Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Ora l’Indonesia apprezza Livorno

August Parengkuan con Giuliano Gallanti.

LIVORNO – I più maliziosi hanno pensato che alla base della visita ci fosse anche l’apertura della Port Authority labronica agli investimenti indonesiani del grande gruppo proprietario di Masol (Musim Mas) sul porto, dopo l’ok del comitato portuale per la sponda Est.
Per Gallanti, che di Masol non parla, la visita dell’ambasciatore indonesiano August Parengkuan “è una visita di cortesia ma anche un importante segnale di attenzione da parte di una delle più floride economie del mondo”.
Si inquadra in questo contesto anche il vivo apprezzamento manifestato dall’ambasciatore “per l’alto grado di sicurezza dello scalo labronico”.
«Avete destato la nostra curiosità per il buon livello di efficienza che avete saputo raggiungere nella sicurezza – ha dichiarato l’ambasciatore – ci hanno detto che in questo campo siete tra i migliori. Vorremmo attivare una collaborazione che ci consentisse di formare da voi i nostri giovani: sulla port security avete molto da insegnarci».
[hidepost]Durante l’incontro, Gallanti e Parengkuan hanno anche avuto modo di parlare delle prospettive di sviluppo del porto livornese e delle sue relazioni con i paesi del Far East. «Livorno – ha auspicato l’avvocato genovese – può diventare nel Mediterraneo il ponte, non solo commerciale, tra l’Italia e l’Asia».
In effetti siamo il terzo esportatore europeo dell’Indonesia, dopo Francia e Germania. La Tigre del Sud Est Asiatico, con i suoi 240 milioni di abitanti, le abbondanti risorse naturali, quali petrolio e gas naturale, e le enormi piantagioni tropicali, è, assieme alla Cina, l’unico del G-20 a non aver conosciuto la recessione innescata nel 2008 dalla crisi dei mutui subprime.
Nel 2012 il suo PIL ha registrato un balzo del 6% rispetto all’anno precedente. Oggi Giakarta, dopo la crisi del ’97, ha recuperato un ruolo centrale negli assetti geopolitici e si pone, anche nei confronti del nostro paese, come un dominus nel settore alberghiero, nella ristorazione, nell’alimentare e nel comparto automobilistico. Da gennaio a settembre del 2012 gli investimenti provenienti dall’Italia sono stati pari a 7,4 milioni di dollari, contro i 6 milioni del 2011.

[/hidepost]

Pubblicato il
6 Febbraio 2013

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio