Livorno, aperto il varco Zara

Nella foto: Giuliano Gallanti taglia il nastro con a destra il colonnello Mendella e il dottor Ricasoli e a sinistra l’ammiraglio Faraone.
LIVORNO – A ritmo in crescendo rossiniano – beh, non esageriamo: comunque con una buona accelerazione – si realizzano alcuni degli impegni presi da tempo per migliorare la funzionalità del porto. E’ il caso dell’apertura, con tanto di cerimonia di inaugurazione, del varco Zara nell’omonimo piazzale. Un passo avanti non solo simbolico perché il nuovo varco, sia pure con orario ridotto (al momento 4 ore al giorno dalle 7 alle 11 tra lunedì e venerdì) è un notevole contributo ad alleggerire l’intasamento dei vicini varchi Galvani e Valessini spesso congestionati – specie nella stagione delle crociere – dal contemporaneo afflusso dei tir e dei pullman.
[hidepost]Il nastro del varco è stato tagliato dal presidente dell’Autorità portuale Giuliano Gallanti con a fianco il direttore della Dogana Massimo Ricasoli, il comandante del porto contrammiraglio Arturo Faraone e il comandante della Finanza colonnello Fabio Massimo Mendella. Il varco sarà gestito per i controlli alle merci in entrata e uscita grazie al sistema telematico della Dogana, e servirà a decongestionare i transiti. “Un passo avanti – ha detto Gallanti – verso la razionalizzazione del porto”.
Il sistema telematico dei controlli al varco Zara, ha ricordato il direttore Ricasoli, fa parte del complesso progetto, già da tempo avviato dalla Dogana in collaborazione con la Finanza e con l’Autorità portuale, che dovrà portare al completo “pre-clearing”, cioè allo sdoganamento delle merci quando ancora si trovano sulla nave diretta al porto. Molti passi avanti sono stati fatti, la telematizzazione delle pratiche doganali è ben avviata anche se non completata. E un passaggio importante sarà anche il trasferimento dello scanner mobile dall’interporto alla darsena Toscana come chiedono da oltre un anno gli spedizionieri. Un passaggio che, a quanto pare, non è facile sia per le complicanze burocratiche da parte degli organi centrali della Dogana, sia perché anche l’interporto comincerebbe a fare le sue considerazioni sul perdere l’importante apparato quando si sta facendo di tutto per implementare l’utilizzo del Vespucci come retroporto. E che retroporto c’è se non vi si trova nemmeno uno scanner?
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