Porte vinciane al Calambrone ancora rotte e la Darsena soffre
Si lavora all’ennesima riparazione mentre tonnellate di fango si riversano sulle aree da poco dragate – L’Autorità portuale annuncia che riprenderà gli escavi alla foce
LIVORNO – Sta diventando un tormentone che nemmeno le storiche battaglie tra Pisa e Livorno a base delle scritte da “Vernacoliere” (ovvero Pisa Merda, per essere brutali): quell’accordo benedetto dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, per il quale le porte vinciane sulla Darsena Toscana devono rimanere chiuse salvo brevi aperture per far passare le chiatte del Canale dei Navicelli, è diventato una grida manzoniana. Senza effetto pratico, anzi con la beffa incorporata. Perché da quando è stato firmato, le porte sono rimaste aperte “per avaria” quasi di continuo.
[hidepost]Più precisamente: due volte perché urtate accidentalmente (ma immaginatevi se i livornesi non sospettano…) da una chiatta pisana in uscita, una terza volta perché è stato strappato un pistone, sembra per la forza della corrente. Persino Rossi, che non si può certo definire tenero con i livornesi, ha detto tra il serio e il faceto che sarebbe meglio sorvegliare quello che fanno i pisani con le porte al Calambrone. Nota anche la risposta di Gallanti, scocciato davvero: “Ci abbiamo messo persino le telecamere di sorveglianza e le hanno rubate. Devo metterci le guardie armate?”
Adesso stanno finendo l’ennesima riparazione delle porte. E l’Autorità portuale ha annunciato formalmente, sia alla Regione che alle competenze pisane, che presto riprenderà a dragare la foce del Calambrone, come già fatto l’anno scorso (peraltro con esito più che modesto) ma che questa volta non accetterà interferenze da parte dei balneari o di chicchessia, perché la pulizia della foce e quindi la chiusura delle porte vinciane sono la garanzia fondamentale di corretta conservazione dei fondali della Darsena Toscana.
La Darsena Toscana non è soltanto la sponda ovest, ovvero il TDT. Stanno infatti per concludersi i lavori di ricostruzione della sponda Est proprio ala radice, dove si affacciano le aree che dovranno ospitare sia gli indonesiani degli oli di palma, sia il Terminal Calata Orlando con i suoi rinfusi. Pronta la banchina, sono tutt’altro che pronti i fondali, che risultano insabbiati dai fanghi dello Scolmatore in modo tale da non consentire alcun accosto navale. Per dragare questa zona, occorre la garanzia più totale che le porte vinciane non scarichino più fanghi in Darsena: cioè che rimangano chiuse quasi permanentemente, e in particolare nella stagione in cui più piove e maggiore è il flusso dei fanghi. Ma i pisani, e i tanti insediamenti cantieristici nella darsena di Pisa dove sono stati investiti fior di milioni di euro, vogliono passare per accedere al mare e ne hanno il diritto. Insomma, un bel rebus per risolvere il quale ad oggi anche la Regione Toscana non sembra avere le carte giuste. Ne altra soluzione concreta se non di suggerire di “sorvegliare i pisani”…
A.F.
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