Nei costi (da tagliare) la scommessa
LIVORNO – Vogliamo provare a semplificare? Ebbene: le quote, le aree e le “locations” dell’interporto di Guasticce potrebbero facilmente trovare interessati se i costi per chi vi si insedia fossero nettamente più convenienti di quelli delle aree vicine.
[hidepost]E’ un ragionamento terra-terra, forse. Ma quando ci raccontano che insediarsi a Lavoria o anche dall’altra parte dell’incrocio delle Quattro Strade – la piccola zona industriale che va verso Pisa – costa molto meno e gode “quasi” degli stessi collegamenti, è facile capire che chi amministra oggi l’interporto dovrà alla fine prendere una decisione. Che non sarà facile, perché i costi dell’ex palude trasformata in interporto sono stati altissimi e continuano ad essere alti per la manutenzione e la sicurezza: ma non ci porterà lontano il continuare a scaricarli sui clienti, su quelli che ci sono e su quelli che si vorrebbero attirare.
Lo stesso vale per il collegamento ferroviario. Il binario c’è già e quindi potrebbero esserci anche convenienti treni-blocco da inserire, sia pure con qualche fatica, sulla rete nazionale: il problema è che mancano le merci e quindi Trenitalia si è messa in standby in attesa di clienti. Senza i quali, l’interporto Vespucci rimane quasi un monumento a se stesso. Ma per attirare i quali va fatto l’atto di coraggio di abbassare i costi.
Semplificando al massimo, sembra che alla fine il gioco sia tutto qui. Certo, il gioco si fa duro: ma come dice il vecchio adagio, è quando i duri cominciano a giocare…
Antonio Fulvi
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