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Squali, mattanza continua

Rosalba Giugni

ROMA – La 15ª Conferenza delle Parti della CITES (la Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna in pericolo), conclusasi ieri a Doha è stata un totale fallimento: sono infatti state respinte le proposte di inserire nelle liste CITES  specie marine seriamente minacciate di estinzione, come il tonno rosso del Mediterraneo, il corallo e diverse specie di squali.

“Le Parti contraenti hanno ceduto alle pressioni politiche fatte principalmente, ma non solo, dal Giappone, anteponendo di fatto gli interessi economici e commerciali a quelli della salvaguardia della biodiversità marina – dichiara Serena Maso, responsabile del settore pesca di Marevivo – Il mancato accordo sulla protezione di specie quali il tonno rosso e gli squali, fondamentali per la salvaguardia dell’equilibrio dell’ecosistema marino, è una grave sconfitta, che non tiene in considerazione gli allarmi lanciati da tempo dagli esperti scientifici”.

Oltre l’80% degli stock del tonno rosso del Mediterraneo – la specie più utilizzata per la preparazione del sushi e di cui il Giappone è il maggior importatore al mondo – è sovrasfruttato e prossimo all’estinzione. Stessa sorte per il corallo rosso e gli squali, in particolare lo smeriglio e lo spinarolo,  che erano stati proposti nell’Appendice II della CITES.  Con un cambio di rotta dell’ultimo momento,  è stato clamorosamente respinto il loro inserimento nella CITES, nonostante l’allarme lanciato dalla comunità scientifica  e dalla stessa Unione Europea e dall’Italia che ne appoggiavano la protezione.

“La parola passa ora ai Governi nazionali e all’Unione Europea che con un atto di responsabilità  devono  adottare subito adeguate misure di gestione, tutela e ripopolamento delle specie su basi scientifiche – dichiara Rosalba Giugni, presidente di Marevivo – “Il 2010 è l’anno della biodiversità e Marevivo ha scelto proprio gli squali – oggi alcuni tra gli animali marini maggiormente in pericolo  come simbolo dei predatori-predati, vittime dell’ingordigia umana”.

Squali e tonni sono predatori all’apice della catena trofica e la pressione costante della pesca mette in pericolo la loro sopravvivenza nei nostri mari. Ma l’impatto umano sulle specie è ampio e spesso poco conosciuto dagli stessi consumatori: in Italia ad esempio le attività di pesca mirate agli squali sono minime ma il nostro Paese ha invece una grande responsabilità per quanto riguarda il consumo: noi italiani siamo infatti uno dei maggiori importatori e consumatori al mondo di carne di squalo.

“Invitiamo i consumatori italiani a tenere alta l’attenzione su questi temi, a non acquistare pesci e prodotti derivanti da specie a rischio di estinzione – chiede con forza l’Associazione ambientalista Marevivo – e ad unirsi al nostro appello rivolto al Governo italiano e all’Unione Europea perché vengono adottate subito misure di protezione delle specie a rischio di estinzione”.

Pubblicato il
10 Aprile 2010

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