Interporto di Trieste, raddoppia lo stabilimento di British American Tobacco
Fedriga: la nostra regione ha visto in pochi anni triplicare la quota di investimenti esteri

Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia
TRIESTE. Nuove categorie di prodotto a base di nicotina, contenenti tabacco o foglie di tè “rooibos”: stick innovativi caratterizzati da microfori, avranno il marchio “made in Italy” e saranno riservati al solo mercato italiano. È questa, nella descrizione del quotidiano economico “Sole 24 Ore”, la fisionomia della nuova piattaforma produttiva di oltre 6mila metri quadri che British American Tobacco (Bat) ha inaugurato nella zona di San Dorligo della Valle, pochissimi chilometri a est della zona industriale della “capitale” regionale, all’interno dell’Interporto di Trieste (che con un gioco di parole diventa “Free-este”),
In ballo – riporta il giornale confindustriale – 16 nuove linee di produzione, e l’obiettivo di arrivare entro la fine del prossimo anno, ormai a pieno regime, a una potenzialità complessiva che potrebbe essere il doppio del piano industriale iniziale che ne immaginava una dozzina entro il 2027.
«Il Friuli Venezia Giulia ha visto triplicare in pochi anni la propria quota di investimenti esteri, passando dal 2,6% al 6,5% del totale nazionale»: questa la sottolineatura di Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, sottolineando in una dichiarazione a “Adriaports” che quanto realizzato da British American Tobacco a Trieste rientra «in una fase di forte attrattività internazionale per la regione» anche per «la capacità del territorio di offrire condizioni favorevoli e stabilità per chi sceglie di investire nel medio-lungo periodo».
Nel luglio scorso, a due anni dal via al nuovo insediamento produttivo triestino, la locale Camera di Commercio aveva ospitato un evento in cui l’azienda aveva indicato alcuni numeri, secondo quanto riporta il Tg3 Friuli: 315 assunzioni sul territorio con età media di 33 anni, quasi la metà dei ruoli dirigenziali in mano a donne, più di 120 fornitori radicati nel territorio della provincia di Trieste più 22 nelle altre zone della regione, un valore dell’indotto che lo scorso anno ha superato i 96 milioni di euro, quattro volte il risultato dell’anno precedente.

Stabilimento triestino British American Tobacco
L’azienda, nella nota ufficiale, parla di «150 nuovi posti di lavoro» come dipendenti diretti, che «si aggiungono agli oltre 300 già impiegati, generando un significativo indotto sul territorio». Il nuovo stabilimento – viene sottolineato – «rappresenta un’estensione significativa delle attività del gruppo a Trieste», ed è dedicato a «una nuova linea di prodotti che assumono un ruolo strategico per lo sviluppo della società inglese».
«Questo nuovo insediamento – afferma Paolo Privileggio, presidente dell’Interporto di Trieste – conferma la solidità del modello di business dell’Interporto di Trieste, che integra servizi logistici avanzati con attività industriali all’interno del Punto Franco: un’opportunità unica nel panorama europeo». Aggiungendo poi: «Assistiamo a un interesse crescente da parte di imprese italiane ed estere ad insediarsi nell’area di Free-este a Bagnoli della Rosandra: un segnale chiaro che conferma la competitività del nostro territorio e la qualità della nostra proposta».