“Distorsivi” i diritti fissi sui tir d’Albania
L’esenzione di Trieste crea un dannoso discrimine per il porto del presidente Canepa
ANCONA – Sull’autotrasporto merci tra Italia, Albania e Turchia, condizioni di accesso discriminatorie tra porti nazionali stabilite da vecchi decreti sui diritti fissi sono state oggetto di un richiamo dell’Autorità portuale di Ancona accolto adesso dall’Autorità garante per la concorrenza e il mercato.
[hidepost]Lo sottolinea una nota della stessa Authority, a firma del presidente Luciano Canepa, inviata al ministro dell’economia Vittorio Grilli e a quello dello sviluppo economico e trasporti Corrado Passera; nota nella quale si invitano i ministri a tener conto del pronunciamento dell’Antitrust, eliminando la distorsione sui diritti fissi che – scrive Canepa – favorisce il porto di Trieste a danno degli altri scali adriatici.
“Tale effetto distorsivo della concorrenza – scrive ancora il presidente dell’Autorità portuale di Ancona – come riconosciuto dall’Autorità garante della concorrenza consiste nell’indurre gli autotrasportatori a sbarcare nel porto di Trieste indipendentemente dalla destinazione finale”.
“Alla luce del pronunciamento del Garante – continua la nota di Canepa – si rinnova la richiesta di un sollecito intervento per eliminare le distorsioni della concorrenza tra porti nazionali, consentendo il riequilibrio dei traffici in funzione delle soluzioni logistiche e trasportistiche più efficienti e meno impattanti per l’ambiente”.
Il garante della concorrenza, Giovanni Pitruzzella, si è pronunciato sulla base di una richiesta inviata da Canepa nel febbraio 2012, con la quale si segnalava l’esistenza di un “diritto fisso” sulle merci trasportate con autoveicoli stranieri che attraversano i porti nazionali, diritto dal quale è escluso il solo porto di Trieste. Con il passare degli anni il diritto in questione ha subito molte modifiche, con l’assurdo – secondo Canepa – che gli autotrasportatori albanesi (i quali trovano naturale sbarcare ad Ancona) sono colpiti dal più alto diritto esistente, pari a 9,30 euro per tonnellata di merce (circa 270 euro di tassa a viaggio). Un diritto assurdo, si sottolinea ancora, che oggi è rimasto in vigore solo contro l’Albania e l’Iraq.
Le norme a favore di Trieste peraltro, risalenti agli anni sessanta, “avevano una ragion d’essere per sostenere quel porto, penalizzato dalla posizione geopolitica; un’esigenza che oggi non ha più alcun fondamento essendo totalmente mutato lo scenario economico e politico degli stati confinanti e non essendo il provvedimento coerente con il vigente ordinamento comunitario”.
Queste considerazioni sono state come già detto accolte dal Garante della concorrenza che ha chiesto ai ministeri competenti di eliminare la distorsione segnalata da Ancona.
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