Due ricorsi al Tar del Lazio contro l’autostrada tirrenica
Si chiede l’annullamento della delibera con cui il Cipe ha recentemente dato l’ok agli atti tecnici per l’inizio dei lavori – Il problema connesso della “bretella” per Piombino
ROMA – Patatrac, l’autostrada tirrenica tra Cecina e Civitavecchia torna ad essere un’Araba Fenice. Non ha fatto a tempo a decantare la delibera del Cipe che ha approvato gli atti tecnici del tracciato per l’A-12 tra Cecina e Civitavecchia che le province di Grosseto e di Livorno hanno impugnato la delibera stessa davanti al Tar del Lazio.
[hidepost]Torna alla ribalta il famoso “niet” della zona di Capalbio, ma al quale si aggiunge adesso l’ulteriore “niet” di chi considera la variante autostrada tra Cecina e Grosseto ormai inutile in quanto esiste già un’Aurelia a quattro corsie “più che sufficiente ai bisogni locali e per di più gratuita” mentre l’autostrada sarebbe, ovviamente, a pagamento.
Il ricorso al Tar delle province di Grosseto e Livorno parla di spese inutili in un momento in cui tutto il Paese soffre per l’insufficienza degli stanziamenti per infrastrutture importanti e contesta anche il principio di un collegamento a pagamento. Si insiste poi sulla necessità di migliorare il tratto-scandalo dell’Aurelia, quello che va da Grosseto a Civitavecchia e che è stato oggetto anche di imbarazzanti attacchi della stampa internazionale (e di un recente servizio-accusa del mensile Quattroruote): un tratto dell’antica strada consolare che è rimasto pressochè lo stesso da mezzo secolo e sul quale le autorità locali competenti si sono limitate a piazzare limiti di velocità irrealisti e impossibili da rispettare (da 70 km/ sui tratti extraurbani a improvvisi “cali” a 60 o 50 km/h senza alcuna motivazione) insieme a veri agguati degli Autovelox per far cassa.
La nuova guerra contro l’autostrada A-12 ovviamente rischia di produrre effetti devastanti anche per la “bretella” veloce che dovrebbe collegare la stessa autostrada al porto di Piombino e che ha una storia altrettanto travagliata. Senza che si riesca a trovare un coordinamento politico capace di dare risposte adeguate in tempi certi e con scelte finalmente definitive.
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