in modo talmente universale da aver partecipato a missioni americane (anche con lo Space X di Musk), russe e perfino cinesi (con gli astronauti che in quel caso vengono ribattezzati “taiconauti”). Ora, almeno fino ai recenti sviluppi delle tensioni geopolitiche, la Stazione spaziale “Iss” è frutto della collaborazione planetaria che vede russi e americani sulla stessa navicella lavorare fianco a fianco, ma è da dire che Kayser era riuscita a farsi accettare anche dal sistema aerospaziale ex-sovietico e a mandare gli esperimenti in orbita perfino da Bajkonur, la “cittadella sovietica dello spazio” così segreta che per fuorviare le spie occidentali le era stato dato il nome di una città che sta altrove, più di cento chilometri a nordest nei pressi di un polo minerario (e ancora oggi mantiene una sua singolarità, visto che è un ritaglio di Russia in territorio del Kazakhstan).
Fae Technology, quartier generale nel borgo bergamasco di Gazzaniga in Val Seriana, non si è occupata finora di missioni spaziali ma ha l’alta tecnologia nel proprio dna. Ad esempio, ha lavorato a:
- un sistema circolare per il ricondizionamento “smart” delle schede elettroniche;
- La creazione di una piattaforma trasparente e certificata per gestire servizi di “manufacturing as a service” (MaaS);
- sviluppare sensori “intelligenti” installabili su veicoli pubblici per raccogliere informazioni in ambito urbano quali ad esempio la qualità dell’aria o la mappatura delle zone di calore;
- una nuova tecnologia di prototipazione rapida e stampa 3D della componente fondamentale (Pcb) di una scheda elettronica.

La Stazione spziale internazionale (Iss) in orbita a 400 chilometri dalla Terra
Il mercato finanziario ha valutato positivamente l’acquisizione, visto che subito dopo l’annuncio il titolo di Fae Technology è cresciuto del 6,6%. Del resto, la Kayser è una realtà che ha già spedito un gran numero di esperimenti a bordo della Stazione spaziale internazionale in orbita a 28mila chilometri orari a 400 chilometri dal suolo terrestre. Non è tutto: dalla sede appena fuori Livorno, sulla provinciale per il Gabbro, 5mila metri quadri circondati da un folto bosco mediterraneo, è passata l’intera équipe dello Space Shuttle Discovery Sts-120 Esperia con la comandante Pamela Ann Melroy, il pilota George Zamka e gli altri astronauti Scott Parazynski, Stephanie Wilson, Doug Wheelock e Clay Anderson. Con loro anche l’astronauta italiano Paolo Nespoli che alla Kayser è di casa: nel corso degli anni, tutti si sono sottoposti al training per imparare a compiere gli esperimenti Kayser che avrebbero eseguito a bordo della Stazione spaziale internazionale. A ciò si aggiunga che la centrale operativa all’ex Barcas è in contatto continuo con gli astronauti a bordo della Stazione spaziale internazionale in un fitto dialogo dai boschi livornesi al cosmo per effettuare al meglio gli esperimenti.
Alcuni dei test compiuti da Kayser in orbita sono relativi alle conseguenze che una lunga (quasi) assenza di gravità può avere sul corpo umano, in particolare sulla psicologia, sull’apparato cognitivo, sul sistema nervoso, sulla muscolatura e sullo scheletro, ed ha la funzione di predisporre la contromisure per consentire agli astronauti di reggere fisicamente il lungo viaggio nel cosmo nel caso dell’esplorazione verso Marte. Era questo il sogno di Valfredo Zolesi e da vicepresidente della locale Confindustria l’aveva confidato in una intervista al “Tirreno” tanti anni fa: riuscire a portare sul “pianeta rosso” «un pezzettino di amaranto livornese, magari in uno dei nostri esperimenti». D’altronde, non aveva portato lassù nel blu dipinto di blu (che in realtà è nero), un tralcio di vite e una bottiglia di Sassicaia, il vino cult della costa labronica?
Peraltro, non sono mancati negli anni anche esperimenti biologici che hanno utilizzato la microgravità come acceleratore di reazioni biologiche all’invecchiamento, all’osteoporosi o alle malattie cognitivo-degenerative.
Secondo quanto indicato, con questa acquisizione la Fae Technology aprirà una propria divisione “spazio” che metterà al centro la partecipazione a programmi di esplorazione e ricerca spaziale, principalmente nel settore delle “scienze della vita”, un campo in cui Kayser è da anni una eccellenza a livello europeo.
Risulta che David Stefano Zolesi, che ha fin qui guidato Kayser Italia come amministratore delegato dopo aver preso le redini dal padre Valfredo, fondatore dell’azienda, diventerà direttore della nuova divisione “spazio” del gruppo bergamasco e in tale veste coordinerà anche le attività di Kayser Italia. Quanto alla presidenza di Kayser Italia, viene annunciato che sarà assunta da Gianmarco Lanza, che di Fae Technology è presidente e amministratore delegato.
Stando a quanto riportato, il prezzo concordato per l’acquisizione è attorno ai 3,75 milioni di euro con possibilità di arrivare a 4 in caso di raggiungimento di obiettivi. È stato reso noto che l’operazione avverrà in una doppia fase. Il primo “closing”, che deve avere l’autorizzazione relativa al “golden power” riguardante le attività ad alto valore strategico, è relativo a un primo round che farà passare di mano il 29,9% delle quote con il perfezionamento degli atti previsto entro fine anno: Fae acquisirà il potere di nominare due terzi del consiglio d’amministrazione e di esprimere l’amministratore delegato. Un secondo passaggio sarà relativo al rimanente 70,1%: entro la fine del prossimo anno Fae Technology avrà in mano il 100% delle quote.
Gianmarco Lanza, numero uno di Fae Technology, dice di raccogliere la sfida «con grande entusiasmo» e, al tempo stesso, «con grande senso di responsabilità nei confronti della storia di Kayser Italia»: ma soprattutto «con la consapevolezza del potenziale che la sinergia tra le due imprese andrà a sviluppare». Aggiungendo poi: il know-how che Kayser Italia vanta nel cosmo – questa l’argomentazione – unito alle competenze dell’intero gruppo Fae Technology, creerà una “capacità di proporre valore” senza eguali tanto sul fronte dei programmi di esplorazione spaziale quanto nella vasta gamma di attività commerciali connesse alla nuova corsa allo spazio.
Mauro Zucchelli