Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Dogana di Livorno trasferita nel “televisore” del Mediceo

Anche gli uffici della Darsena Toscana spostati in altra sede – Molti disagi ma la situazione si starebbe normalizzando – Per gli spedizionieri un aggravio in più

LIVORNO – Faticosamente e con disagi distribuiti tra addetti e utenti, ma comunque il trasferimento della sede centrale dell’agenzia della Dogana livornese nello storico “televisore” all’ingresso del porto mediceo è stato completato. Massimo Ricasoli, responsabile degli uffici livornesi, ha comunicato che il trasferimento si è svolto alla vigilia di Natale. Più in dettaglio, rimane ancora da completare il passaggio dell’ufficio revisioni ed accertamenti, che avverrà a giorni. Anche la sede della Dogana in Darsena Toscana è stata trasferita – c’erano problemi interni e i locali erano stati richiesti dal terminal, secondo quanto dichiarato in Dogana – nei nuovi uffici di via Da Vinci, per rimanere nelle vicinanze del porto.
[hidepost]Il trasferimento in massa dell’ottantina di impiegati e dirigenti della Dogana di Livorno ha creato, come detto, notevoli disagi: in primo luogo proprio agli addetti, che hanno dovuto lasciare gli uffici da anni in via delle Cateratte 88, quando ancora i lavori di ripristino della sede all’ingresso del Mediceo non erano completati. Il palazzo “del televisore” sul Mediceo era rimasto da anni abbandonato ed è stato necessario un totale ripristino sia dell’edificio che di tutti gli impianti. Perché allora il trasferimento, che ha allontanato gli uffici dalla parte più operativa del porto commerciale e industriale? Secondo quanto detto a suo tempo, perché in via delle Cateratte lo Stato pagava un forte affitto e nell’ambito della spending review è stato deciso di tornare all’immobile di proprietà dell’Agenzia del demanio, sede storica della dogana. Da ricordare che l’Agenzia della dogana livornese è competente anche per l’area di Grosseto e che ha un ufficio – sia pure “in sonno”- all’interporto di Guasticce, disponibile per quanto auspicabilmente il Vespucci aumenterà il lavoro con il porto.
Trasferiti gli uffici e in fase di assestamento la nuova ubicazione, la Dogana sta adesso lavorando anche per il pre-clearing in collaborazione con l’Autorità portuale, la Guardia di Finanza e la Capitaneria di porto: ci si avvia insomma a facilitare le pratiche doganali anticipando i tempi della “liberazione” dei containers fin dal momento in cui si trovano in arrivo in rada.

* * *

Da parte loro gli spedizionieri non hanno accolto bene il trasferimento, pur ammettendo che il personale dell’Agenzia ha fatto il possibile per ridurre i disagi. Il problema maggiore è nato per quelle case di spedizione – e non sono poche – che dopo il trasferimento della Dogana in via delle Cateratte si erano spostate in quel complesso proprio per essere fisicamente vicine agli uffici doganali. Per quanto oggi buona parte delle pratiche possano essere svolte via internet – dicono gli spedizionieri – è ancora comune il contatto personale, il trasferimento delle pratiche manuale. E nella nuova ubicazione sono davvero drammatici prima di tutto i problemi di parcheggio: problemi che non esistevano in via delle Cateratte. In sostanza: aver spostato gli uffici nel centro urbano, e in una delle zone più congestionate dal traffico stradale, invece che “avvicinarle alle merci” non ha certo aiutato a razionalizzare. Ma tant’è.

[/hidepost]

Pubblicato il
11 Gennaio 2014

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio