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Dogana e terminal inland tutti i dubbi di Assocad

Il timore degli ambiti di competenza sovrapposti

Dal presidente di Assocad Giuseppe Benedetti riceviamo.

LIVORNO – Da giorni viene riportata la notizia sulla stampa specializzata della maxi alleanza tra Maersk – Cma Cgm – Msc che priverà il porto della movimentazione di circa 50 mila container.
[hidepost]Le motivazioni evidenziate sui giornali di settore sono le solite: “mancanza di fondali, banchine non sufficienti per l’attracco delle navi da 6000/8000 teus figuriamoci quelle di portata superiore. Mancanza inoltre di adeguati raccordi ferroviari e strutture inerenti la movimentazione delle merci. Tutte condizioni importanti per la crescita di un porto. Ma sono interventi che lo sapevamo da anni e quindi era logico e coerente intervenire in tempo.
Ma cosa è stato fatto? Poco o niente. Infatti, a mio parere, la “politica” dell’Autorità Portuale è stata quella di incrementare l’attività croceristica più redditizia per l’attività dell’Impresa di cui è socia, a scapito degli interessi generali della collettività livornese.
Ha anche stipulato accordi con l’interporti extra nostra Regione, dimenticandosi che anche nelle vicinanze di Livorno esiste da tempo l’Interporto A. Vespucci che ha necessità economiche solo superabili con l’incremento di traffici.
Tutto questo è avvenuto, ed è notorio a tutti gli operatori privati e pubblici. Ma quello che effettivamente triste è che si continui a tenere la “testa sotto la sabbia” mentre stanno maturando avvenimenti che porteranno ancora meno traffici non solo al nostro porto, ma anche a numerosi altri. Sto parlando del DL n. 370 – Riforma della legislazione in materia portuale – dove all’art. 12 l’Assologistica per conto di alcuni importanti terminalisti del Centro Italia ha presentato un emendamento che recita: “Nei terminal retroportuali cui fa riferimento il sistema logistico-portuale, il servizio doganale è svolto di norma dalla medesima articolazione territoriale dell’amministrazione competente che esercita il servizio nei porti di riferimento”.
La “chicca” è la parola “di norma” che a mio parere permette anche ad altre dogane di svolgere il servizio doganale in ambiti territoriali di non sua competenza.
Si verificherà che le merci sbarcate saranno inoltrate via ferrovia, così prevede il DL, direttamente ai Terminals retroportuali i cui operatori avranno la diretta gestione della movimentazione di merci che verranno sottratte all’iter procedurale delle attività portuali, creando perdita di posti di lavoro e incrementando la redditività di pochi.
Ritengo opportuno che come mi sono attivato per la categoria degli spedizionieri doganali, altri soggetti notevolmente più importanti sia pubblici che privati concretizzino interventi legislativi per ostacolare questa manovra che tra l’altro è contraria alla normativa doganale europea in materia di trasferimento merci da una dogana ad un’altra.
Non occorrono investimenti strutturali sul nostro porto: è sufficiente onestà intellettuale e buona volontà che ritengo sia un bagaglio culturale di tutti gli operatori portuali sia pubblici che privati livornesi.

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Pubblicato il
16 Novembre 2013

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