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Authority di Trieste: i rischi rigassificatore

Si temono interferenze con i programmi di sviluppo del porto – La tesi della SIOT

Marina Monassi

TRIESTE – “Dato che in questi ultimi mesi la direzione generale per le Valutazioni Ambientali sta analizzando il progetto definitivo del terminal GNL e il relativo elettrodotto, visto che la stessa direzione ha anche condotto l’istruttoria sulla procedura congiunta di VIA VAS del nuovo PRP di Trieste, la stessa direzione avrà avuto modo di valutare – con l’ausilio della Commissione VIA VAS – che il porto di Trieste ha nuovi e rilevanti piani di sviluppo, che al momento dell’inizio dell’istruttoria sul rigassificatore (anno 2005) non erano ancora stati compiutamente formulati”.
Inizia così la lettera, concordata con il ministro, che l’Autorità portuale di Trieste per mano del presidente Marina Monassi ha consegnato in Prefettura al ministro dell’Ambiente, Corrado Clini.
[hidepost]Una lettera che trova fondamento nei numeri dei traffici, nei progetti infrastrutturali finanziati con procedure amministrative già avviate nonché nel grido di allarme lanciato nientemeno che dalla Siot.
La crescita dei traffici del porto di Trieste è iniziata nel 2011 e tuttora in corso nonostante la situazione economica complicata. L’aumento registrato nel settore portuale del porto industriale (Zaule) del 76,72%, l’avvio delle procedure per la realizzazione della piattaforma logistica già finanziata dal Cipe, l’incremento del traffico passeggeri con le navi da crociera e i traghetti che collegano con la Grecia, vengono affiancati alle previsioni ufficiali del gruppo Tal di 500 petroliere nel 2013. Quaranta milioni di tonnellate di greggio che faranno del Porto di Trieste il primo scalo italiano per quantità di merce.
“E’ nostro compito istituzionale – sottolinea il presidente dell’Autorità portuale, Marina Monassi – evidenziare al ministero dell’Ambiente che in questa fase di sviluppo dell’unica azienda che la Banca d’Italia ha definito con il segno “più”, da parte degli operatori viene lanciato un chiaro grido d’allarme che potrebbe portare a seri problemi economici, occupazionali e di sicurezza”.
La Siot ha infatti comunicato che “non potrà tollerare alcun impatto negativo sulle installazioni del proprio terminale marino durante la fase di costruzione del rigassificatore e neppure nelle fasi di operazione dello stesso. La società – riprende la nota della Siot riportata nella lettera al ministro Clini – ricopre un ruolo strategico per l’approvvigionamento di energia per Austria, Germania e Repubblica Ceca, per cui non potrà essere accettata nessuna interferenza che comporti ritardi nelle operazioni di scarico del greggio sui pontili in concessione. Aumenta – sempre secondo Siot – il rischio terroristico in relazione alla presenza di strutture di tale valenza strategica”.

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Pubblicato il
15 Dicembre 2012

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